25 agosto 2022

Dopo due mesi è ancora abbandonato il bel ponte sul Morbasco. Il fabbro ferraio che lo realizzò era Beniamino Ghilardotti. Un pezzo di storia di Cremona da salvaguardare

Quel ponte sul Morbasco ha quasi due secoli, perchè non si interviene? La domanda se la pongono i tanti cremonesi che passeggiano o transitano lungo il viale Po. Le foto realizzate ieri mattina dal nostro Gianpaolo Guarneri lo dimostrano.  Era il 4 luglio quando il maltempo ha fatto cadere un albero del parco Tognazzi nell'ex area Frazzi sul vecchio ponte distruggendone alcune parti: le spalle in cemento abbattute e facendo cadere (un paio sono forse nel Morbasco) le belle decorazioni di "mostri marini" disegnati e realizzati ad hoc in ghisa, comunque un materiale fragile. Il ponte è un pezzo di vecchia Cremona ed andrebbe subito salvaguardato. Creato per permettere il "nuovo passeggio al Po", il ponte ha una storia straordinaria.

"Quel ponte è un pezzo di storia - dice l'architetto Michele de Crecchio, una delle memorie storiche della città - Il ponte sul Morbasco nasce come esigenza quando, su progetto del Voghera, si decide di abbandonare la vecchia porta. L’idea del Voghera era ispirata ai trattatisti neoclassici dell’Ottocento: prevedeva che davanti alle porte delle città si dovessero fare delle piazze con una struttura monumentale e da questa piazza dovevano diramarsi delle strade dritte e alberate. Era proprio l’architetto Milizia, il principale teorico dell’urbanistica di quei tempi che sostiene questa idea. Il Voghera esaminando la carta ella città si rende conto che la vecchia porta Po, per la sua posizione defilata rispetto al tracciato principale della città storica non andava bene. Gli danno l’incarico di progettare il rettifilo dell’attuale corso Vittorio Emanuele. Al termine si questo rettifilo si crea questa grossa piazza con una porta monumentale e per andare a Po si abbandona la vecchia strada (via del Sale). Il fiume si è ritirato. Nasce la necessità di scavalcare il Morbasco, perché il Po, ritirandosi, ha lasciato una memoria di se stesso che è il Morbasco".

Ma chi ha realizzato quel ponte, con quelle splendide decorazioni che rischiano di andare perdute? "Il fabbro che realizzò quell'opera appartenenva al ramo femminile della famiglia Groppali, e si chiamava Beniamino Ghilardotti - prosegue de Crecchio - Abitava nel palazzo all'angolo tra l'attuale via Massarotti e Porta Po. Contro il parere della famiglia Groppali, possidenti terrieri e fornaciai, il Ghilardotti si innamorò del lavoro dell'arte della lavorazione del ferro e delle possibilità artistiche date da quel materiale così malleabile. Probabilmente, oltre al ponte sul Morbasco, Ghilardotti realizzò a Cremona altre opere sia sui palazzi liberty che sulle cancellate. Cremona in quel periodo aveva bravissimi artigiani cementisti e fabbri"

Perchè si è curato così tanto l'aspetto di quel ponte? "Il passaggio sul Morbasco all'epoca era un passaggio molto importante anche dal punto di vista ambientale perché apre la città verso la campagna, nascono infatti i primi progetti del parco al Po. - continua de Crecchio - A Cremona stava perdendo capacità attrattiva il parco del vecchio passeggio, stretto tra ferrovia e attività produttive (le attuali via Dante e viale Trento e Trieste) e quindi l'attenzione si spostò a quel passeggio verso il fiume che diventò la nuova moda dei cremonesi. Lo dimostra anche il bel quadro del Vertua dedicato a quel passeggio, in un giorno di festa, con tanta gente e perfino i carabinieri a cavallo che controllano il via vai. Rimane poi il mistero di questa decorazione purtroppo devastata da questo grave incidente.  I simboli raffigurati sono due:  il delfino che nella tradizione mitologia greca, è uno degli dei delle acque ed era considerato l’Apollo dei pesci, il più elegante e rappresenterebbe la trasformazione in pesce dell’Apollo, il dio della bellezza ittica, e un oggetto metallico di difesa o di attacco : in alcuni casi un tridente, in altri un'ancora. E questo è un elemento della tradizione decorativa del primo Ottocento quando il neoclassico stava lasciando il posto all’eclettismo e al liberty, la linea sinuosa e floreale". 

Angelo Grandi, lo storico del XIX secolo, parlando del Morbasco e raccontandone la nascita dalla sorgiva di Paderno Ponchielli, arriva a parlare del cavo che arriva in città: da Cavatigozzi "piega verso Cremona nel territorio dei Corpi Santi di Porta Po, passa sotto il bel ponte che congiunge il nuovo magnifico viale...". Il ponte risale infatti al 1854 (inaugurato nel 1855) e nel  giugno 1857 viene collaudata la nuova strada Passeggio che, però, viene pesantemente danneggiata nell'ottobre da una disastrosa piena del Po che impone un generale riordino di tutti gli argini per eliminare i fenomeni di corrosione, operazione che viene completata nel 1861. Il viale era allora denominato "Passeggio al Po" quando dalla porta si prolungava in avanti fino al dazio. L'immagine dello splendido quadro del Vertua che proponiamo dà proprio l'idea dell'eleganza del passeggio dalla vecchia porta (dove adesso c'è piazza Cadorna) fino al viale. Il progettista di quel ponte forse fu Vincenzo Marchetti. Dunque un'opera che ha  almeno 168 anni. Per questo va subito recuperata.

Nelle foto di Gianpaolo Guarneri (FotoStduioB12) le cattive condizioni del ponte e il dipinto del Vertua con il passeggio nella zona di porta Po


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commenti


Matilde Aletti

25 agosto 2022 07:03

Grazie. Molto interessante.
Il viale Po non interessa più, anche i platani meravigliosi che lo delimitano vanno via via sostituiti con piccole piante insignificanti che sporcano tantissimo (ovviamente nessuno pulisce) snaturano l’aspettò del viale ed oscurano i fari che lo illuminano…

Giovanni

25 agosto 2022 13:45

Un continuo e inevitabile declino di una città grazie ad una amministrazione di incapaci e supponenti che comunque hanno laute indennità di carica .Vergogna

Marcella Fenti

26 agosto 2022 18:36

L'articolo è molto interessante, ma mi permetto di segnalare l'inesattezze relativa al nome del progettista del ponte che è l'ing. Adriano Turchetti. Il progetto è del 1854, ma il verbale di consegna dei lavori all'appatatore è del 20 giugno 55. il collaudo del ponte risale al gennaio 1858.

michele de crecchio

28 agosto 2022 00:49

Decisamente sfortunate, nel 2022, le opere progettate a Cremona, a distanza di circa un secolo l'una dall'altra, dagli omonimi ingegneri (che immagino anche imparentati tra di loro) Adriano Turchetti. Spero che si salvi la struttura del ponte costruito a metà ottocento sul Morbasco (i gravi guasti prodotti dal recente fortunale non dovrebbero, spero, averne intaccato le parti strutturali). Ben diverso invece sembra il destino, già deciso da tempo, dell'asilo Martiri della Libertà, progettato solo mezzo secolo orsono dall'omonimo ingegnere Adriano Turchetti (con ogni probabilità discendente diretto del progettista del ponte sul Morbasco): la struttura del quale asilo non sembra essere stata ritenuta compatibile con le vigenti norme antisismiche e dovrebbe essere, di conseguenza, abbattuta.