7 maggio 2025

In attesa dei dazi cresce il cibo italiano in Usa. L'analisi di Coldiretti

Nei primi due mesi del 2025 le esportazioni di cibo Made in Italy verso gli Usa sono cresciute in valore dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione di Tuttofood, la kermesse dedicata all’agroalimentare alla Fiera di Milano Rho. I dati indicano che ad inizio anno si è registrata una crescita degli acquisti da parte degli importatori statunitensi – sottolinea Giovanni Roncalli, Direttore di Coldiretti Cremona – con l’obiettivo di “fare scorta” di prodotti italiani in attesa di capire la mosse di Trump sui dazi, annunciati già in campagna elettorale e dopo il suo insediamento, poi fissati successivamente al 20%, prima di essere dimezzati e sospesi per 90 giorni.

Dal monitoraggio Coldiretti sui prodotti simbolo del Made in Italy a tavola, emergono comunque situazioni differenti da filiera e filiera. Per il vino, prima voce delle esportazioni agroalimentari tricolori negli States, arrivano segnali discordanti, tra chi sta registrando una ripresa delle vendite e chi, invece, rileva un calo almeno a livello di volumi. L’unico fattore ad accomunare tutte le cantine – precisa Coldiretti – è un senso di incertezza, considerata anche l’estrema mutevolezza degli annunci da parte del presidente americano Donald Trump. Per i formaggi, altro simbolo dell’italian food, il Consorzio del Grana Padano segnala un aumento ad inizio anno dell’11% delle forme spedite negli Usa, quasi il doppio rispetto al risultato generale. Per le conserve di pomodoro la situazione resta invece incerta, anche in considerazione dell’annunciato calo a doppia cifra della produzione della California e delle attese rispetto a quella cinese.

“Nonostante le tensioni commerciali, è evidente che il lavoro fatto in questi anni sulla promozione del cibo italiano negli States ha funzionato e, a prescindere da quali saranno le prossime mosse di Trump, occorre ora fare tutto il possibile per evitare un muro contro muro che finirebbe per danneggiare tutti” sottolinea Roncalli.

“Gli Stati Uniti rappresentano un mercato di fondamentale importanza per l’Europa, e in particolare per l’Italia, non solo per l’agroalimentare ma anche per altri comparti – evidenzia Coldiretti –. È evidente che ci troviamo in un contesto geopolitico profondamente mutato rispetto a pochi anni fa, dove le tensioni commerciali possono avere conseguenze rilevanti. L’auspicio è che l’Italia e l’Europa continuino a portare avanti il dialogo”.

Coldiretti Cremona, con una delegazione di agricoltori e funzionari, ha preso parte a vari momenti di approfondimento e difesa del made in Italy proposti da Coldiretti nell’ambito di Tuttofood 2025. L’appuntamento è stato occasione anche per ribandire le forti preoccupazioni sul possibile effetto dei dazi sul fenomeno dell’italian sounding. Per questo è stata allestita una mostra sui prodotti simbolo del Made in Italy in America, messi a confronto con le loro imitazioni che dall’imposizione dei dazi e dal possibile calo di vendite degli “originali” potrebbero trovare una ulteriore spinta. “Non bisogna dimenticare – conclude Roncallli – che già oggi gli Usa si piazzano in testa alla classifica dei maggiori taroccatori con una produzione di cibo italiano tarocco che ha superato i 40 miliardi in valore e che vede come prodotto di punta i formaggi”.

 

 


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