Minaccia di crollare il muro del viridarium del Vida, silenzio sul consolidamento ed ora si staccano anche gli intonaci della scuola media
No, non è Ballarò. E queste non sono le ferite dell’ultima guerra ancora aperte. Siano in pieno centro a Cremona e questo è lo spettacolo che si presenta a chi percorre corso XX Settembre. Un pugno nello stomaco in uno dei luoghi più suggestivi e carichi di storia della città. Ormai il muro di contenimento del giardino pensiIe della scuola media Vida rischia pericolosamente di crollare. E già lo avrebbe fatto se non fosse sorretto dalla palizzata di legno che lo sorregge da tempo immemorabile. Ma le radici delle piante del Viridarium della Scuola Media Vida ormai traboccano all’esterno, il muro è pericolosamente disassato e la palizzata è coperta da erba e dalle foglie viranti al rosso della vite americana. Fortunatamente, verrebbe da dire. Il consolidamento della muratura di contenimento del giardino pensile è un tema che periodicamente balza all’attenzione, per poi essere accantonato subito dopo. Se ne era parlato almeno tre anni fa quando il giardino era stato oggetto di un sopralluogo dell’assessore Rodolfo Bona, grazie all’interessamento dell’associazione Cremona Rinascimento dell’architetto Angelo Garioni. Ma poi è calato nuovamente il silenzio. Il progetto di cui si stava parlando prevedeva il consolidamento del muro con micropali e la sostituzione dell’attuale impalcatura in legno con una struttura in acciaio, eventualmente dotata di ascensore, per poter consentire la fruizione pubblica del giardino senza interferire con l’attività scolastica.
La muratura di contenimento, che potrebbe risalire in alcune parti al XIII secolo, è quanto rimane delle antiche cantine collegate alle case presenti in zona, edificate sui resti dell’antico monastero benedettino, demolite negli anni Sessanta per allargare via San Lorenzo. Si tratta in realtà di due differenti paramenti murari all’interno dei quali, nella parte più alta, è collocata una scala che oggi conduce al giardino. A quanto pare i maggiori responsabili del cedimento del muro perimetrale sarebbero le piante di oleandro, una delle essenze piantumate nei decenni passati senza un piano organico, suggestivo ma caotico, con magnolie, carpini, pruni selvatici ed altri alberi da frutto, oltre a specie infestanti come il bambù, inizialmente relegato in un angolo. Proprio il muro e le sue fondamenta potrebbero essere l’unica parte rimasta dell’edificio trecentesco che ospitava i monaci benedettini, artefici del prosciugamento delle paludi che nel Medioevo occupavano questa parte di città. Se il Viridarium ormai rappresenta un problema, anche la facciata dell’istituto scolastico non se la passa meglio, con vistose cadute di intonaco che interessano soprattutto le parti superiori, oltre la cornice marcapiano. Un complesso che per la memoria storica di cui è depositario, meriterebbe ben altre attenzioni.
Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri-StudioB12
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commenti
michele de crecchio
21 ottobre 2022 12:04
Certamente non credo che abbia particolarmente giovato al delicatissimo manufatto storico, il brutale intervento effettuato dal Comune qualche lustro orsono. In risposta alla scuola che sollecitava il tradizionale intervento di manutenzione delle alberature esistenti, il servizio comunale responsabile del verde cittadino non trovò, infatti, allora nulla di meglio che far sollevare, fino al livello del giardino, ad una ditta specializzata niente di meno che una ruspa che, con poche e brutali manovre, fece rapidamente piazza pulita di gran parte della vegetazione preesistente. Personalmente non credo sia stato un caso che, da allora, la antica muratura che sorreggeva il singolare giardino pensile, ivi preesistente da secoli (nella scuola che godeva della sua benefica presenza aveva studiato persino il futuro grande commediografo veneto Carlo Goldoni!) abbia cominciato a manifestare segni di dissesto che si sono progressivamente aggravati.