Monsignor Giancarlo Perego ha presieduto il solenne Pontificale per la solennità di San Donnino a Fidenza
E’ stato il “nostro” monsignor Gian Carlo Perego a presiedere, mercoledì 9 ottobre, nella bella ed antica cattedrale di Fidenza, il solenne Pontificale in occasione della solennità di San Donnino martire, patrono della città e della diocesi di Fidenza. Una cerimonia molto intensa, quella presieduta dal presule cremonese, nativo di Vailate (ma cresciuto ad Agnadello) che dal 2017 è alla guida dell’Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio ed è anche Abate di Pomposa. Gremita, per l’occasione, l’austera cattedrale emiliana con, in prima fila, le principali autorità civili e militari della diocesi fidentina e, a fianco di monsignor Perego, come concelebranti, il vescovo di Fidenza monsignor Ovidio Vezzoli, il vicario generale della stessa diocesi don Gianemilio Pedroni e numerosi sacerdoti, diaconi e religiosi della medesima diocesi. All’omelia, come sua abitudine, l’arcivescovo cremonese è stato essenziale ed ha ricordato, in modo particolare, gli ultimi vescovi cremonesi che hanno guidato la diocesi emiliana, vale a dire monsignor Paolo Rota (che riposa nella cripta della cattedrale di Cremona) e monsignor Maurizio Galli (che riposa invece nella cripta di Fidenza dove si trovano anche le spoglie del martire san Donnino). Ha inoltre ricordato la figura del cardinale Carlo Caffarra, nativo di Samboseto di Busseto (quindi della diocesi fidentina, mancato nel 2017) che, guidò l’Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio dal 1995 al 2003 e poi quella di Bologna dal 2003 al 2015. Ha quindi parlato di tante situazioni odierne in cui a tutti è chiesto uno stile di vita alternativo alla mentalità corrente e, facendo riferimento alla figura di San Donnino, ha ricordato come quest’ultimo fosse un funzionario dello Stato Romano che voleva piegare la religione ai propri interessi mentre il cristianesimo ha valorizzato la cultura dei romani all’umanesimo cristiano. In questo senso l’esempio dei martiri, tra i quali appunto San Donnino, specie nella società attuale non può che essere di grande esempio per tutti. Gli interventi e le riflessioni dell’arcivescovo cremonese che, giusto ricordarlo, è anche presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, sono stati molto apprezzati da tutti i numerosi presenti.
Eremita del Po
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