Il multipiano di via Dante, emblema della città: la ruggine avanza quando tutto è fermo. E' il nuovo colore di Cremona (anche con i totem) non la città rossa ma quella arrugginita
Siano concesse tutte le attenuanti del caso, vostro onore. In principio fu il Covid, poi vennero i rincari sulle materie prime; poi vennero (e andarono e vennero di nuovo e di nuovo se ne andarono) imprese che si alternarono in una polka edilizia molto ritmata ma ben poco producente. Sta di fatto che non siamo punto e a capo ma poco ci manca, col nuovo parcheggio di via Dante. Elemento di vanto sin dal primo programma elettorale della Giunta Galimberti, l’opera ammicca (poco, a dire la verità) in tutto il suo semi-fallimento sotto il cielo antracite novembrino, a quasi due mandati da che mente umana ne concepì la realizzazione.
Molto vi sarebbe da dire circa l’ideazione di questo rettangolo d’acciaio in fregio al Cavalcavia del cimitero, ma lasciamo siano gli architetti a dilettarsi e discettare circa l’impatto urbanistico dell’opera, peraltro non priva d’utilità per pendolari e cittadini. Fatto è che è sufficiente una visita al Cimitero – sorvoliamo qui sulle condizioni del cavalcavia, oggetto delle attenzioni di questo giornale ormai da anni – per rendersi conto di questa Caporetto. Il multipiano è lì, silente cattedrale in un non-deserto, cattedrale laica mezza compiuta mezza no. Incompiuta più dell’incompiuta di Schubert, di certo. Vuoto, ovviamente. Inservibile colosso d’acciaio traforato in attesa che dopo quasi otto anni quello che era un punto di programma, una promessa, diventi concretezza.
Qui, di concreto, c’è la grande bruttezza di un’opera nata male e proseguita peggio. Ma se è vero che il tempo è galantuomo e il cittadino s’è ormai assuefatto alla sciatteria, è altrettanto vero che la ruggine non dorme mai. Guardatelo, questo colosso di metallo: nuovo e al tempo stesso vecchio. Forse, come il Benjamin Button di Fitzgerald, semplicemente nato vecchio e in corsa a ritroso verso il tempo. Chissà, in attesa di scomparire nel nulla al termine dello scorrere invertito del tempo.
La ruggine, si diceva. La ruggine non dorme mai, cantava il vecchio Neil Young (quantomeno, così titolava uno dei suoi dischi più belli). A dire che a non fare si muore. A non muoversi si viene mangiati. Che la ruggine avanza quando tutto sta fermo. Che è poi quello che sta accadendo al multipiano (un doppio danno, dunque) e a questa città. Sarà il clima, umido e freddo o caldo e afoso ma sempre ammorbato da veleni; sarà la placida sensazione di finto benessere indotta dalla volontà di smetterla con le domande, deporre le armi e lasciarsi sopravvivere. E’ un fatto che Cremona sta arrugginendo. Come il multipiano, che da grigio che era stria ora il paesaggio urbano d’arancio. Un arancio malato, corrotto. Corroso, per l’appunto.
Fatelo un giro per il Cavalcavia. Soffermatevi a dare un’occhiata dall’alto a quella desolazione. Una bruttura in più, ecco quel che è. Una bruttura che la Cremona dei tetti rossi non meritava, ma tant’è, se l’è beccata. Ed esercita l’arte che più le si confà: tacere.
Ruggine. Come i celebri totem sparsi presso le porte della città nell’ambito di un’operazione che voleva essere di rilancio (?) e che s’è rivelata tragicomica. Di quattro se ne vede giusto uno. E per fortuna, che gli altri, nati volutamente con veste “vissuta”, oggi son divorati dalla ruggine ma se non altro non si vedono, nascosti come sono dalle piante dei parchi e dei parchetti in cui sono stati eretti.
E’ la ruggine il filo aranciato che tutto lega in questa città: la ruggine che mangia i totem che avrebbero voluto celebrare il riappropriarsi del passato; la ruggine che mangia l’autosilo incompiuto, che avrebbe voluto traguardare la città in un futuro operoso. E’ la ruggine che attanaglia noi cittadini, apatici, stanchi, spossati o disinteressati. Che attanaglia la politica, scomparsa dai radar più d’un velivolo sopra il Triangolo delle Bermuda. Tutti silenti testimoni della ruggine che avanza, che tutto mangia, anche la voglia di protestare.
Datela un’occhiata a quell’emblema di una città in cui la ruggine corre. Datela magari in questi giorni, andando a trovare i vostri cari al Cimitero. E ricordate – ricordiamocelo, la ruggine avanza quando tutto è fermo. Si nutre d’acciaio, la ruggine vera. Si nutre della nostra inedia e del nostro tedio, la ruggine metaforica.
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commenti
harry
2 novembre 2023 15:36
Suvvia, lo sanno tutti che il "corten" oggi va tanto di moda !
Maurizio
2 novembre 2023 15:44
Il multipiano e' l'emblema dell'inettitudine di questa giunta che in due mandati ha distrutto la citta'
Gianluigi Stagnati
2 novembre 2023 15:47
E aggiungiamoci pure i pannelli che ricoprono il nuovo supermercato di via Giordano, pure loro arrugginiti e finiti agli onori della cronaca.
Tornando al multipiano, e farlo in acciaio zincato come il vicino parcheggio coperto?
Non c'era il problema di doverlo verniciare, sia adesso che nel corso del tempo.
Inoltre il nuovo multipiano prevede nel terzo lotto la realizzazione del giardino verticale tutto attorno alla struttura.
Che richiederà ulteriore manutenzione e nasconde alla vista i mezzi parcheggiati, alla mercè dei soliti idioti.
Luca Ferrari
2 novembre 2023 16:19
Bentornato Centenari!
Paola D’Amico
2 novembre 2023 17:11
Complimenti all’autore. Il manufatto l’ho ben presente, abito poco distante. È davvero uno scandalo, come lo sono i marciapiedi a groviera, le piste ciclabili disegnate sugli stessi marciapiedi bombardati, le piante (pur merce rara a Cremona) a ridosso ancora una volta dei marciapiedi.
Georg Duhr
4 novembre 2023 19:32
gentile signora Paola, le piste ciclabili disegnate sui marciapiedi sono tremende, segno di una mentalità di mondo alla rovescia che si è impossessato degli amministratori - invece di ridurre lo spazio per le auto, stanno restringendo quello dei pedoni. E questo sarebbe un gesto per l'ambiente ? No, va solo a scapito della vivibilità dei centri.
A Parma già da più di dieci anni esempi di tali palesi assurdità ormai 'normali', lìne hanno fatto tanti di quei obbrobrii - col risultato che dei ciclisti girano anche su dei marciapiedi che non sono
ancora in teoria adibiti solo pedonali (mi riferisco a via Toschi) .
Michela
2 novembre 2023 17:28
Stessa fine farà il nuovo ospedale
Mariateresa
2 novembre 2023 20:00
La ruggine sta invadendo la città e sembra corrodere anche l'animo dei cittadini, delusi e purtroppo rassegnati senza reagire (con qualche lodevole eccezione).
Marco Pelloni
2 novembre 2023 20:14
Scritto bene questo pezzo, una poesia quasi.
Michele de Crecchio
2 novembre 2023 23:14
Finalmente ho il piacere di rileggere l'ottimo Centenari! Come gli è congeniale fare, affronta correttamente una questione davvero importante alla quale la politica locale e la stessa stampa cittadina dedicano una attenzione decisamente inadeguata.
Georg Duhr
4 novembre 2023 19:18
l'articolo merita per il suo piglio letterario (complimenti all' autore), ma rattrista per l'argomento trattato, la realtà tetra è triste di quella allucinante costruzione.
Sono sempre traumaticamente reduce da quella orrenda pensilina di Piazza Stradivari che per anni e anni puntava come un ariete contro la visuale del Duomo, uno scempio tremendo ad opera del predecessore del valido Giancarlo Corada che purtroppo neppure lui impose di togliere; per fortuna vi riuscì Oreste Perri a cui va riconosciuto questo grande merito.
Ora però è in corso un proliferare di scempi di cui quel delirante 'monumento alla ruggine' è proprio simbolo.
Anna
6 novembre 2023 07:22
Non lamentatevi avete voluto rieleggere ancora questo ora vi lamentate? .Fatevi un esame di coscenza la possibilità c'era per cambiare ma lo avete votato non si piange sul latte versato faccio anche la rima poetica , o si è votato da solo?.
Ivana Mascheroni
6 novembre 2023 08:14
Quanta verità in questo articolo! Ci pensavo ieri.. Peggio di questa giunta comunale cosa può accadere a Cremona? Più che un probabile parcheggio è stato tolto anche lo spazio dove si poteva parcheggiare in precedenza. Dico questo restando in tema di parcheggi , non si contino poi le strisce blu!
Si è dato spazio alle piste ciclabili cittadine, un vero pericolo per cicli e auto.... Tanto ci sarebbe da dire e più ancira da fare.... Speriamo nella prossima giunta!
Cesare
6 novembre 2023 10:20
Purtroppo i fallimenti continui delle giunte che si susseguono sono sotto gli occhi di tutti, in quasi quarant'anni gran parte del fascino di questa città e stato sepolto da "politici" incompetenti,anche qui per favorire gli amici degli amici. Ma a questo mondo ognuno ha quello che si merita, e quando deve arrivare il peggio non tarda mai .