7 giugno 2021

Il 27 nella chiesa di Sesto la prima omelia di don Marco Vitale nella diocesi cremonese

Per celebrare la sua prima messa nella diocesi di Cremona Don Marco Vitale, ordinato sacerdote domenica scorsa 6 giugno a Torino, tornerà il 27 giugno nella chiesa parrocchiale di Sesto Cremonese, il suo paese natio. Domenica scorsa alla sua prima messa nella chiesa di Maria Madre dei giovani presso il Sermig a Torino, don Marco, 47 anni, ha ringraziato la famiglia, presente in chiesa, e parenti che hanno seguito le celebrazioni da casa. Da Sesto, dove è nato e cresciuto e da dove è partito il suo cammino: la laurea in ingegneria, il lavoro nelle telecomunicazioni, fino all’incontro con Ernesto Olivero, fondatore dell’Arsenale della Pace, che gli ha aperto al strada della missione nella Fraternità della Speranza. A Mole, in Brasile, per 15 anni don Marco ha prestato servizio accanto ai più poveri, ai senza fissa dimora delle favelas e dove ha accolto la chiamata al presbiterato. In Sudamerica ha iniziato gli studi teologici, completati nell’ultimo anno al Seminario di Torino. «Voi oggi siete ordinati presbiteri in eterno, per sempre – ha detto nella sua omelia l’arcivescovo Nosiglia rivolgendosi a don Marco Vitale e agli altri due nuovi sacerdoti ordinati nella Cattedrale, don Paolo Miotti  ed Eduard Blaj – Il cuore del sacerdozio sta nell’amore a Cristo, solo questo rapporto di amore profondo fa superare le stanchezze e le prove, mantiene giovani e spumeggiante il cuore del presbitero».

Iniziando l’omelia don Marco ha mostrato un piccolo disegno che gli è stato donato da alcuni amici: «C’è qualcuno che prende per mano qualcun altro e lo porta a conoscere Gesù». Così, con profonda gratitudine, il sacerdote cremonese ha chiesto al suo padre spirituale, Ernesto Olivero, di pronunciare l’omelia, che il fondatore del Sermig ha letto tenendo don Marco accanto a sé: «È una gioia grande per me – ha detto Olivero – vedere due figli del mio cuore (anche don Paolo Miotti è della fraternità dell’Arsenale della Pace, ndr) diventare sacerdoti. Da oggi due ragazzi diventati uomini in mezzo a noi potranno ripetere nell’Eucaristia il dono che Gesù ci ha fatto».

«Imita ciò che celebrerai. Imita il dono che Gesù fa di se stesso – ha proseguito il fondatore del Sermig – Don Marco e don Paolo si consumeranno per amore, con quella forza d’amore che Cristo darà loro in abbondanza. Per amore di tanti piccoli che chiedono sacerdoti buoni: buoni come il pane e il vino. Buoni come Gesù»

diocesidicremona.it


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