20 ottobre 2022

La migliore rigenerazione urbana per porta Po sarebbe stato il ripristino della grande fontana, non quell'incomprensibile ed inutile totem

"Me vèen el magòon quand passi de chi. Se penso alla vecchia fontana...". L'ultimo sfogo è della signora che ieri sera alle 18,30 commentava lo stato di Porta Po con quel totem senza senso, la fontana spenta e il traffico. Probabilmente la rigenerazione urbana migliore sarebbe stata proprio il ripristino della fontana, l'elemento più caratterizzante della piazza, riqualificata completamente negli anni tra il 1956 ed il 1959, e da allora entrata nell'immaginario della città che l'ha presto identificata con la piazza stessa. Tutti gli avvenimenti più identificativi della storia moderna di Cremona hanno avuto il loro fulcro nella fontana. Come dimenticare i tuffi collettivi in occasione delle promozioni sportive, i caroselli delle auto, gli accorati appelli che si sono susseguiti negli anni per il suo ripristino? A segnalare l'ingresso in città dal viale Po, una volta superato il ponte in ferro, prima che venisse installato il totem, era la prospettiva verso il Torrazzo, introdotta dagli zampilli della fontana. Ora questa scenografia, frutto di una precisa visione urbanistica fin da quando fu eliminata la porta nel 1909, è stata completamente alterata e cancellata. 

Nel 1826 si teneva a porta Po il mercato delle gabbie in vimini, del pollame e soprattutto dell'uva, proveniente dal piacentino, il piazzale esterno alla porta venne completato nel 1838, tra il 1854 ed il 1855 venne realizzato il nuovo ponte sul colatore Morbasco e nel giugno 1857 collaudata la nuova strada Passeggio che, però, venne pesantemente danneggiata nell'ottobre da una disastrosa piena del Po che impose un generale riordino di tutti gli argini per eliminare i fenomeni di corrosione, operazione che fu completata nel 1861. Nel 1956 i padiglioni delle giostre della tradizionale Fiera di San Pietro dal piazzale di porta Po vennero trasferiti nell'attuale ubicazione in largo Marinai d’Italia, in quanto la piazza fu sottoposta a ristrutturazione con la realizzazione della grande fontana centrale, che da allora ne è diventata l'elemento più caratteristico. Fino al degrado attuale. Nel 2019, all'inizio del suo mandato, Rodolfo Bona, assessore al verde, alla partecipazione e alle Piccole cose, si era fatto carico del percorso necessario al ripristino del simbolo di piazza Cadorna. Le verifiche effettuate nelle due vasche delle fontane di piazza Cadorna e di piazza Roma avevano evidenziato condizioni di degrado sia per quanto riguarda la funzionalità degli apparati di erogazione dell'acqua, che delle pareti delle vasche stesse e degli elementi di diffusione dei getti. Gli approfondimenti e le prove eseguite nel corso degli ultimi tempi hanno confermato un eccessivo deposito di calcare in tutte le parti delle vasche ed anche nelle tubazioni dei circuiti di distribuzione dell'acqua, in particolare nei filtri dell'impianto di ricircolo. Per qualche tempo, in effetti, la fontana ha ripreso poi a funzionare, fino allo scorso luglio, quando il sindaco Galimberti ha annunciato sulla propria pagina facebook di aver deciso, con Padania Acque Spa, di spegnerla come "gesto simbolico che vuole richiamare l’attenzione di tutti rispetto allo spreco dell’acqua, soprattutto in questo periodo di siccità storica che stiamo vivendo”. Peccato che la fontana di porta Po sia a ricircolo d'acqua.

 

Fabrizio Loffi


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commenti


Pierpiero

20 ottobre 2022 10:22

Ma due pastiglie di anticalcare gliele porto io, se serve...

daniro

20 ottobre 2022 12:27

La questione, rilevante, della qualità urbana della nostra città dovrebbe essere al centro dell'attenzione visto il degrado visivo e strutturale in cui sono lasciate molte aree urbane, strade e piazze. Non le elenco ma sono moltissime, i cavalletti pubblicitari di San Luca, gli "arredi" di Piazza Sant'Agata, viali alberati trasformati in squalificati parcheggi, vie e corsi storici bitumati, e si potrebbe continuare. Questi totem aggiungono degrado al degrado e non risolvono nulla in quanto non è si è fatto alcuno sforzo culturale per iniziare ad affrontare la questione della bassa qualità urbana cittadina.

michele de crecchio

21 ottobre 2022 19:58

Personalmente apprezzo molto l'idea di ricordare l'antico e ancora usatissimo toponimo di "Porta Po". Non ho ancora bene capito per quale vera ragione non sia ancora stata presa l'ovvia decisione di ripristinare tale denominazione alla piazza ancora, contro ogni logica storica e pratica, burocraticamente intitolata a Luigi Cadorna!

Alessandro

22 ottobre 2022 10:46

Non vedo l’ora che se ne vada questa amministrazione. Soldi buttati se vogliono capire si facciano un giro in altre città, per capire cosa vuol dire la vera rigenerazione urbana.