La pioggia non ferma "In Vespa di Sera (a Cremona)". In piazza Stradivari tutti i modelli raccontano la storia di un'icona italiana di stile
Neppure la pioggia ferma la seconda edizione di “In Vespa di Sera (a Cremona)”. Dei duecentoventi motoveicoli iscritti solo cinque non si sono presentati in piazza Stradivari, nel tardo pomeriggio. Per tutti gli altri l’emozione di un raduno con caratteristiche uniche, perché si svolge di sera e perché offre una bella suggestiva passeggiata per le vie del centro. “Quella della Vespa è una comunità che si fonda sulla passione, che riesce ad unire le generazioni – confermano gli organizzatori del CAVEC e del Vespa Club Cremona – Non avevamo dubbi che, anche questa sera, avrebbe offerto una bella testimonianza di amore sconfinato per questo scooter”.
In piazza i centauri hanno iniziato ad arrivare al tramonto. Hanno parcheggiato ordinatamente i loro veicoli e si sono concessi qualche selfie di gruppo, con alle spalle l’arco del CAVEC e, soprattutto, il Torrazzo. I primi ad arrivare sono proprio i soci del Club Amatori Veicoli d’Epoca di Cremona. Poi in ordine sparso hanno raggiunto la piazza i piacentini con i gruppi, oltre che del capoluogo, anche di Fiorenzuola e di Monticelli. E, ancora, i vespisti di Parma,di Brescia, di Lodi e di Mantova. Gli ultimi a spegnere i motori, invece, sono i soci del Vespa Club Cremona. Il loro è il gruppo più numeroso (sono una cinquantina), forse anche il più emozionato. Ad aprire la colonna il presidente Roberto Piccioni, con una meravigliosa e rarissima 90 SS del 1966, probabilmente il “pezzo” più interessante tra tutti quelli presenti. “Per noi questa serata ha un significato particolare. Il Club è nato proprio dall’entusiasmo per la prima edizione del raduno. Ci siamo costituiti solo nel gennaio scorso. Oggi siamo in circa centoventi iscritti e moltissimi sono in piazza”.
Ugualmente soddisfatto Claudio Pugnoli, presidente del CAVEC. “Questa sera ci regala sempre emozioni particolari e bellissime. Testimonia la versatilità del nostro sodalizio, la capacità di guardare oltre i confini dei mezzi che sono già rigorosamente d’epoca. Ci inebria di futuro perché ci restituisce una passione autentica e una volontà di fare cultura, perché rende protagonisti i giovani e ci invita a confrontarci con il loro modo di intendere il collezionismo. Per questo la Vespa offre un punto di osservazione privilegiato, proprio per la sua capacità di essere coinvolgente. In fondo questo scooter, è un simbolo dell’Italia, della creatività e dello stile”
Il clima è quello della festa. C’è la musica con il disk jockey è i successi degli anni Sessanta e Settanta, le luci proiettate sulla parete di palazzo comunale. E poi c’è l’ospitalità tutta cremonese, garantita - nella suggestiva cornice del Cortile Federico II – da docenti e allievi dello IAL (Innovazione Apprendimento Lavoro) di Cremona. Con professionalità riescono a conquistare tutti gli ospiti, oltre trecento persone. Poi, alle 21, la carovana, scortata dalla Polizia Locale parte per il tour per le vie della città. I motori si spengono alle 21.30 con un rinfresco di fine manifestazione. Ancora per qualche minuto le Vespe si fanno ammirare. E ci si rende conto che in piazza Stradivari si riesce a raccontare con puntualità straordinaria la storia della Vespa. Ci sono le “faro basso” dei primi anni Cinquanta, rese famose da Audrey Hepburn e Gregory Peck in “Vacanze Romane”, le successive “struzzo” che segnano il passaggio al faro sul manubrio, o i modelli degli anni Sessanta con la GS (oltre alla già citata sportivissima 90 SS) fino alle Primavera e ET3, vere e proprie icone degli anni Settanta. Fino ad arrivare ai modelli di oggi, istant classic destinati a diventare (ancor prima di invecchiare) oggetti da collezione. Un vero e proprio museo viaggiante, capace di superare i confini della storia ed essere ancora straordinariamente moderno, attuale e, soprattutto, affascinante e coinvolgente.
fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (Fotostudio B12)
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