Mancano ingegneri informatici, alla Vhit di Offanengo ne arrivano dodici dall'India. Una bella storia di integrazione e lavoro nel cremasco
Storie belle, costruttive, inclusive di integrazione che creano, pure, occupazione? Ce ne sono, anche qui vicino, come ha raccontato, per il Corriere della Sera, il giornalista Giampiero Rossi, nei giorni scorsi. Spostiamoci nel Cremasco, a Offanengo dove la Vhit (realtà frizzante nel campo dell'Automotive) faticava a trovare softweristi sul mercato del lavoro. Così i dirigenti si sono rivolti a un'agenzia di cacciatori di teste con base a Mumbai, in India. E i nuovi dipendenti, arrivati tra capannoni, allevamenti agricoli e case di Padania Cremasca, si sono integrati subito benissimo. Ah... la realtà offanenghese, controllata dalla multinazionale cinese Weifu, procede con passo deciso, moderno, tecnologico verso la Transizione del suo settore, conta 541 dipendenti provenienti da 25 nazionalità diverse. E la comunità indiana è fatta da 19 giovani persone, di cui 12 ingegneri. L'ingegner Seemant Arora è direttore tecnico dello storico stabilimento cremasco che ha nell'ingegnere Fabrizio Zorer il responsabile della Risorse Umane e in Corrado la Forgia, (l'ingegnere è pure vicepresidente di Federmeccanica), il Ceo. Così Zorer ha spiegato la svolta internazionale intrapresa, con successo, tempo fa: "Sul mercato del lavoro gli ingegneri del software sono difficili da trovare e quindi c'è una fortissima concorrenza che fa lievitare molto i costi. Quindi abbiamo iniziato ad ampliare il campo delle nostre ricerche e abbiamo avviato una collaborazione con un'agenzia di 'cacciatori di teste' con base in India. E quindi ci siamo aperti al mondo"
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commenti
Manuel
8 aprile 2024 16:50
... e adesso chi lo dice a Salvini?