Domenica 6 novembre la solenne dedicazione del nuovo altare in Cattedrale, un mese speciale per il presbiterio rinnovato
Verrà svelato domenica 6 novembre alle 16 il nuovo presbiterio della Cattedrale, frutto dell’adeguamento liturgico che ha previsto la realizzazione di un nuovo altare, una nuova cattedra e un nuovo ambone da dove proclamare la Sacra Scrittura. Le varie iniziative legate alla conclusione dei lavori sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa con la partecipazione dell'architetto Massimliano Valdinoci, don Gianluca Gaiardi, il vescovo Antonio Napolioni, l'artista Gianmaria Potenza e don Daniele Piazzi. Nel sepolcreto ricavato all’interno, come da antica tradizione, sarà posta un’urna con le reliquie di alcuni santi da secoli venerati in cattedrale insieme ad altri più recenti venerati dalla Chiesa cremonese. Il progetto di adeguamento liturgico del presbiterio della Cattedrale di Cremona è l’esito del bando pubblicato nel 2018 dalla Conferenza Episcopale Italiana e finalizzato al co-finanziamento, attraverso i fondi dell’8xmille, (che coprono il 75% dei costi totali dell’intervento) di progetti mirati per alcune chiese cattedrali italiane. Sono state sei le diocesi italiane ammesse, tra cui proprio Cremona.
Al concorso per la Cattedrale di Santa Maria Assunta, che si è svolto tra l’ottobre 2020 e il giugno 2021, hanno partecipato 62 gruppi di progettazione, di cui 7 sono stati ammessi alla seconda fase. Ad aggiudicarsi il bando per la progettazione è stato il gruppo coordinato dall'architetto Massimiliano Valdinoci e composto dagli architetti Maicher Biagini, Annalisa Petrilli, Francesco Zambon e Carla Zito, dal liturgista Goffredo Boselli, dall'artista Gianmaria Potenza e dalla consulente Francesca Flores D’Arcais. La prospettiva liturgica che ha guidato l’adeguamento, nel confermare l’assetto preesistente dei poli liturgici, è nata dalla necessità di ripensare un presbiterio in armonia con l’antichità dell’edificio e uno spazio liturgico in accordo con l’ecclesiologia espressa nella costituzione sulla Chiesa del Vaticano II.
Prossimità e distinzione hanno condotto l’intervento d’insieme. Questa duplice intenzionalità è stata messa in atto nella fase progettuale e poi successivamente, soprattutto durante i diversi sopralluoghi in Cattedrale, nel rispetto dei materiali esistenti e della riconoscibilità del nuovo. I nuovi poli liturgici consentono un agevole svolgimento dei riti nel mettere in evidenza i tre luoghi eminenti che sono l’altare, l’ambone e la cattedra episcopale. I due preminenti materiali utilizzati sono lastre di marmo Limestone persiano, marmo Bronzetto e lastre di bronzo realizzate in fusione a cera persa, lucidate e verniciate a forno in modo da evitare future ossidazioni. La piazzetta senatoria risulta adeguata per le celebrazioni feriali e domenicali per la posizione dell’altare e dell’ambone.
La mensa eucaristica al centro del presbiterio è sopraelevata attraverso una predella di due gradini realizzata in marmo Bronzetto. I materiali, e il disegno dei gradini, sono stati scelti con l’intenzione di evidenziare «l'inserimento del nuovo rispetto al precedente» e «integrando elementi dell'uno e dell'altro».
L’altare è realizzato in lastre di marmo Limestone persiano levigato, materiale che ricorda le eleganti volute dell’imponente altare marmoreo policromo settecentesco, con l’inserimento di quattro fasce in bronzo. Nella parte centrale della mensa, a continuare il disegno delle lastre di bronzo, c’è una microincisione: una “tovaglia marmorea” a forma di croce la avvolge interamente.
L’ambone, collocato a sinistra dell’altare, si sporge rispetto la piazzetta senatoria a significare la parola rivolta all’assemblea e la necessaria visibilità anche da parte dei fedeli che occupano i transetti. Evitata ogni concorrenza rispetto ai pulpiti storici, la forma sobria e le sue dimensioni lo configurano non come un semplice leggio, ma come un’elevata tribuna. L’ambone è stato pensato come tre corpi aggettanti: uno centrale e due laterali. Il lettore vi accede salendo alcuni gradini (anabaino) per trovarsi in una posizione ben visibile e udibile. Esso è realizzato in lastre di Limestone persiano lavorato in diversi modi, levigato e leggermente inciso, con inserimenti di fasce di bronzo lavorato. Tali fasce riprendono il motivo dell’altare. Nella parte posteriore, viene ripetuta la microincisione presente sulla mensa. Ai piedi dei gradini dell’altare storico, la cattedra si presenta, per dimensioni e proporzioni, come una nobile sede episcopale e non un trono regale. È realizzata interamente in bronzo, fusione a cera persa con parti lucide; è posizionata su una predella di due gradini e in asse con l’altare storico e la nuova mensa.
Sulla piazzetta senatoria è posta anche la sede presbiterale, in legno di noce, collocata a destra dell’altare. In fase di esecuzione, e in accordo con la Soprintendenza, la cancellata in ferro battuto e ottone è stata rimossa, sottoposta ad un trattamento di ripulitura e riposizionata nella cripta in corrispondenza dell’area in cui sono conservate le spoglie del Santo Patrono. Da sottolineare il che il nuovo assetto è stato sovrapposto e non sostituito al precedente, in modo da conservare il precedente presbiterio.
Nell’ambito del rito di dedicazione dell’altare della Cattedrale si è voluto mantenere l’antico uso di deporre, sotto di esso, le reliquie dei santi. Così, durante la celebrazione del 6 novembre , dopo il canto delle litanie dei santi, nel sepolcreto ricavato al di sotto della mensa, sarà deposta l’urna con le reliquie degli antichi santi Imerio e Facio, da secoli venerati in Cattedrale, e le reliquie dei più recenti santi e beati cremonesi, dediti all’educazione e alla carità: Paola Elisabetta Cerioli, Francesco Spinelli, Vincenzo Grossi, Arsenio da Trigolo, Enrico Rebuschini. La capsella che contiene le reliquie e che sarà deposta sotto l’altare è stata disegnata da don Gianluca Gaiardi che ha tratto ispirazione dall’arca di pietra che nella cripta del Duomo custodisce le reliquie dei santi Imerio e Archelao. Si tratta di un’urna di ottone argentato, realizzata dal laboratorio di arredi sacri Albrizzi di Vidigulfo (Pavia), delle dimensioni di 45x26x30 cm.
Sul frontale dell’urna lo stemma di Papa Francesco, del vescovo Antonio Napolioni e la cifra MMXXII datano il rito di dedicazione e della deposizione dell’urna. Nell’urna, insieme alle reliquie, è inserito anche l’atto di dedicazione per datare l’altare e attestarne la dedicazione per le generazioni future, realizzato su pergamena da monsignor Pietro Bonometti, maestro d’arte e canonico del Capitolo della Cattedrale.
Nei giorni immediatamente precedenti alla Dedicazione del nuovo altare – da mercoledì 2 novembre fino alle ore 15 di domenica 6 novembre – la Cattedrale di Cremona rimarrà chiusa a causa della rimozione in sicurezza del cantiere dei lavori e del riordino complessivo della Cattedrale stessa. Il Duomo non sarà accessibile né per le celebrazioni né per le visite turistiche. Nei suddetti giorni, tutte le celebrazioni feriali e festive delle Ss. Messe avverranno nella vicina chiesa di S. Girolamo, nei medesimi orari delle celebrazioni in Cattedrale.
In preparazione alla Dedicazione della Cattedrale, nel pomeriggio di sabato 5 ottobre, alle 17, in Battistero, vi sarà il canto dei Primi Vespri con la preghiera intorno alle reliquie dei santi che all’indomani saranno poste all’interno del nuovo altare. Nel pomeriggio di giovedì 3 novembre, invece, alle 17.30 nel salone degli Alabardieri di Palazzo Comunale avrà luogo la presentazione pubblica alla cittadinanza dell’adeguamento liturgico della Cattedrale. Da segnalare anche la mostra “Arte Sacra Arte Spirituale” allestita dal 29 ottobre al 3 dicembre presso il Museo Diocesano di Cremona con le opere del maestro Gianmaria Potenza, artista, scultore e designer autore dei nuovi arredi sacri della Cattedrale di Cremona realizzati nell’ambito dell’adeguamento liturgico del presbiterio. Solo i primi di una serie di appuntamenti che faranno di novembre un mese speciale che culminerà nella festa patronale di sant’Omobono.
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commenti
michele de crecchio
27 ottobre 2022 11:00
Ottimo il resoconto di Loffi. Su di una televisione locale ho assistito anche a brevi dichiarazioni di importanti esponenti della Curia. Il Vescovo, parlando con la freddezza che apparentemente gli è solita, mi pare si sia, nella sostanza, limitato a ricordare che l'intervento realizzerà l'aggiornamento liturgico imposto da tempo e, fino ad ora, realizzato a Cremona solo con modalità provvisorie.
Più emozionato, l'intervento di Gaiardi, responsabile dei beni culturali diocesani, il quale, come se volesse anticipare la risposta a future critiche, si è preoccupato di ricordare che l' intervento determinerà una nuova "stratificazione" culturale che si aggiungerà alle molte già realizzate in passato.
Le interviste mi hanno fatto tornare alla mente una singolare testimonianza resa, a suo tempo, dal defunto senatore Andreotti. Tale senatore, reduce da un convegno del G7 tenutosi a Venezia, scrisse, sulla gradevole rubrichetta che scriveva sul settimanale "Europeo", di avere approfittato per "dare un'occhiata" all'interno della basilica di San Marco e confessò di essersi, di conseguenza, trovato molto pentito di avere, a suo tempo, autorizzato l'eliminazione della storica "iconastasi" che separava l'area presbiteriale da quella dei fedeli, cedendo alla pressante sollecitazione che gli era venuta dal Patriarca Giovanni Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII.
Naturalmente, tutto ciò vale "si parva licet componere magnis"!
claudio
29 ottobre 2022 17:13
Come sempre educativo l'intervento dell' Arch. De Crecchio, ... cosa vuole che dica, da incompetente "ignorante" qual sono "ai posteri l'ardua sentenza" !!!!!!!!!!!!!