1 febbraio 2023

Il gruppo di Ercole sotto la Loggia dei Militi contro un muro. Perché non spostarlo al centro? Un secolo fa le prime discussioni sull'arredo urbano dello spazio

E’ sicuramente il gruppo marmoreo più bello della città, ma purtroppo, a causa della sua infelice posizione, poco conosciuto dai cremonesi e del tutto sconosciuto ai turisti. Eppure è simbolo stesso della città ed unica vestigia rimasta delle antiche porte che la richiudevano. Il gruppo di Ercole, addossato impropriamente al muro di fondo della Loggia dei Militi, è finito in questa assurda posizione poco più d sessant’anni fa, nel 1962, quando l’amministrazione comunale decise di ricollocarlo dopo averlo rimosso da porta Margherita, oggi porta Romana, demolita nel 1910. Il professor Gualazzini ha attribuito questa scultura al XVIII secolo, ma sicuramente potrebbe essere più antica. L'iscrizione, apposta nel 1964, dice: “Nel secolo XVIII fantasia di poeti e gusto d'artista suggerirono di ricordare sul fastigio dell'antica porta Margherita il mitico fondatore di Cremona, Ercole secondo una leggenda cara agli umanisti”. Ma, come aveva già scritto Antonio Leoni, per far esaltare la bellezza della scultura bisognerebbe fare un altro passo: spostarla dal muro e permettere che siano visibili entrambe le statue di Ercole, una adesso è rivolta verso il muro ed è difficile vederla. Quando erano collocati sopra porta Margherita (porta Romana), uno era rivolto verso la città, l'altro verso la campagna. La leggenda di Ercole fondatore di Cremona era stata portata avanti dagli umanisti e scrittori del passato (Arisi, Gadio e altri) e risale ai tempi dei romani. Ercole è sempre raffigurato con la clava perchè, secondo quanto si legge su un opuscolo del 1628, fu chiamato a liberare la nostra zona dai banditi e lui li mise in fuga prima di fondare la città. Nel 1982 in occasione del 2200° di fondazione di Cremona, il sindaco Renzo Zaffanella chiese allo scultore Ercole Priori di realizzare una statua con il mitico fondatore di Cremona nell'atto di depositare la prima pietra della città. Priori si mise subito al lavoro e preparò una magnifica terracotta che portò poi al sindaco desideroso di legare la città, anche per ragioni turistiche, ad Ercole. Purtroppo nel frattempo i fondi del 2200° erano terminati e la statua di Ercole in marmo o in bronzo che doveva finire ai Giardini Pubblici, non venne mai più realizzata.

Un vecchio problema, quello di arredare il portico della Loggia dei Militi. Il primo progetto si sarebbe dovuto concretizzare fin dall'autunno del 1929, prevedendo di decorare a mosaico le due pareti di fondo del porticato con soggetti riferentesi ai caduti in guerra in un'unica composizione non interrotta affidata al pittore Antonio Rizzi, nell'ambito del restauro curato dall'architetto Ambrogio Annoni e dall'architetto Gaetano Moretti. Sulla parete minore, all'interno di soggetti mitologici, si sarebbe dovuta rappresentare la figura alata della Vittoria con la mano destra appoggiata ad una spada, la sinistra recante l'alloro ed ai piedi l'aquila simbolo di Roma. Al centro del pavimento, riconvertito in lastre marmoree, si sarebbe realizzata un'ara alta una trentina di centimetri. L'intera composizione avrebbe avuto una lunghezza di 25 metri per 6 di altezza e avrebbe contenuto oltre duecento figure. La Regia Sovraintendenza all'arte medioevale e moderna delle provincie lombarde bocciò definitivamente il progetto nel marzo 1930, dopo una lunga trattativa intercorsa tra l'architetto Carlo Calzecchi Onesti, il podestà Giovanni Bellini, fervido sostenitore dell'intervento, e lo stesso conservatore Illemo Camelli, con il coinvolgimento del senatore e direttore del Ministero della Pubblica Istruzione Corrado Ricci, amico e sostenitore di Antonio Rizzi.

Un secondo progetto, lanciato nel 1934 da Illemo Camelli, prevedeva di realizzare sotto la Loggia dei Militi il Monumento ai caduti posizionandovi la copia della Vittoria alata di Bedriaco nell'ambito del Bicentenario stradivariano del 1937. Sul basamento destinato a sorreggere la statua si sarebbe dovuta incidere un'epigrafe, commissionata, su indicazione della direttrice della Biblioteca Governativa Virginia Dainotti, al latinista napoletano Vincenzo Ussani, che in realtà non venne mai realizzata in quanto il testo giunse in ritardo rispetto ai tempi stabiliti per l'inaugurazione del monumento, che avvenne il 4 dicembre 1937. Dalla Loggia dei Militi la Vittoria alata fu spostata nel secondo cortile di palazzo Affaitati su suggerimento del nuovo conservatore del museo civico Tullo Bellomi il 3 maggio 1940. Vi rimase fino agli anni Sessanta, quando fu spostata nella sala dei mosaici della sezione archeologica del museo civico Ala Ponzone, prima di finire nel nuovo museo archeologico di San Lorenzo.

Sta di fatto che per risolvere il problema del vuoto creato nella Loggia dei Militi, vi si posizionò allora il gruppo di Ercole proveniente da porta Margherita, addossandolo al muro. Una soluzione impropria, che nasconde la parte forse migliore dell’opera marmorea. Tanto varrebbe darle una collocazione più appropriata, al centro dello spazio, che ne valorizzi appieno la bellezza.

foto di Antonio Leoni

Fabrizio Loffi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti