15 giugno 2025

In tantissimi da Cremona al Villaggio Coldiretti di Udine. Prandini: "Agricoltura strategica per l'Ue"

"Se l'Europa vuole davvero costruire un futuro comune, deve cambiare paradigma: non può pensare di aumentare la spesa militare fino al 5% del Pil senza mettere a rischio settori fondamentali come la sanità, il welfare e l'agricoltura" – è l'allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini dal palco del Villaggio Coldiretti a Udine in occasione del lancio del Manifesto per l'educazione alimentare nelle scuole –. Sarebbe un paradosso ritrovarsi a tagliare i servizi essenziali per acquistare carri armati e aerei".

A Udine sono presenti anche numerosi imprenditori agricoli di Coldiretti Cremona, che in questi giorni, guidati dal Direttore Giovanni Roncalli e dai Segretari di Zona, hanno raggiunto con vari pullman la città friulana per non mancare l'appuntamento con il Villaggio. Tra le aziende agricole protagoniste del grande mercato di Campagna Amica, aperto venerdì e che prosegue fino a stasera, dalla Lombardia c'è l'azienda Carioni di Trescore Cremasco, con il salva cremasco dop, eccellenza del nostro territorio. Tra le bandiere dell'agricoltura cremonese e italiana presenti al villaggio, anche lo stand Pomì, con tutti i prodotti d'eccellenza che nascono in terra casalasca. Accanto al Presidente nazionale Ettore Prandini e al Presidente di Coldiretti Lombardia Gianfranco Comincioli, c'è anche la folta delegazione di giovani agricoltori lombardi, con Coldiretti Cremona in prima linea.  

"La nostra richiesta è chiara: serve una scelta politica coraggiosa – ha sottolineato Prandini dal palco del Villaggio Coldiretti –. L'Europa deve introdurre gli eurobond e creare un debito comune per sostenere gli investimenti, evitando di gravare ulteriormente su Paesi come l'Italia, già appesantiti da un debito pubblico elevato".

Il Presidente di Coldiretti ha denunciato anche il rischio di squilibri interni tra gli Stati membri: "Il tentativo di derogare alle attuali regole sul debito rischia di aumentare le diseguaglianze. La Germania, ad esempio, vuole immettere direttamente 1000 miliardi nel proprio sistema industriale, metà dei quali destinati alla riduzione dei costi energetici. In questo modo, si compromette la competitività del tessuto produttivo italiano ed europeo".

"Se salta il tessuto produttivo – ha avvertito Prandini – la crisi diventa sociale: meno occupazione, meno capacità di spesa, meno consumi, anche alimentari. È un effetto domino. Per questo serve una politica agricola forte, che punti sulla qualità, sulla biodiversità e sull'innovazione, e che non lasci indietro le aziende delle aree interne e montane. Vogliamo un'Europa che non consideri l'agricoltura un comparto residuale, ma una leva strategica per lo sviluppo. Non possiamo accettare un sistema di aiuti ancorato a vecchie logiche, che ha già fatto perdere all'Italia oltre 10 miliardi. Vogliamo una Pac che premi chi produce, chi innova, chi custodisce i territori – ha concluso  Prandini – e lo abbiamo detto anche al Governo che ci ha confermato l'impegno al dibattito a livello europeo".

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti