Essere autonomi anche in situazioni di fragilità o disabilità è possibile: nasce a Cremona l'Associazione CondiVivere APS
Il desiderio e la necessità di essere autonomi anche in situazioni di fragilità o disabilità. Nasce da ciò la volontà dell’Associazione CondiVivere APS, nata il 2 luglio scorso e che si propone di essere un punto di riferimento per le famiglie ed i caregiver di persone fragili o con disabilità.
«Siamo una grande cornice che contiene tante possibilità per il mondo della disabilità e delle fragilità». Così la descrive Tiziana Cappiello, presidente dell’associazione ma prima di tutto, sorella e caregiver di Alessia ed operatrice socio sanitaria da oltre 32 anni: «La nostra associazione nasce dalla volontà di un gruppo di famigliari di persone con disabilità e di operatori che hanno colto la necessità delle famiglie di poter garantire un futuro dell'abitare in autonomia ai loro ragazzi, che spesso per primi chiedono di poter vivere autonomamente».
In questi primi mesi l’associazione, che ha sede a Cremona, si sta presentando al territorio e lo scorso sabato ha fatto tappa a Derovere, dove ha spiegato le finalità ed il modus operandi.
«Operiamo per prima cosa per cercare di capire quali sono i bisogni della persone che ci contattano, attraverso un lavoro di monitoraggio direttamente in famiglia o comunque in un ambiente protetto; -racconta Cappiello- qui troviamo diverse situazioni, con ragazzi che desiderano andare a vivere da soli ed hanno bisogno di sostegno e supporto nel percorso verso l’autonomia, ma possiamo avere all’opposto situazioni in cui non c’è possibilità di una situazione abitativa al di fuori di casa, ma resta comunque la necessità di poter avere la maggiore autonomia possibile. Oppure abbiamo ragazzi che svolgono un’attività lavorativa ed anche in questo percorso hanno necessità di un appoggio per poter portare avanti il proprio lavoro». Insomma, tante situazioni ognuna diversa dall’altra, accomunate però tutte dal bisogno di un sostegno esterno sia per loro che per le famiglie: «Per questo mettiamo a disposizione figure professionali che si occupano di trovare soluzione personalizzate e studiate sulle diverse esigenze. -spiega la presidente- Inoltre lavoriamo a stretto contatto con le altre realtà del territorio che già sono presenti ai diversi livelli, pensiamo ad esempio ai S.A.D. comunali, aiutando ad attivare servizi in ottemperanza alla legge 112 sull’autonomia delle persone con disabilità. Insomma, cerchiamo di usufruire di tutta quella rete di servizi che sono disponibili ma che magari si fa fatica a mettere a sistema, soprattutto per le persone più anziane o chi ha meno dimestichezza con i sistemi digitali». In altre parole, CondiVivere si propone di essere un catalizzatore in grado di creare e sviluppare la rete delle diverse realtà, associazioni e servizi sia locali che su più ampia scala, il tutto con l’obiettivo di garantire il benessere sia dei ragazzi con fragilità che delle loro famiglie. «Pensiamo ad esempio sia a rendere autonomi i ragazzi che vogliano vivere da soli, come ad esempio una nostra associata con sindrome di down che vive per conto suo, ma anche semplicemente a dare supporto ai genitori che magari vogliono fare un week end fuori città ma non sanno come gestire il figlio che non può restare a casa da solo. Inoltre stiamo lavorando anche su progetti di co-housing, ossia di coabitazione, dove c’è disponibilità di spazi, per ampliare l’offerta di una vita autonoma ma in condivisione con altri ragazzi».
Tanti diversi progetti che non possono prescindere da percorsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti e che si articolano in tre momenti di ascolto e osservazione, come spiega ancora Tiziana «Per prima cosa, lo spazio di ascolto dei protagonisti, ossia i ragazzi stessi, per aiutarli ad esprimere quelle emozioni, sensazioni e desideri di cui magari non riescono a parlare in famiglia, come del resto spesso avviene con gli adolescenti; poi abbiamo lo spazio naturalmente per i genitori, con tutto il loro carico emotivo e di preoccupazioni per il presente ed il futuro dei loro figli. Infine lo spazio per i fratelli, perché anche loro sono attori fondamentali in queste situazioni ed anche loro devono avere il loro spazio di ascolto e di confronto». Le figure messe a disposizione dall’associazione direttamente sono tutte altamente qualificate e formate: «Abbiamo operatori qualificati come OSS e ASA, educatori, assistenti famigliari ed uno psicologo dell’età adolescenziale e della disabilità giovanile. Naturalmente poi i nostri servizi non escludono le persone anziane con fragilità che hanno bisogno di un supporto nella quotidianità».
Per contatti o maggiori informazioni:
Ad oggi l’associazione ha attiva la pagina Facebook CondiVivere Aps ed un profilo Instagram dove trovare tutti i riferimenti necessari per prendere contatto e chiedere informazioni o aiuto. A breve verrà creata anche un sito web.
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