Domani assemblea del Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale al Cascinetto. Appello ai sindaci
Domani assemblea del Movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona alle ore 16, presso la sala del centro civico del Cascinetto in via Maffi, 2 : E' un'assemblea aperta a tutti coloro che vorranno partecipare, per un confronto sulla vicenda che vede coinvolto l’ospedale maggiore destinato a essere demolito per far posto a una nuova struttura.
Il Movimento per la riqualificazione dell'ospedale ricorda che l’invito è rivolto particolarmente ai cittadini dei quartieri della zona Est di Cremona. Il Movimento rinnova l’invito a partecipare alle organizzazioni sindacali, alle associazioni, ai movimenti, agli amministratori locali e regionali e ai artiti politici
Intanto il Movimento ha predisposto un appello ai sindaci della provincia. Eccolo:
I sindaci che assistono ai cambiamenti delle compagini sociali dei territori che amministrano e ne misurano l'invecchiamento (in provincia la popolazione anziana supera la media regionale e nazionale- dati Ats) e il crescere esponenziale dei bisogni di assistenza a fronte della desertificazione dei servizi,
i sindaci che vedono aumentare i nuclei famigliari più deboli e a cono rovesciato dal punto di vista anagrafico, come documenta l'indagine dell'ente Provincia (dic.'23 )d a cui risulta che le famiglie del Cremonese sono composte al 70% da uno o due elementi spesso anziani e non autonomi,
i sindaci che amministrano territori con popolazioni portatrici di tassi di cronicità e comorbilità sempre più alti come rilevato dalle indagini Ats che attestano un aumento dei casi del 13,5% dal 2012 al 2017 e in salita per gli anni a seguire con un più 8 punti percentuali rispetto alla media lombarda,
i sindaci che vedono allungarsi le file di chi chiede sostegno e risposta a bisogni di assistenza socio-sanitaria diventati oggi bisogni primari,
i sindaci cui mancano i medici di base e non hanno risposte alle emergenze che si creano mentre si profilano altre numerose condotte scoperte in ragione dei prossimi pensionamenti di molti camici bianchi sul territorio,
i sindaci che assistono al crescere dalla distanza tra il punto di residenza e il punto di erogazione dei servizi sanitari anche di base con conseguenti problemi e oneri per l'utenza debole e per le Amministrazioni,
i sindaci che constatano la mancanza di un' effettiva volontà politica di affrontare questi temi cruciali di sanità territoriale, che non vedono finanziamenti né potenziamento di strutture e implementazione di personale addetto,
i sindaci che si trovano davanti un progetto faraonico e avveniristico che brucia 30 milioni di euro per polverizzare l'ospedale di Cremona, uno dei più recenti e moderni nell'impianto, per edificarne uno nuovo che costerà centinaia di milioni e sarà vocato a degenze ad alta intensità di cura per fare spazio alle quali nel “Piano di fattibilità” si prevede il trasferimento di 25.000 giornate di degenza per acuti dell'area medica e chirurgica dell'ASST (con l'aggiunta dell'Hospice di Cremona) sul territorio, un territorio assolutamente sguarnito di presidi e che registra la progressiva rarefazione degli stessi medici di base,
I sindaci che conoscono il ”Piano di fattibilità” del nuovo ospedale che ne è il vero progetto funzionale da cui si ricava che l'ospedale nasce per ridurre la sua utenza in termini di giornate di degenza in capo alla sede di Cremona e all'OglioPo in percentuali che si collocano tra il 17 e il 20% dei livelli attuali trasferendo 80 posti letto sul territorio (è il cosiddetto'efficientamento' dei ricoveri per acuti) al fine di incrementare le attività inserendo nuove specialità ad alta complessità per potenziare l'attrattività del nosocomio in ambito regionale e non dunque per rispondere al diritto alla salute di una provincia che ha pagato al Covid in morti (e in mancate cure)il più alto prezzo al mondo anche per la carenza di presidi territoriali diffusi,
i sindaci che si misurano con un progetto che di fatto ridimensiona il servizio ospedaliero per i Cremonesi scaricando sul territorio ciò che il territorio non è pronto a sostenere, i sindaci che conoscono il progetto funzionale del nuovo ospedale che riduce servizi e prestazioni compresa la prevenzione perché tanto poi sui territori i sindaci stessi provvederanno cedendo al privato avanzante,
i sindaci alcuni esclusi e altri ammessi con le autorita' civili e religiose e i rappresentanti delle categorie economico-imprenditoriali alla presentazione del griffatissimo progetto ma che l'amore a prima vista non se lo giocano sugli estri architettonici di un archistar come il Cucinella che mentre progetta di disseminare detriti e nuova cementificazione in città riempie libri nei quali predica e insegna l'arte del recupero,
i sindaci che vedono il denaro dei cittadini usato non per rispondere agli effettivi bisogni della collettività e ma per progetti all'insegna del motto “Osiamo!Pensiamo in grande!” dunque per sogni di grandezza che riempiono le tasche dei soliti noti,
i sindaci che non hanno gioco-forza interessi nella sanità privata in quanto pubblici amministratori di ciò che è pubblico,
i sindaci che dovrebbero fare fronte comune in nome sia del loro diritto di amministrare ciò che è amministrabile (perchè si fa ciò che si può e non l'impossibile) sia del diritto dei loro cittadini di fruire di quella assistenza in fatto di sanità pubblica che non è gratuita perché è già pagata e che ha una marcia in più rispetto a qualunque sistema privato in quanto il SSN italiano si caratterizza per essere (unico al mondo) universalistico e solidale, questi sindaci perché non aprono le porte per guardare fuori con fiducia?
Lì troverebbero i loro cittadini, portatori di diritti e bisogni primari, compatti contro gli sprechi e sordi alle sirene dei progetti faraonici e avveniristici che riducono anziché aumentare l'offerta di sanità e di cura.
Lì la loro 'solitudine' che li fa contare uno troverebbe dei moltiplicatori.
Lì troverebbero il 'Movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona' che chiede, da posizioni neutrali, con e per i cittadini quello che a questi spetta di diritto, presidi pubblici efficienti sul territorio e un ospedale adeguatamente riqualificato e sostenibile.
Lì troverebbero il sostegno per essere interlocutori forti di chi programma e delibera ad oggi da remoto senza contezza dei bisogni dei territori e senza assunzione di responsabilita' rispetto agli impatti delle scelte operate.
Lì l'Italia e le Amministrazioni realizzano quegli alti principi fondativi che si sono dati.
Movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona
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commenti
Teresa
29 gennaio 2024 21:43
Nessun commento e nessuna risposta da parte dei sindaci. Appello andato a vuoto!
Caro movimento questo coi sindaci è il tuo secondo flop, a quando il terzo?