Il 2024, per il maestro cremasco Jader Bignamini è iniziato alla grande e trionfa a Parigi con la Netrebko
Allora a Parigi, per la rappresentazione di Adriana Lecouvreur andata in scena all'Opéra National de Paris, il maestro Jader Bignamini da Crema ha spaccato, iniziando alla grande il 2024, dirigendo l'Adriana di Cilea nell'allestimento di David McVicar con Anna Netrebko e Anna Pirozzi.
L'anno che è iniziato da poco si annuncia ricco di grandi soddisfazioni per il direttore d'orchestra cremasco, con la Detroit Symphony Orchestra di cui il maestro e direttore musicale che ha annunciato l'estensione del suo contratto fino al 2031. E, intanto, all'orizzonte si affacciano diversi e nuovi appuntamenti in programma. Così, il sito di settore apemusicale.it, ha giudicato l'opera diretta da Bignamini...
"Grande trionfo di Anna Netrebko in questa ripresa di Adriana Lecouvreur in cui si sono combinati una bacchetta di altissimo livello, un cast omogeneo e una messa in scena di grande qualità. Non è facile scrivere qualcosa di nuovo sul grande soprano russo e sulla realizzazione dei suoi personaggi. Adriana Lecouvreur permette ad Anna Netrebko di esibire e dimostrare la sua perfezione vocale e la sua credibilità attoriale. Fin dal suo ingresso con "Io son l'umile ancella", cantata con un fiato travolgente, tempi larghi, pienezza di sfumature e con un'emozione che si è trasferita dal palcoscenico al pubblico, la Netrebko è stata un'Adriana di altissima qualità. Piena di vitalità nel primo atto, la drammaticità della sua voce aumenta man mano che lo spettacolo procede. Il suo scontro con la Principessa di Bouillon è stato da antologia, la sua recitazione di Fedra è stata impressionante con tragica solennità e senza affettazione, l'atto finale è stato straziante con un "Poveri fiori" da ricordare e una scena della morte agghiacciante. Naturalmente le caratteristiche del personaggio le danno la possibilità di mostrare la sua musicalità senza cedimenti, di travolgere con i suoi acuti, di affascinare con il suo fraseggio immacolato e di godere del suo bel timbro perfettamente riconoscibile. Ha anche accresciuto la sua densità nel registro grave, che suona più naturale.
Ottimo il lavoro di Jader Bignamini nella direzione orchestrale, che ha fatto emergere tutta la bellezza della partitura, facendola crescere in coerenza musicale e dando perfetto spazio ai solisti per brillare, evidenziando sia i momenti lirici che quelli drammatici. La risposta dei professori d'orchestra è stata di prim'ordine per completare lettura di eccellenza".
Questo invece il pensiero, dedicato alla recente direzione parigina, del lanciato Jader: "Parigi è nel mio cuore, grazie a tutti i bravissimi musicisti dell'orchestra, alla troupe, a tutti i miei colleghi e al pubblico, siete meravigliosi e rendete questa produzione indimenticabile".
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