23 gennaio 2024

Giornata della Memoria: il racconto di Sami Modiano per la Rete scuole del Progetto Essere Cittadini Europei

400mila contatti per la diretta streaming della testimonianza di Sami Modiano sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau: un incontro organizzato all'Università Sapienza di Roma in collaborazione con il museo della Shoah e proposto in Provincia di Cremona a tutte le scuola della Rete del progetto Essere cittadini Europei.
Ilde Bottoli, referente scientifico del percorso che porterà gli studenti al viaggio della memoria 2024 ha introdotto l'intervento di Modiano dall'Aula Magna del Torriani, scuola capofila del Progetto e ha ricordato l'istituzione della giornata della Memoria che deve essere l'occasione di ricordare i 12 milioni di vittime dello sterminio nazista: ebrei, sinti, rom, testimoni di Geova, Imi, oppositori politici. La dirigente della scuola capofila Simona Piperno ha invitato gli studenti ad essere testimoni di pace in "un' epoca di conflitti. Il conflitto è all' ordine del giorno. Sta a voi essere testimoni di pace e raccontare quello che sentirete oggi".
Il presidente di Anda Tiziano Zanisi ha sottolineato: "Sami Modiano è un 'giovanotto' di quasi cento anni a cui è stata tolta la giovinezza. Ascoltate il racconto di una giovinezza rubata".
 
La narrazione di Sami ha commosso l'aula magna del Torriani e probabilmente anche le migliaia di studenti in ascolto da tutta Italia. "Vivevamo in fratellanza nella nostra comunità ebraica di Rodi- ha raccontato Modiano". Poi, un giorno del 1938, dopo la promulgazione delle leggi razziali Sami viene convocato alla cattedra dal suo amato maestro e gli viene comunicata l'espulsione dalla scuola. E' il primo di una serie indicibile di dolori e di orrori. La madre muore nel 1941, nel 1943 l'armistizio e l'invasione tedesca di Rodi creano ansia e timore; dopo mesi di apparente tranquillità, a luglio 1944 Sami, la sorella e il padre vengono deportati. Il viaggio è forse il più lungo che i tedeschi abbiano mai organizzato per deportare gli ebrei: in nave stipati in carrette sovraffollate; raccolti vicino al Pireo in un campo di smistamento e poi in treno: in 90 per vagone, il caldo torrido di agosto, un secchio per gli escrementi  e quattro o cinque per l'acqua: "è facile da raccontare a parole adesso-sottolinea Sami- ma bisogna averlo vissuto, come si fa? Dove finiscono la dignità e il pudore?". Finiscono, verrebbe da rispondere, in tutti quei gesti di fratellanza che la comunità ebraica, come racconta lo stesso Modiano, anche in quel contesto ha saputo esprimere: la condivisione della poca acqua, piccoli gesti di conforto, importanti. In Germania gli uomini vengono separati dalle donne. Sami racconta con dolore la separazione da sua sorella e lo strazio del padre, che prova a ribellarsi e viene massacrato di botte. La sorella diciottenne sopravvive forse 30 giorni, il padre  quarantacinquenne poco più, Sami si salva dalla prima selezione perché abile al lavoro, dalla seconda per un caso fortuito e all'ultimo momento. E' proprio questa circostanza che lo porterà a un cambio di lager e a conoscere Pietro Terracini con il quale condivide la storia di deportazione e sterminio della famiglia. Si aiuteranno e si sosterranno.
Sono tanti i momenti in cui il racconto di Sami è rotto dalla commozione, ma mai un cedimento nella lucidità di un racconto dignitoso e forte: egli ricorda date, giorni, mesi e quasi ore che l'hanno condotto a conoscere l'inferno. Tiene molto a rispondere a tutte le domande degli studenti, "forse è l'ultima volta" sussurra al docente della Sapienza che vorrebbe forse sollevarlo dal tormento delle fasi più dolorose della testimonianza. Non finiremo mai di ringraziarlo.


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