Massimo Mauro ricorda l’ultimo struggente incontro con l’amico Gianluca Vialli: “Voleva diventare presidente della Samp”
Massimo Mauro, ex calciatore e opinionista calcistico, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa ha raccontato il suo ricordo dell’amico speciale Luca Vialli, inserendo nei ricordi l’ultimo struggente incontro, in un ospedale londinese, tra i due amici. Ecco alcuni passi del servizio giornalistico…
Massimo è tardi, devi andare a prendere l'aereo.
Luca mi fermo ancora un po'.
No, vai.
Va bene, passo il Natale a casa con i ragazzi e torno a trovarti.
No, Massimo. Io e te non ci vedremo più.
Londra, 23 dicembre 2022. Al Royal Marsden Hospital si sta spegnendo la vita di Luca Vialli che muore la sera del 5 gennaio.
“Mi aveva chiamato la moglie Cathryn, ‘Massimo vieni a Londra’. Soffriva moltissimo Luca, aveva dieci minuti di lucidità, poi doveva ricorrere alla morfina. Gli ho dato un bacio, me ne sono andato e ho chiamato subito Mancini. L'ho rivisto nella bara, l'abbiamo portata io, Mancio, i fratelli di Luca e Nando, il suo amico storico di Cremona. Suonavano la Canzone del sole di Battisti e un pezzo di Morricone, li aveva scelti lui”.
Prima dell'addio quando vi siete visti per l'ultima volta?
“In agosto. Eravamo ad Alba per un torneo giovanile. Abbiamo passato quattro giorni insieme e avevo capito che la situazione era peggiorata, mangiava ma non prendeva un etto. Eppure non mollava”.
Che ricordo ha di quei giorni?
“Luca che ha voluto premiare con una medaglia tutti i ragazzi. Pioveva e lui non riusciva a stare in piedi a lungo, fu costretto a scendere negli spogliatoi per sdraiarsi”.
Dove trovava la forza?
“In quei mesi è stato un eroe. L'ho visto nudo, era solo pelle e ossa, eppure sa qual è stata la sua grandezza in quella immensa sofferenza?”.
Il suo posto del cuore?
“Londra. Apprezzava la privacy anglosassone. E le auto che si fermavano davanti alle strisce pedonali”.
Qual è stato il rimpianto di Vialli?
“Non essere diventato il presidente della Samp. Me l'ha confessato prima di morire. Aveva solo due amori, la Samp e la Juve. E non potendo diventare presidente della Juve... Lei non sa quanti no ha detto per rispetto alla sua storia”.
Uno?
“No a 4 miliardi e mezzo per tre anni: glieli dava il Parma. Sacchi direttore tecnico e Luca allenatore. Ci ha dormito su una notte a Londra e poi me l'ha detto. Avevo fatto un'ambasciata per Sacchi, toccò a me avvertirlo del rifiuto di Luca”.
Con Vialli ancora in vita Mancini sarebbe andato in Arabia?
“Sì, ma Luca gli avrebbe consigliato una diversa comunicazione della scelta. L'unico errore di Roberto”.
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