Ostiano celebra il quarto centenario della morte di Bartolomeo Manfredi, l'artista che fece conoscere il caravaggismo in tutta Europa
Ostiano celebra Bartolomeo Manfredi nel quarto centenario della morte, avvenuta a Roma nel 1622. Il programma prevede il 4 novembre un convegno al teatro Gonzaga, un monologo teatrale alle 19 e un concerto il 5 novembre alle 20,30 nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo. Organizzano il Comune di Ostiano in collaborazione con la Pro Loco con il contributo di Regione Lombardia.
Figlio di una non meglio identificata Maddalena e di Mercurio, definito "messere" per indicare uno stato sociale non mediocre, Bartolomeo Manfredi nacque, e fu battezzato il 25 agosto 1582, a Ostiano, allora inclusa nella diocesi di Brescia e sottoposta alla signoria dei duchi di Mantova. Al momento non si hanno informazioni certe sulla sua formazione e il trasferimento a Roma, dove è presente il 28 marzo 1607. Si può supporre un primissimo apprendistato lombardo e il trasferimento a Roma, di certo dopo i quattordici anni e, probabilmente, prima dei venti. Un suo allunato presso Caravaggio sarebbe documentato dalle deposizioni fornite nel processo all’artista del 1603. Nei verbali, in tre diverse occasioni, ricorre tal "Bartolomeo servitore del detto Michelangelo" il quale, stando a Tommaso Salini, diffondeva per Roma sonetti ingiuriosi, personaggio che, nella sua testimonianza, il Caravaggio ricorda come "già mio servitore”, identificato con Bartolomeo Manfredi da diversi studiosi; di recente tale proposta è stata ribadita, suggerendo che Manfredi vada anche riconosciuto con il "Bartolomeo pittore" che a Roma, sempre nel 1603, partecipò a una aggressione ai danni dello Spadarino. La mancanza di opere che possano con certezza collocarsi nella prima fase di attività del Manfredi rende tale questione pressoché insolubile. Di certo Bartolomeo costituì a Roma l'avanguardia del caravaggismo, di quel gruppo molto variegato di artisti che, a pochi anni dalla fuga del Caravaggio da Roma e dalla sua morte a Porto Ercole, ne raccolsero il testimone, soddisfacendo la crescente domanda del mercato d'arte e del collezionismo, come dimostra, nel catalogo del Manfredi, la preponderanza di dipinti a destinazione privata e di soggetto profano. A partire dal 1607 i documenti romani consentono di registrarne la presenza quasi anno per anno e con crescente regolarità. Anche se il secondo decennio del Seicento è relativamente ben documentato, la ricostruzione dell'attività e del catalogo di Bartolomeo Manfredi non è priva di difficoltà, dato che degli oltre trenta dipinti che gli vengono assegnati solo un numero davvero esiguo è datato. Al ritratto di Bartolomeo Chenna del 1609 (Charkov, Museo di belle arti), attribuitogli in maniera quasi unanime, va aggiunto un capolavoro quale la Punizione di Cupido (Chicago, Art Institute). Le sue opere entrano nella collezione del cardinale Verospi, del cardinale Luigi d'Este, nella celebre raccolta di un grande conoscitore come Vincenzo Giustiniani, nelle collezioni Medicee. I dipinti Verospi sono stati identificati nella Cacciata dei mercanti dal tempio (Libourne, Musée des beaux-arts) e nella Negazione di Pietro (Brunswick, Herzog Anton Ulrich Museum); quelli estensi, nella coppia di Bevitori (Modena, Galleria nazionale); mentre quelli per "l'Altezza di Toscana" pagati "300 o 400 scudi" sono stati riconosciuti nella Riunione di giocatori e nel Concerto (già Uffizi, parzialmente distrutti nel 1993). Il Libro dei morti della parrocchia di S. Maria in Via al 12 diembre 1622 recita: "Morrì il signor Bartolomeo Manfredi pittore ricevuti li santi sacramenti et il suo cadavero fu sepellito in nostra Chiesa nella tomba ordinaria”. Tra le sue ultime opere si colloca l'Apparizione di Cristo alla Vergine al Museo Ala Ponzone, dipinto forse rimasto nella bottega al momento del decesso. La sua eredità più significativa va ricercata nella costruzione di una scuola e nello straordinario contributo alla diffusione del caravaggismo in Italia e in Europa. I suoi allievi diretti sono stati individuati in Nicolas Tournier e nel mimetico Nicolas Régnier, la cui maniera non è sempre facilmente distinguibile rispetto a quella del maestro. Più complesso e meno lineare il rapporto con Valentin de Boulogne. Nei Paesi Bassi va ricordato almeno il nome di Gerhard Seghers, affiancato da quelli di D. Van Baburen, G. Van Honthorst e H. Terbrugghen.
Nel 1988 a Cremona si tenne una sua grande mostra dal titolo "Bartolomeo Manfredi e la Manfrediana Methodus"
In allegato il programma del convegno:
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