17 ottobre 2023

In via Solferino i resti dell'antica insegna della bottega di un macellaio nella "Contrada delle beccherie vecchie". E il Comune ci mette un bidone della spazzatura

Incastonato nello stipite del voltone all’incrocio tra vicolo dei Lanaioli e via Solferino c’è un pilastrino di marmo che passerebbe del tutto inosservato se, guardando più attentamente, non si scorgesse verso la sommità, appena sotto il cornicione sbeccato, una data incisa in numeri romani: 1587. Osservando ancora più attentamente, incisi nella pietra si notano i contorni di un disegno, oggi in gran parte cancellato, ma di cui sono riconoscibili alcuni inequivocabili particolari: un gancio posto sulla parte superiore, a cui è appeso l’oggetto della figura sottostante che due piccole ali poste ai due lati lascerebbero supporre essere nient’altro che un pollo spennato. Che ci fa l’immagine di un pollo spennato appeso ad un gancio, che qualcuno ha poi cercato di scalpellare, lasciando visibili i soli particolari che abbiamo detto? Semplice: con ogni probabilità è quanto resta di un’antica insegna della bottega di un macellaio, posta nella storica via del commercio cittadino, via Solferino, non a caso chiamata fino al 1909 delle “Beccherie vecchie”. Una denominazione che risaliva almeno fino al 1536, quando per la prima volta la troviamo nominata “contrada de le becharie”, cioè macellerie. E fino al 1519 vi era anche un macello, poi demolito e ricostruito in via Cesare Battisti nell’area occupata oggi dal palazzo della Banca Popolare. Nel 1560 appare ancora il nome “Becharie vecchie”, anche se, qualche anno dopo, nel 1583 Antonio Campi la indicherà come “Contrada macelli veteris”. Insomma che via Solferino fosse la via dei macellai non c’è dubbio, e questa insegna è l’unica memoria rimasta della vivacità commerciale di questa strada. Proprio per questo motivo andrebbe diversamente valorizzata e sottolineata, ed invece: ecco un bidone della spazzatura posto proprio alla base dello stipite, come non ci fosse un altro spazio adatto allo scopo. Ennesimo esempio di una città che non ha memoria, attenzione e conoscenza del proprio passato.

Fabrizio Loffi


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commenti


Gin

17 ottobre 2023 11:07

Condivido il rammarico per la trascuratezza e per la superficialità della cura per tutto ciò che rappresenta patrimonio culturale cittadino e non solo
Purtroppo non sono stupito ; il livello dei ns amministratori (, qualunque sia il partito d'appartenenza) rispecchia, necessariamente, il grado di irresponsabilità ed ignoranza di "noi Gente"
forse da scrivere con la " g " minuscola !

François

17 ottobre 2023 11:36

Totalmente d'accordo; porto un altro esempio: in Piazza Sant'Angelo, appoggiati al muro del Museo del Violino, dove giungono e parcheggiano i numerosi visitatori del museo più frequentato della città, il benvenuto viene dato dai bidoni "multicolor" della raccolta differenziata...ma quei poveracci di pubblici amministratori non sanno dove metterli.