Encomio Solenne del Comandante Generale dell'Arma al colonnello dei Carabinieri Luigi Regni, comandante per 9 anni della Compagnia dei Casalmaggiore
Prestigiosa onorificenza per una vecchia conoscenza dell’Arma cremonese. Il colonnello dei carabinieri Luigi Regni, stimatissimo ed indimenticato comandante della compagnia carabinieri di Casalmaggiore dal 2003 al 2012, è stato insignito dell’Encomio Solenne del comandante generale dell’Arma dei carabinieri in occasione della cerimonia che si è tenuta mercoledì 5 giugno nella splendida cornice di piazza San Prospero, a Reggio Emilia, in occasione del 210 anni della Benemerita. Una cerimonia militare, molto partecipata, che ha visto intervenire le principali autorità civili e militari reggiane. Dopo la resa degli onori al comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, colonnello Andrea Milani, è stata data lettura al messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dell’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi. Ha poi preso la parola il Comandante Provinciale, Colonnello Andrea Milani e dopo il suo intervento sono state consegnate le onorificenza ai militari che si sono distinti nelle diverse attività di servizio. Al colonnello Regni, ancora oggi molto legato a Casalmaggiore e al cremonese che frequenta abitualmente, è stato appunto assegnato l’Encomio solenne del comandante generale dell’Arma. Si tratta di una onorificenza di particolare prestigio che il colonnello Regni ha ricevuto per l’impegno profuso proprio nella parte finale della sua lunga carriera militare (durata quarant’anni) quando era a capo della compagnia carabinieri di Guastalla ed ha operato, con i suoi uomini, da subito, per il tragico caso legato all’omicidio di Saman Abbas. Una vicenda che, come lui stesso ammette, lo ha profondamente provato a livello sia fisico che psicologico.
Da giovane militare, quando era al comando di Firenze, aveva svolto indagini per il celebre caso del Mostro di Firenze; poi nel corso della carriera si è spesso trovato di fronte ad episodi tragici, ma quello della giovane Saman resta per lui il più pesante. “In quella occasione, pur non sentendo mai alcuna pressione da parte dei superiori che, nei nostri confronti hanno sempre usato particolare delicatezza e attenzione – racconta – la tensione era stata comunque enorme, come facilmente si può immaginare. Trovarsi a quasi 60 anni a lavorare col caldo di quei giorni, sotto le serre, con la pressione mediatica che si era sollevata era stato davvero pesante. Per le sofferenza fisiche e psicologiche patite avevo perso 9 kg”. Le indagini, inutile dirlo, erano state particolarmente lunghe e complesse e lui, il colonnello Regni, è sempre stato lì, sul campo, con la divisa “incollata addosso” portando avanti, parallelamente e contemporaneamente, l’attività di comandante di compagnia e quella di militare direttamente impegnato sul posto, sempre animato dalla convinzione che “il comandante deve stare sempre in mezzo ai suoi uomini”. Lo si erta visto, qualche anno prima, con i gradi da ufficiale, immerso nel fango durante l’alluvione che aveva colpito la zona di Lentigione; lo si è poi visto, sofferente, stanco, ma fieramente in piedi, nell’azienda agricola di Novellara dove si sono da subito concentrate le indagini legate alla scomparsa della povera Saman. L’encomio solenne che gli è stato consegnato a Reggio Emilia è decisamente meritato. “Ringrazio innanzitutto il comandante generale dell’Arma per avermi concesso questo riconoscimento – ha commentato a caldo – e ringrazio ovviamente i superiori che mi hanno segnalato. Ritengo, in quella come in altre occasioni, di aver fatto semplicemente il mio dovere. Dedico questo premio ai miei collaboratori di allora, oggi ex collaboratori; a mia moglie Cristina, davvero una santa donna che mai ha fato quelle che io definisco ‘invasioni di campo’ ed a mio padre Rufino, oggi 94enne, anche lui colonnello dei carabinieri, dal quale ho ricevuto fondamentali lezioni per la mia attività nell’Arma”. Regni, per la cronaca, è in pensione dal 2022 ed ha fatto incetta di riconoscimenti. Infatti solo nel 2023 gli sono stati assegnati la Medaglia d’oro Mauriziana per i 10 lustri di carriera militare, il Diploma dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, e l’ onorificenza di Cavaliere del Sacro Ordine Militare Costantiniano di San Giorgio. Continua inoltre ad essere, anche da pensionato illustre, un importante baluardo di sicurezza e legalità, impegnato in terra parmense (dove vive) sia nell’Associazione nazionale carabinieri che nel servizio di Controllo di vicinato. Viene inoltre regolarmente invitato, come relatore, a portare la sua esperienza durante conferenze legate ai temi “caldi” della sicurezza, del “Codice rosso”, delle truffe. In terra cremonese, e Casalasca in particolare, da ufficiale ha fatto tantissimo e, di certo, può portare ancora un prezioso contributo a tutti quegli Enti ed a quelle associazioni che avranno necessità della sua esperienza certi del fatto che quando si “busserà” alla sua porta lui, con la divisa nel cuore ed i valori umani messi “in campo” dirà sempre “Presente”.
Eremita del Po
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commenti
Cosimo
7 giugno 2024 12:41
Baluarda Presentazione