In via 20 settembre l'agenzia di lavoro "InJob" occupa tre vetrine. Spariscono negozi e arrivano compagnie telefoniche, centrali di servizi, società di leasing, fornitori di gas e luce. La mappa
L'ultimo arrivato è in via 20 settembre, appena dietro l'abside del Duomo. E' una agenzia per il lavoro "InJob" (è parte di W Group, il primo grande gruppo italiano multi-brand e multi-canale di Human Capital solutions) che ha occupato tutto lo spazio dell'ampio negozio e le tre vetrine in cui c'era la "Casa del Sole" specializzata in giocattoli e didattica per bambini che si è spostata negli spazi più ridotti di via Mercatello. E' una vera e propria occupazione degli spazi commerciali in centro da parte di compagnie telefoniche, centrali di servizi, società di leasing, fornitori di gas e luce. Così muore il tessuto del commercio cittadino che un tempo richiamava anche dalle province vicine. Certo per i proprietari di immobili l'importante è occupare gli spazi ma in questo modo cambia radicalmente l'immagine del terziario cittadino già messo a dura prova dalla spietata concorrenza dei troppi centri commerciali o medie superfici di vendita che strangolano Cremona, dagli affitti cari, dal caro parcheggi, dal poco passaggio e quindi pochi affari che un centro storico dimenticato continua a soffrire. Certo tra il 2012 e il 2023, in Italia, sono spariti oltre 111mila negozi al dettaglio e la riduzione di attività commerciali è più accentuata nei centri storici rispetto alle periferie, sia per il Centro-Nord che per il Mezzogiorno. Cambia anche il tessuto commerciale all’interno dei centri storici, con sempre meno attività tradizionali (carburanti -40,7%, libri e giocattoli -35,8%, mobili e ferramenta -33,9%, abbigliamento -25,5%) e sempre più servizi e tecnologia (farmacie +12,4%, computer e telefonia +11,8%), attività di alloggio (+42%) e ristorazione (+2,3%) come sottolinea uno studio dell'Istituto Malacarne ma a Cremona la situazione sembra davvero sfuggire di mano. In corso Vittorio Emanuele è arrivato uno sportello di prestiti all'angolo di via Cesari (Signor Prestito) dove c'era l'esposizione del Mobilificio Anselmi, Edison nella centralissima via Monteverdi, Aspm fonitura di gas e luce sul corso Campi (al posto di un negozio di intimo), Facile.it all'imbocco di corso Garibaldi di fronte a via Palestro, Enel e Iliad quasi di fronte a Sant'Agata dove c'era un negozio di costumi da bagno. Un altro negozio di telefonia potrebbe arrivare in corso Campi (in una delle sei vetrine chiuse).
Negli ultini dieci anni a Cremona hanno chiuso 123 attività commerciali di cui il 30% in pieno centro storico. L'allarme è arrivato qualche mese fa da Confcommercio che ha indicato nell'eccesso di spazio dato dal Comune alla grande distribuzione la ragione della crisi. Dello stesso tenore anche Confesercenti che teme un'altra raffica di chiusura con i nuovi grandi spazi commerciali in arrivo che di fatto costituiranno una sorta di muro per chi vuole arrivare in città per fare spesa. D'altra parte, basta passeggiare per le vie del centro per rendersi conto di quanto è profonda la crisi del commercio.
Per fortuna, grazie ad una lunga e animata discussione in commissione paesaggio di qualche mese fa, sono state bloccate due trasformazioni di negozi di corso Garibaldi in garage già previsti dai progetti di ristrutturazione. Come tutelare le botteghe storiche cremonesi? A Firenze le hanno vincolate con un Piano Regolatore ad hoc. Certo qui poi bisognerà metterle nelle condizioni di ricevere clienti (servirebbe un nuovo piano della sosta gratuito o a prezzi calmierati), magari con sgravi sugli affitti o con l'introduzione per legge della cedolare secca anche per i negozi.
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commenti
François
12 maggio 2024 11:05
"PER FORTUNA, grazie ad una lunga e animata discussione in commissione paesaggio di qualche mese fa, sono state bloccate due trasformazioni di negozi di corso Garibaldi in garage già previsti dai progetti di ristrutturazione", sostituirei con DISGRAZIATAMENTE: liberare Corso Garibaldi, così come altre arterie cittadine, dalle macchine parcheggiate, che restringono la carreggiata, sarebbe altamente auspicabile. I gusti e le abitudini dei consumatori sono cambiate da un pezzo: questa è la vera causa della crisi del commercio; anziché negozi di pezze e stracci "firmati" meglio garage che tolgano, letteralmente dai piedi, automobili parcheggiate ovunque.
Andrera
12 maggio 2024 15:19
….quindi un esterno o un residente avrà modo di fare shopping sfrenato, per cercare un prestito, per cambiare operatore energetico e quant’altro….interessante…