La forte protesta di Confesercenti contro il nuovo grande supermercato Cardaminopsis sulla Paullese: una barriera all'accesso al centro storico
Il Consiglio di Stato ha escluso l'incompatibilità del nuovo grande supermercato nell'area Cardaminopsis (oltre 14mila metri, probabilmente IperTosano) lungo la Paullese (zona Picenengo) con gli strumenti urbanistici del Comune. Ed ecco che si alza forte la protesta della Confesercenti contro un nuovo insediamento che, di fatto, creerebbe una ulteriore barriera all'ingresso in città. Secondo Confesercenti le grandi e le medie strutture di vendita in provincia occupano già 329.227 metri quadrati rispetto ai 199.138 del totale dei negozi di vicinato. In tre anni si sono perse ben 174 attività commerciali di prossimità. Confesercenti parla di una vera e propria chiusura della città, impovenrendola sempre di più. Ecco la presa di posizione di Confesercenti inviata alla Conferenza dei Servizi sull'insediamento convocata dal Comune di Cremona. Ecco il documento di Confesercenti:
"La recente sentenza del Consiglio di Stato relativa alla richiesta avanzata da Cardaminopsis s.r.l - società agricola - di apertura di una nuova grande struttura di vendita in Cremona ha escluso l’incompatibilità dell’insediamento commerciale richiesto rispetto agli strumenti urbanistici adottati dal Comune di Cremona.
Come Confesercenti riteniamo tuttavia che restino forti perplessità per quanto riguarda l’impatto sulla rete distributiva locale che deriverebbe da una eventuale autorizzazione della grande struttura di vendita. Abbiamo perciò ritenuto necessario scrivere alla Conferenza dei servizi una lettera in cui spieghiamo le ragioni che ci vedono contrari alla realizzazione dell’opera.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Regionale del Commercio della Lombardia, le superfici di grandi e medie strutture di vendita in provincia di Cremona (329.227 mq in totale) risultano già oggi ampiamente superiori a quella complessiva degli esercizi di vicinato (199.138 mq). Inoltre, se teniamo conto della presumibile maggiore produttività al mq dei centri commerciali, lo squilibrio tra le diverse forme distributive diviene ancora più consistente.
La nuova struttura di vendita eserciterebbe la propria influenza su un ampio territorio, peraltro già fortemente caratterizzato da grandi strutture di vendita, nel quale si registra una preoccupante difficoltà per il mantenimento di un servizio di prossimità adeguato. In alcune realtà comunali minori si parla di un vero e proprio fenomeno di desertificazione commerciale.
Va inoltre considerato che l’intera provincia di Cremona sta manifestando segni evidenti di crisi nella struttura commerciale. I recentissimi dati pubblicati dall’Osservatorio Regionale del Commercio relativi all’attuale presenza di esercizi commerciali di vicinato in provincia di Cremona, dichiarano nel primo semestre dell’anno 2023 (dati al 30 giugno 2023) la presenza di 3296 attività, contro i 3470 presenti nel 2020. Sono stati sufficienti solo 3 anni per perdere ben 174 attività commerciali di prossimità nella nostra provincia. Ciò accade quando centri commerciali già autorizzati non hanno ancora iniziato l’attività. L’impatto, quindi, non potrà che avere conseguenze negative sulla rete distributiva sia nel Comune di Cremona, sia di quelli circostanti.
In particolare riteniamo che la realizzazione di una nuova opera di questo tipo avrebbe un impatto negativo su vari aspetti.
In primis sull’occupazione, dal momento che a Cremona operano numerosi esercizi commerciali sia di vicinato, sia medie strutture, ed è nota la maggiore produttività per addetto ottenuta dai centri commerciali. Per effetto dell’espansione delle grandi strutture di vendita, gli occupati negli esercizi al dettaglio in Lombardia (dipendenti + indipendenti) negli ultimi anni hanno avuto una sensibile contrazione. E’ facile prevedere che gli effetti occupazionali non potranno che essere negativi.
Sui luoghi urbani: la grande dimensione e la localizzazione esterna al centro storico di questa grande struttura può generare una polarizzazione a scapito delle attività collocate in zona più centrale (peraltro a Cremona fuori dal centro sono presenti altri importanti insediamenti commerciali). Con il Distretto urbano (DUC) di Comune di Cremona si è giustamente cercato di migliorare la qualità urbana attraverso il rilancio della presenza degli esercizi commerciali nei centri storici, obiettivo pienamente condiviso da Confesercenti. Ciò ha assorbito un grande impegno da parte della Regione, anche dal punto di vista finanziario negli anni pregressi. Insediamenti quali il centro commerciale richiesto rischiano di vanificare gli sforzi compiuti e risultano del tutto incoerenti con le misure in tal senso adottate.
Sulla viabilità e sull’ambiente: la criticità della viabilità nella zona è fonte di costanti preoccupazioni e in questo contesto si inserisce l’ennesima struttura di forte richiamo di veicoli privati. Anche chi oggi si rivolge, spesso a piedi, agli esercizi di prossimità sarà incentivato a recarsi con il proprio mezzo nelle grandi strutture commerciali. È peraltro in corso una revisione della viabilità dell’intera area, partendo dall’ampliamento di via Picenengo (dove pure i residenti temono un forte impatto viabilistico) e via Castelleone, già interessata da un traffico viabilistico molto pesante. C’è inoltre il rischio che una nuova grande struttura di vendita renda necessari ulteriori interventi infrastrutturali per conservare livelli di servizio della viabilità accettabili, senza i quali l’attivazione di un nuovo insediamento commerciale appare improponibile. L’insieme di questi fattori rischia di creare ulteriori barriere all’accesso al centro storico cittadino.
Confesercenti rimane comunque convinta che non si potranno mai introdurre miglioramenti reali alla viabilità ed alle condizioni ambientali incrementando il traffico veicolare. Valutati gli aspetti, tutti negativi, che la nuova grande struttura di vendita avrebbe sulla rete distributiva, sull’occupazione, sui luoghi urbani, sulla viabilità, sull’ambiente, Confesercenti esprime parere contrario".
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commenti
Manuel
12 gennaio 2024 17:13
Appoggio l'appello e la decisione di Confesercenti di ostacolare il nuovo insediamento commerciale, in particolar modo per l'aspetto ambientale sottolineato.
Considerato ciò, lancio un appello a cittadini, partiti, sindacati ed associazioni di categoria al fine di abolire il contante e, nel contempo, trovare un modo per far pagare tasse adeguate ai colossi la distribuzione. Credo siano passaggi fondamentali per salvare l'Italia e gli italiani.
PS: se qualcuno avesse idee più intelligenti, va bene ugualmente.
Michele de Crecchio
13 gennaio 2024 22:47
A mio personale parere, l'intervento di Confesercenti è stato troppo tardivo per risultare efficace e convincente. Il momento più opportuno sarebbe stato, almeno per quanto riguarda la Lombardia, tre o quattro anni prima, e cioè subito dopo la decisione della Corte Costituzionale che aveva dichiarata illegittima la assurda legge regionale che vietava le varianti in
riduzione agli strumenti urbanistici generali. E' pur vero che allora l'attenzione pubblica era distratta dall'epidemia di Covid, ma tale considerazione, a mia modesta ma convintissima opinione, non giustifica l'assoluta inerzia di troppi enti locali (Cremona tra questi) e associazioni di categoria (sempre a Cremona i locali commercianti avevano persino avviato una apposita raccolta di firme che, temo, non sia mai stata, successivamente, tradotta in atti ufficiali!