Grande festa per lo STRADIVARImemorialday. Il duo Gringolts-Laul convince con un’ottima alchimia. Protagonista indiscusso lo Stradivari 1715 “Cremonese”
Nella casa dei violini, in occasione dello STRADIVARImemorialday, sono risuonate le note di uno dei pezzi più importanti della collezione: il celebre Stradivari 1715 “Cremonese”. Al Museo del Violino, accompagnato da un applauso, lo strumento ha fatto il suo ingresso trionfale portato dal curatore Fausto Cacciatori quello che il direttore artistico Roberto Codazzi ha definito “I trecento grammi più costosi al mondo” citando una vecchia pubblicità della pasta.
Un pezzo preziosissimo a tal punto che anche i minuti in cui è stato suonato sono stati regolati da rigidissimi protocolli. “Sicuramente entro le 22,30 deve tornare nella sua teca alla giusta temperatura ed umidità” spiegano dal Museo. Alla ribalta il violinista Ilya Gringolts ed il pianista Peter Laul. Un programma dalle elevate vette di virtuosismo quello presentato dai due musicisti che ha avuto inizio sulle note della Sonata n.2 per violino e pianoforte in re minore “Grosse Sonate” op.121 di Robert Schumann proposta con elevata alchimia fra i due musicisti. È stata poi la volta della Fantasia in do maggiore per violino e pianoforte op.159 di Franz Schubert eseguita con trasporto e gusto. Momenti di rara bellezza anche nei “Tre quadri di vita cassidica” di Ernest Bloch, elevate suggestioni derivate da un linguaggio musicale più novecentesco, ben “rette” dall’incredibile suono dello Stradivari fra le mani di Gringolts. Necessario spendere due parole per questo strumento dal suono unico e indescrivibile. La sua forma genera una melodia tonda, piena, grave, ricchissima di armonici. Un violino davvero poderoso, a tal punto che i due artisti hanno scelto di lasciare scoperta anche la cassa armonica del pianoforte Fazioli. Gringolts e Laul hanno ottima intesa ed eccellente tecnica, meritati infatti i numerosi applausi tributati dalla sala ai due musicisti. Il violinista sembra immerso in un mondo parallelo quando suona, riuscendo a far apprezzare le molteplici sfumature vergate su carta dagli illustri compositori. Laul ha un suono quasi liquido, mai invadente. Un’ottima prova anche la sua, sopratutto innanzi alle vertiginose pagine schubertiane.
Una bellissima serata, di elevato livello musicale, che ha celebrato come ogni anno l’anniversario del nostro liutaio più illustre: Antonio Stradivari.
foto Gianpaolo Guarneri/Studio B12
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