11 gennaio 2024

Il Comitato per la riqualificazione dell'ospedale: lo strano silenzio di Galimberti sull'abbattimento e sul nuovo

Il Movimento per la riqualificazione dell'ospedale torna sull'intervista del sindaco Galimberti rilasciata al quotidiano La Provincia e si dice meravigliato del silenzio di intervistato e intervistatore sulla presentazione del progetto di abbattere l'ospedale esistente e di costruirne uno nuovo, scelta passata sulla testa dei cittadini. Ecco l'intervento del Movimento.

A volte la memoria ci lascia a piedi. Stavolta è capitato a intervistato e intervistatore. 

Il Sindaco di Cremona in un'intervista rilasciata a La Provincia.it il  5 gennaio 24 fa un bilancio del suo doppio mandato. Molte le domande e ampie le risposte. All'appello manca però quello che si può considerare il botto finale di questi mandati, frutto di una lunga gestazione molto sotterranea, con solo qualche annuncio sparso con misura per non rovinare la sorpresa finale. "Tutti sapevano", detto da chi ha partecipato alla costruzione del 'prodotto', precisato così "ne abbiamo parlato tra di noi". Di questo non dubitiamo, solo che ci si è dimenticati dell'obbligo, imposto ad amministrazioni e istituzioni dal dl. 833 istitutivo del Servizio Sanitario Nazionale, di favorire la partecipazione dei cittadini alle decisioni di interesse generale. 

Parliamo dell' 'affaire ospedale' che il Sindaco con Asst si è intestato: si demolisca il Maggiore e si edifichi un griffato ospedale-parco delle meraviglie dalle verdi ciclovie aeree, con lago bioclimatico e boschetto delle farfalle, aperto alla convivialità e allo shopping, "luogo di armonia tra uomo e natura anche attraverso il rispetto delle altre specie e con l'inclusione degli animali sia come..." e così per le 179 pagine del Documento di Indirizzo e Progettazione. Naturalmente pagano i contribuenti, sollevati dalla fatica/diritto di dire la loro nel merito.

Perché tacere dell' 'affaire ospedale' in un'intervista di bilancio di fine mandato? 

Che il Sindaco non ne sia del tutto convinto o, come si dice oggi, 'orgoglioso'? E perché non dovrebbe es-serlo? Certo per Cremona è un azzardo ambizioso che non risponde a quell'assenza di sanità diffusa sul ter-ritorio che il covid ha messo a nudo e a cui è imputabile in parte il nostro primato mondiale per morti in percentuale. 

Come non risponde al bisogno che abbiamo da subito di un presidio ospedaliero sostenibile e “adeguato alle necessità della popolazione" (come deve essere un ospedale, così il dr. W. Ricciardi del Consiglio Esecutivo OMS), che soccorra con personale preparato ogni esigenza, ben organizzato, digitalmente attrezzato, vale a dire dotato di tutto ciò che attiene alla gestione e che 'nuovi muri' pur griffati non posso-no per principio garantire.

L'ospedale c'è già ed è uno tra i più recenti della Lombardia e dei più moderni nell'impianto, aspetto che ne rende possibile l'adeguamento ai canoni previsti dal bando del progetto a costi dimezzati, mentre il recupero a stralci consentirebbe di intervenire con soluzioni sempre aggiornate ai progressi tecnologici e alle sopravvenienti necessità assistenziali.

E dunque, insistiamo, si riqualifichi il Maggiore come altrove si è scelto di fare.                              

Ma tacere dell' 'affaire ospedale' potrebbe avere un'altra ragione. Meglio non provocare. Occhio non vede, cuore non duole o, meglio, conviene lasciare nell'ombra, e dunque non nominarlo, quello che già agita la piazza se migliaia di Cremonesi hanno detto no al progetto e c'è un Movimento che si è fatto carico dell'onere di fare informazione su ciò che si decide dei destini sanitari di un'intera collettività, mentre chi ha il dovere di parlare tace. Nella speranza che torni la bonaccia e il Movimento si areni? 

Ma il “Movimento” resiste. 

O c'è qualcosa d'altro? L''affaire ospedale' ha assunto i contorni di un giano bifronte perché su di esso ha messo il cappello chi a sinistra si intesta il progetto e chi a destra promette di sostenerlo e condurlo in porto. È un carico da 90 da tenere in caldo per le elezioni. Ma chi delle due parti riuscirà a calare l'asso sul tavolo e sbancare? La posta è alta, occorrono strategie sottili che è prudente non giocarsi in un'intervista di inizio anno.

Sono solo supposizioni? Forse. Anche antipatiche. Ma per evitarle bastava e basta concertare con la cittadinanza le scelte ancorandole saldamente ai bisogni . 

Noi del Movimento per riqualificare il Maggiore, e con noi migliaia di cittadini, non abbiamo dimenticato quello che in un difficile Consiglio Comunale aperto, in pieno dramma covid, e' stato salutato con un corale  applauso. Si invocavano istituzioni locali e sanitarie capaci di "dialogare" con un'utenza e un territorio da non considerarsi come fruitori passivi di ciò che il convento passa perché, come richiamava con passione un medico in forza al Maggiore, "le alleanze sono fondamentali perché la salute non è di destra o sinistra ma è di tutti e per questo bisogna costruire "reti di cittadini" e "reti di salute"

Il Movimento per riqualificare l'ospedale di Cremona, memore della tragedia, ha risposto all'appello, ha lanciato la 'rete', rete di cittadini e rete di salute, e continuerà a farlo. 

Dall'alto ci aspettiamo, e siamo ancora in tempo, un gancio. Che non può essere il silenzio e la burocratica consegna ora di un progetto e poi (tra due lustri?) di un pur griffato e accessoriato di costosissimi orpelli  "pacco"  battezzato Parco della salute.   

 Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona 

 


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commenti


Bebo

11 gennaio 2024 10:05

Come si dice, chi tace acconsente!

Rosella Vacchelli

11 gennaio 2024 12:37

Quando si ha un progetto importante al quale si è lavorato per anni quasi in silenzio per dargli forma prima di esporlo a critiche potenzialmente capaci di fermarlo sul nascere e finalmente si riesce a " metterlo a terra ", si scoppia dalla voglia di portarlo in palmo di mano e gridarlo al mondo. Se poi il progetto non è un progetto privato ma è destinato non solo a essere pagato coi soldi dei cittadini ma a condizionare e determinare il destino sanitario di un'intera collettività, la voglia di gridarlo è sostenuta da un preciso obbligo e dovere di informare i destinatari del progetto. Anzi il dovere di informazione sancito da precise leggi in capo all'amministrazione e quindi al sindaco sarebbe dovuto scattare dai tempi della prima ideazione del progetto che avrebbe dovuto essere condivisa con i cittadini nelle modalità che i sistemi democratici prevedono e utilizzano. Si è scelta una strada diversa sin dall'inizio e si constata che a questa si è rimasti coerenti fino alla fine tanto che in un'intervista di fine doppio mandato il sindaco tace di questo che è destinato ad essere uno dei capitoli più importanti della storia della città e della provincia dei prossimi decenni, capace anche, se non opportunamente corretto, di dare un colpo decisivo alla sopravvivenza del Sistema Sanitario Nazionale già agonizzante sul nostro territorio e non solo. Non siamo alla veniale dimenticanza ma a una precisa scelta politica che trascura le regole della democrazia che impongono il coinvolgimento dei cittadini sulle scelte strategiche per la loro vita e che usa del denaro pubblico che è denaro dei contribuenti come del proprio conto corrente. Quello del nuovo ospedale non può essere trattato come un progetto architettonico dove vince chi ha l'idea più nuova e poi scatta la gara a conquistarsi il bando per l'esecuzione da parte delle categorie di settore. Il progetto ospedale nuovo o riqualificato è il progetto di vita di una collettività sul quale questa deve essere chiamata ad esprimersi.

Pasquino

11 gennaio 2024 17:12

Non è mai stato sindaco dei suoi cittadini ma di parte e ha sempre dimostrato i suoi limiti e purtroppo anche la sua inadeguatezza tanto che chi dei successori della sua parte avrebbe potuto anche gareggiare per essere eletto non se la sente dopo i tanti errori e le enormi ...cavolate ..
Manca poco e poi vada e .....resti nell'oblio