La Torre Civica di Palazzo Comunale conserva due gioielli dell’arte campanaria italiana
Sulla Torre Civica* del Palazzo Comunale vi sono due antiche campane dall’indiscusso valore storico. Dopo gli interventi di pulizia e disinfestazione dei locali interni della torre avvenuti nell’ottobre del 2023, il 16 gennaio scorsol’esperto Maurizio Bertazzolo, su invito del Presidente del Consiglio Comunale Paolo Carletti, ha compiuto un sopralluogo durante il quale è stato possibile rilevare tutte le caratteristiche delle campane, riscoprendo di fatto due strumenti che hanno seguito la vita civica della città di Cremona per diversi secoli. Prezioso anche il contributo di Valeria Leoni, Direttrice dell’Archivio di Stato di Cremona, coinvolta per quanto riguarda gli aspetti storici e documentali sulle istituzioni cittadine tra il Duecento e il Quattrocento.
Quanto sino ad ora emerso è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa tenutasi in mattinata nella Sala della Consulta di Palazzo Comunale aprendo la quale il presidente Paolo Carletti, tra l’altro, ha detto che, grazie all’attenta indagine condotta, sono emerse notizie importanti ed inedite sulla storia del Palazzo Comunale, utili per un ulteriore approfondimento, sottolineando inoltre che le campane creano un legame di comunità e anche di sicurezza urbana: ancora oggi il Consiglio Comunale si riunisce al suono della campana.
Parola quindi all’esperto Maurizio Bertazzolo che ha spiegato che le due campane presenti sulla Torre Civica sono di dimensioni diverse tra loro, così come diversi furono gli scopi per cui vennero fatte realizzare. La campana più grande fu realizzata nel 1610 da un fonditore attivo in Cremona, figlio di Cristoforo Faletti del quale sono tutt’ora esistenti pochissime campane, tra cui una a Castelleone (CR), risalente al 1556, e una presso l’Abbazia di Viboldone (San Giuliano Milanese, MI) del 1566.
La campana più piccola invece è un gioiello dell’arte campanaria italiana. Si tratta infatti della più antica campana nota esistente, funzionante, datata e firmata, della Lombardia, opera del fonditore Gerardo di Piacenza, che la realizzò ben 750 anni fa, nel 1274. Singolare è la presenza dell’iscrizione, peraltro in latino corretto, un dettaglio che va certamente approfondito dal momento che all’epoca i fonditori erano analfabeti e si può presumere che l’esecuzione sia stata seguita con particolare attenzione da parte della committenza. Questa campana fu realizzata appositamente per il Consiglio Comunale, il quale si doveva riunire al suo suono. Testimonianze certe di ciò vi furono fin dal 1282, tradizione che ancor oggi resiste. Tra le campane più antiche esistenti ve ne è una Val Tolde di Caminate, risalente presumibilmente al XIII secolo, ma, a differenza di quella di Cremona presenta una fessatura e non è più funzionante.
La campana più grande - su cui sono raffigurate tra l’altro una salamandra, simbolo di protezione, e lo stemma del Comune utilizzato in quell’epoca - fu invece realizzata per altri scopi civici, tra i quali contrapporre il segnale orario civile a quello dato dal vicino Torrazzo della Cattedrale. Infatti, sulla torre, vi sono tracce inequivocabili dell’antica presenza di un orologio, avente mostra e sfere sulla facciata verso la piazza antistante al Duomo. Inoltre, questa veniva utilizzata per segnalare i pericoli in città, come gli incendi oppure per annunciare le condanne. Molto particolare è il fatto che al suo interno vi erano posizionati ben due battagli, di dimensioni molto differenti tra loro (uno è ancora presente sulla torre, l’altro è stato recuperato e collocato in una teca nella Sala della Consulta), in modo che il suono della campana potesse essere sviluppato con due effetti differenti.
Il sopralluogo compiuto lo scorso gennaio ha permesso di riportare alla luce moltissimi dettagli e tracce storiche riguardanti la torre: per suonare le due campane l’incaricato comunale doveva raggiungere la cella campanaria, dove avrebbe potuto utilizzare o i due battagli della campana grande, del peso di circa 15q, oppure movimentare tramite una fune la Campana del Consiglio, che pesa circa 2q.
Al momento le due campane non sono completamente funzionanti. Nel 1979 infatti, dopo anni di abbandono, l’Amministrazione comunale (su richiesta del sindaco Emilio Zanoni) incaricò la ditta cremonese Telemelodic di Rino Zagni di ripristinarne il suono, questa volta automatizzato (sull’impianto compare infatti una targhetta che riporta la dicitura “Brevetti Zagni” e la raffigurazione di una campana e del Torrazzo). Furono quindi installati degli elettro-percussori alle due campane, uno per la Campana del Consiglio (che ormai non veniva più utilizzata in movimento) e due, come i battagli, per la Campana grande. Questi poterono ridare voce alla Torre Civica nei decenni successivi.
Nel futuro, nel’ambito di una valorizzazione della Torre Civica, l’idea è di compiere un restauro conservativo di tutte le componenti di sostegno e movimentazione delle due campane, in modo da poterne ripristinare permanentemente il suono e quindi perpetrare ancora nel tempo questa tradizione che, storicamente, fece addirittura chiamare il Consiglio Comunale di Cremona proprio “Consiglio della Campanella”.
Su questo ultimo aspetto ha dato alcune informazioni Valeria Leoni, Direttrice dell’Archivio di Stato di Cremona. Nei documenti conservati nell’Archivio Segreto del Comune di Cremona, dal 1282 in poi, viene menzionato un “Consiglio della Campanella” (Consilium campanellae), composto da un minimo di 100 membri, introdotto probabilmente nell'ambito del generale rinnovamento istituzionale che caratterizzò il passaggio di Cremona a Comune di Popolo, a partire dal 1270. Nei documenti viene specificato che tale Consiglio si riuniva, come di consueto per gli organi comunali, ad sonum campanae: si può ipotizzare che la denominazione di “Consiglio della Campanella” sia derivata dall'impiego, come strumento di richiamo, di una campana di dimensioni ridotte, come quella recentemente rinvenuta.
I documenti nei quali risulta citato il Consiglio della Campanella sono descritti nel Codex Diplomaticus Cremonedi Lorenzo Astegiano, Torino 1895-1898 (Historiae Patriae Monumenta, Tomo XXI-XXII), alle pp. 365 e seguenti del Tomo XXI. In particolare, in un documento datato 30 aprile 1283, si dice che il Consiglio della Campanella, convocato unicamente al Capitano, ai Consoli e agli Anziani del Popolo, secondo la forma degli Statuti del Popolo (1270), era formato da '100 consiglieri e più'.
Nei verbali quattrocenteschi le riunioni sia del Consiglio generale sia degli organismi consiliari più ristretti sono dette sempre convocate ad sonum campane. È tuttavia probabile che lo strumento utilizzato per la convocazione fosse sempre la nostra campanella che così viene menzionata nella convocazione del Consiglio generale e dei deputati al governo, riuniti ad sonum campanelle il 2 febbraio 1451 per deliberare la fondazione del nuovo Ospedale intitolato a Santa Maria della Pietà.
Valeria Leoni ha infine detto che, grazie ai risultati condotti dall’indagine compiuta da Maurizio Bertazzolo - che produrrà più avanti una dettagliata relazione - sarà possibile un approfondimento delle informazioni sino ad ora trovate. Di certo, quanto portato alla luce grazie al sopralluogo, corredato da una ricca e dettagliata documentazione fotografica, costituisce un significativo passo per completare con altri particolari la storia del Palazzo Comunale nell’ambito della sua valorizzazione dal punto di vista storico e architettonico.
*L’epoca di costruzione della Torre Civica risale a prima del XIII secolo. L'edificio presenta pianta quadrata e struttura muraria in mattoni a vista, ed è concluso alla sommità da una cella campanaria. La muratura presenta traccia di vari interventi, oltre che dei restauri che hanno interessato l'intero edificio e che ne hanno garantito il buono stato di manutenzione. La Torre Civica, che si distingue per la sua linea fortemente slanciata, sorge in corrispondenza dell'ala settentrionale del Palazzo Comunale, nella quale è stata incorporata. La torre costituisce l'unica testimonianza rimasta del più antico palazzo comunale, al cui posto venne innalzato, nel 1206, su progetto dell'architetto Valerio Tommasino, quello attuale.
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commenti
Arvati Vinicio
8 febbraio 2024 14:48
Sono un cremonese 84enne trapiantato da 50 anni a Como e sono particolarmente felice quando trovo articoli che parlano della storia della mia città e questo è veramente interessante. Vi ringrazio.
Luana Capelletti
9 febbraio 2024 06:05
Un sentito ringraziamento per questo articolo che ci fa scoprire quanto la nostra città sia ricca di storia e grazie di cuore per aver ricordato mio nonno, Rino Zagni.