Piazza della Pace, sarà rimossa nei prossimi giorni l'edicola chiusa. Sempre più luogo di ritrovo, il Piccolo Caffè ha richiesto il plateatico proprio nell'area che verrà liberata
Cambia il volto di Piazza della Pace, votata sempre più al ritrovo di giovani con una vasta scelta di locali. Nei prossimi giorni verrà rimossa l'edicola di Manuela Carubelli che scoraggiata aveva gettato la spugna lo scorso 31 dicembre per dedicarsi ad un altro lavoro da dipendente. Buone notizie sul fronte degli esercizi di ristorazione e beverage, con il Piccolo Caffè che ha fatto richiesta al Comune di Cremona per avere un plateatico proprio nell'area che verrà liberata dall'edicola.
Sull'affaccio della piazza si aggiunge un nuovo punto ristoro ai già numerosi locali. Da Pizza Net a Lord Life Pub, passando per Dream Bar, La Hacienda, La Creperia, il Rio Bar e poi la Tisaneria, la scelta per la movida serale è sempre più ampia.
In direzione opposta al periodo florido del settore food c'è quello delle edicole. Che fosse in crisi si sapeva, forse però si era sottostimata la dimensione del problema. Tra le province lombarde, i numeri peggiori sono quelli di Cremona in cui si registra un -22,9% di esercizi. In coda Brescia con un -22,3%. Seguono Lodi (-21,3%) e Varese (-20,4%). A Milano il calo è dell'11,9%. In controtendenza, in tutta Italia, solo due province, entrambe montane: Sondrio e Bolzano. Nel sondriese nel 2019 c'erano 40 edicole, ora ce n'è una in più.
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commenti
Valentina
15 gennaio 2024 12:41
Una città sempre più da.......bere!
Presariog
16 gennaio 2024 07:59
La distruzione dei negozi avanza.bisogna studiare velocemente qualcosa per fermare il fenomeno. E questo lo può fare solo il pubblico il piccolo privato non ha i mezzi per risolvere il problema. Chissà cosa sta facendo l'associazione commercianti in proposito?
Michele de Crecchio
17 gennaio 2024 01:07
A suo tempo (due o tre anni orsono) ricordo che un'associazione di commercianti aveva avviato una raccolta di firme per convincere il Comune a cercare di bloccare l'espansione degli esercizi commerciali più grandi, blocco che una illegittima legge regionale sembrava impedire. Credo per "timidezza amministrativa", il Comune di Cremona non volle impegnarsi in tale direzione, neppure quando alcuni comuni bresciani, ben più coraggiosi del nostro, ottennero dalla Corte Costituzionale la dichiarazione di incostituzionalità di tale legge. Non seppi mai che fine avesse poi fatto la raccolta firme. Sta di fatto che il Comune di Cremona, rimanendo inerte, si è così assunto la gravissima responsabilità storica di lasciar radicalmente indebolire la presenza commerciale nella nostra città, togliendo, in particolare al suo centro urbano una presenza funzionale che ne aveva costituito per secoli una delle sue più importanti attrattive.