I primi, meravigliosi centun’anni di Pina Piseroni, la nonna più longeva di Spinadesco
Giuseppina (Pina) Piseroni ha doppiato il secolo d’età da qualche giorno. Il 28 Maggio, ha infatti spento centouno candeline, meritando il titolo di più longeva di Spinadesco, il paese in cui ha trascorso gran parte della sua vita. Pina è venuta alla luce a Paderno Ponchielli, nel lontano 1924. Si è poi sposata prestissimo con il Baffo, Ernesto Mineri, il baffuto guardiacaccia, con il quale ha avuto tre bambini: Carla, Angelo e Valentino. Pina afferma di essere stata sarta. In realtà, è stata una brava casalinga, con la passione del taglio e del cucito ed ha realizzato con le sue mani i costumi di carnevale della nipote Michela, che ha regalato alla nonna, a cui è affezionatissima, due bei pronipoti: Giorgia e Matteo. Se le capita di parlare della guerra, Giuseppina ricorda episodi legati forse più alla gioventù che alla tragedia dell’epoca. Di quando, per esempio, si faceva accompagnare dal Baffo in bici da Sesto a Pizzighettone, per recarsi alla Sicrem, dove ha lavorato brevemente. Durante il tragitto, regolarmente, a causa della posizione molto scomoda, le gambe le s’informicolavano ed una volta, proprio per tale motivo, Pina non si accorse di aver perso le ciabatte, le uniche calzature che possedeva, in tanta miseria. Pina ed il Baffo dovettero quindi tornare indietro per cercarle, nascondendosi nei campi coltivati che costeggiavano lo “stradone”, non appena sentivano avvicinarsi le camionette dei tedeschi. Rincasati più tardi del solito, Pina venne rimproverata dal padre, per il pericolo corso. Eppure, anche i soldati erano spesso ragazzi desiderosi di un momento di spensieratezza. E successe che, al cavalcavia di Sesto, alcuni di loro fecero apposta a sbucare all’improvviso, per spaventare Giuseppina e le sue amiche in bicicletta, che caddero inesorabilmente una addosso all’altra. In caserma, le giovani non riuscirono a soffocare le risate nemmeno davanti al comandante, che, oltremodo stizzito, le congedò bruscamente, con una frase divenuta proverbiale in casa Mineri: “Andate fuori, stupidine delle stupidine!!”. Pina ha davvero attraversato una grossa fetta di storia: la dittatura fascista, il Secondo conflitto mondiale, la nascita della Repubblica italiana, l'estensione del diritto di voto alle donne. È stata testimone degli eventi salienti del Novecento e le piace ancora tenersi aggiornata, con la lettura quotidiana del giornale. Alla Ca’ vecia, nella zona golenale di Spinadesco, ha superato con tenacia le difficoltà dell'alluvione del '51: "Eh, mica abbiamo ricevuto gli aiuti che danno oggi – racconta scuotendo la testa - solo una sedia dal parroco, ma era così ricoperta di cera da non essere buona neppure come legna da ardere nel camino. Venivano in barca, dall’argine maestro, per portarci il cibo”. Per Pina, il periodo migliore è stato sicuramente quello passato al Bosco delle Gerre, quasi adiacente al fiume Po: “Non avevamo nulla – spiega con nostalgia – però io mi sentivo in paradiso!”. Adesso Pina si è trasferita con Angelo in via XXV Aprile: parenti ed amici le hanno portato un piccolo dono per il suo importante compleanno. Lei, che ora è un po’ dura d’orecchi, è stata in silenzio a guardare chi ha voluto festeggiarla, ricambiando i sorrisi, con un volto sereno ed appagato. Cari auguri, Pina!
Nelle fotografie: Pina con il figlio Angelo e con la nipote Michela, il giorno del centunesimo compleanno poi con suo marito Ernesto Mineri, soprannominato Baffo; e ancora con lui e con i loro bambini Carla ed Angelo; un’immagine d’epoca di Spinadesco.
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