Presentato il primo Rapporto sull'occupazione delle persone con disabilità in provincia di Cremona
Mercoledì 3 dicembre, in occasione della Giornata internazionale della disabilità, presso la sede territoriale di Regione Lombardia, è stato presentato il primo rapporto sullo stato di attuazione del collocamento mirato delle persone con disabilità in provincia di Cremona.
Il rapporto, curato dall'Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro, in collaborazione con IRS – Istituto per la Ricerca Sociale e CRILDA – Centro di Ricerca sul Lavoro "Carlo Dell'Aringa", offre per la prima volta una lettura approfondita del collocamento mirato collocando l'esperienza della Provincia di Cremona nel più ampio contesto nazionale ed europeo, fornendo elementi di analisi utili per orientare le scelte future del sistema territoriale. La condizione delle persone con disabilità, sia a livello nazionale sia a livello regionale e locale continua a rappresentare una sfida importante per le politiche di inclusione.
Oggi i livelli occupazionali delle persone con disabilità non sono ancora soddisfacenti, nonostante il tasso di occupazione in generale, specie in Lombardia e in provincia di Cremona – come già evidenziato nel Rapporto sul mercato del lavoro presentato nel luglio scorso – sia migliorato nel periodo post-pandemia. Come illustrato dal dr. Nicola Orlando (economista e ricercatore dell'Area Formazione, Lavoro, Comunità e Sviluppo territoriale di IRS), nel triennio considerato (2022-2024) i flussi di iscrizione agli elenchi delle persone con disabilità in stato di disoccupazione sono cresciuti del 17,8%, con un incremento maggiore, nel 2024, delle iscrizioni raccolte dal Centro per l'Impiego di Cremona che, per la prima volta, ha superato quello di Crema. La popolazione iscritta è prevalentemente maschile (54,6%), anche se le donne stanno comunque aumentando e la loro presenza ha raggiunto il 49,1% nel 2024.
Cresce il numero di disabili con percentuali di invalidità elevate e aumenta la disabilità psichica. Oltre i due terzi possiede un basso livello di istruzione, con al massimo la licenza media. Diventa sempre più importante la sinergia fra servizi territoriali – servizi per il lavoro e la formazione, servizi sociali e socio assistenziali – sistema delle imprese e Terzo settore.
Il dato più significativo riguarda l'invecchiamento: il 45% degli iscritti ha più di 55 anni e la quota è in costante aumento nel tempo. E' un aspetto, questo, che coinvolge l'intera forza lavoro in provincia di Cremona, così come nel resto del Paese, e che la connoterà anche nei prossimi decenni. Lo ha ampiamente tracciato nella sua relazione su "silver economy e disabilità" il prof. Claudio Lucifora, professore di Economia Politica all'Università Cattolica di Milano e direttore del CRILDA, che ha sottolineato le correlazioni fra invecchiamento e disabilità e, di conseguenza, l'importanza di promuovere strategie innovative per la gestione dei lavoratori senior e la necessità di integrare le politiche per la disabilità con un'ottica orientata alla prevenzione. Per gestire questa "economia d'argento", infatti, è necessario superare pregiudizi (c.d. ageismo) – i lavoratori senior possono ancora essere molto produttivi – e sviluppare politiche attive e pratiche aziendali nuove che consentano ai lavoratori senior di continuare a lavorare se possono e lo desiderano (es. la revisione delle competenze, la formazione permanente, il monitoraggio periodico dell'adeguatezza delle mansioni rispetto all'età e alle capacità dei lavoratori, sorveglianza sanitaria continua...). L'obiettivo è quello di migliorare il benessere dei lavoratori e valorizzare la produttività di tutti i lavoratori nelle aziende e in ogni altro contesto lavorativo, a prescindere dall'età e dalle condizioni psicofisiche. In questo contesto, le parti sociali hanno un ruolo fondamentale.
Grado e tipologia di disabilità, età avanzata, bassa qualificazione/istruzione sono senza dubbio tra i fattori che incidono in modo importante sul profilo di occupabilità delle persone, allungando i tempi di permanenza nelle liste del Collocamento Mirato e rendendo necessari percorsi di accompagnamento al lavoro più intensivi, propedeutici o, talvolta, alternativi. I posti a disposizione presso i datori di lavoro soggetti agli obblighi occupazionali della legge 68/1999 non mancano e sembrano reiterarsi nel tempo, soprattutto a causa della dinamicità dei contesti produttivi. Sulla base dei prospetti informativi ricevuti dal Servizio provinciale per il Collocamento mirato nel triennio considerato, su 3.292 posti di lavoro riservati a persone con disabilità iscritte agli elenchi di cui alla legge 68/1999, sono 772 (il 23%) quelli "scoperti" e dunque disponibili per nuovi inserimenti. Nel settore privato le disponibilità si concentrano soprattutto nelle aziende con oltre 50 dipendenti e, in particolare, nel comparto industriale (specie nel tessile e abbigliamento e nel settore alimentare) e nel comparto dei servizi (soprattutto i servizi di vigilanza e supporto, i trasporti e i servizi di magazzinaggio). Quanto al settore pubblico: il comparto scolastico e in generale gli enti pubblici statali incidono particolarmente sulle quote di riserva delle Pubbliche Amministrazioni, che senza dubbio in questi anni con lo sblocco delle assunzioni hanno visto aumentare anche i posti da riservare alle persone con disabilità. In questo contesto potenzialmente positivo, però, è doveroso considerare che le regole di accesso al pubblico impiego non consentono di coprire le quote di riserva con rapidità.
La Responsabile del Collocamento Mirato, dr.ssa Simonetta Donsante, ha inoltre evidenziato come la difficoltà e al contempo la sfida permanente sia proprio quella di promuovere lo spirito e la finalità della legge n. 68/99 che quella di inserire la persona con disabilità nel posto giusto. E' il contesto lavorativo che deve adattarsi, attraverso gli accomodamenti ragionevoli, gli ausili e, non meno importante l'accompagnamento formativo del personale manageriale e degli altri lavoratori. Promuovere una diversa qualità del lavoro significa creare condizioni per l'inclusione sociale delle persone con disabilità e rendere effettivamente esigibile il diritto al lavoro sancito dalla norma. Inoltre, un contesto lavorativo inclusivo è anche sinonimo di maggiore attrattività per i datori di lavoro, oltre il mero obbligo normativo. Durante l'incontro sono intervenuti anche rappresentanti del mondo datoriale: Andrea Zagni, in rappresentanza dell'Associazione Industriali di Cremona, e Riccardo Pini, consigliere dell'Ordine provinciale dei Consulenti del Lavoro, hanno evidenziato come spesso le aziende non conoscano a sufficienza gli strumenti e soluzioni che possono essere adottate, ma quando riescono a coglierne il significato e l'opportunità non stentano a sperimentare soluzioni inedite e innovative. Andrea Zagni ha sottolineato che, effettivamente, le imprese non hanno solo il problema dell'inserimento dei lavoratori con disabilità, ma anche la necessità di far fronte all'invecchiamento della forza lavoro, e che l'Associazione garantisce a tal fine un forte supporto. Viene anche richiamata l'esperienza di collaborazione con il Collocamento Mirato nell'ambito del progetto Workaut, per promuovere l'inserimento delle persone con disturbi dello spettro autistico. Riccardo Pini ha richiamato l'attenzione sulla delicatezza del matching fra i posti di lavoro disponibili e le caratteristiche effettive delle persone iscritte alle liste del collocamento mirato nel territorio e mette in evidenza quale possibile strumento il ricorso all'istituto del "distacco" di personale. L'area sociale è stata rappresentata dal Direttore dell'Azienda Sociale Cremonese, Graziano Pirotta. L'Azienda sociale è da anni capofila del progetto "Disability Network 4.0", in partenariato con Comunità Sociale Cremasca, Consorzio Casalasco Servizi Sociali e ASST di Cremona e di Crema. Ad oggi sono stati attivati 77 percorsi individualizzati propedeutici all'inserimento lavorativo di persone con disabilità particolarmente fragili, anche in carico ai servizi sociali e sociosanitari. Il progetto è finanziato dalla Provincia attraverso il Fondo regionale per l'occupazione dei disabili. Ma l'Azienda Sociale Cremonese ha attivato anche molteplici altre risorse per potenziare l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità e non solo, estendendo da tempo il proprio impegno anche ad altre fasce della popolazione con fragilità.
Infine, è intervenuto Diego Negrotti, consigliere di Confcooperative e Vice Presidente del Consorzio Sol.Co.. Il Consorzio, oltre ad essere soggetto capofila di importanti progetti per l'inclusione socio-lavorativa delle persone con disabilità finanziati dalla Direzione Generale Famiglia, Solidarietà sociale e Pari opportunità di Regione Lombardia, collabora con Confcooperative e il Collocamento mirato nella diffusione delle convenzioni previste dall'art. 14 della legge Biagi. Si tratta di uno strumento che consente alle aziende in obbligo di affidare commesse di lavoro a cooperative sociali di tipo B, le quali – a loro volta – possono realizzarle impiegando forza lavoro con disabilità, in particolare persone con disabilità psichica, over 55 o che necessitano di un accompagnamento al lavoro più intenso. Il mondo della cooperazione è portatore di un grande patrimonio di esperienze e conoscenze, ma con la consapevolezza di non poter trovare da solo le risposte: è necessario rinnovare l'impegno per un lavoro congiunto con tutti i servizi e il mondo delle imprese. Ha concluso la giornata il Consigliere Provinciale delegato al lavoro, avv. Giovanni Gagliardi, esprimendo soddisfazione per questa importante funzione sociale esercitata dalla Provincia nell'ambito della delega alla gestione dei Centri per l'Impiego e auspicando che il territorio continui a collaborare in modo coeso verso la promozione di un lavoro inclusivo. "I Centri per l'Impiego e il Collocamento Mirato sono in prima linea, insieme a tutti i soggetti della rete territoriale dei servizi, a servizio delle persone che cercano nel lavoro dignità oltre che sostentamento e a servizio delle imprese che sono chiamate a svolgere una funzione sociale fondamentale. E' necessaria la collaborazione di tutti – aziende, pubbliche amministrazioni, terzo settore, servizi territoriali – affinché possano veramente concretizzarsi quei valori che 25 anni fa avevano ispirato la legge sul Collocamento Mirato. Valori che – sottolinea Gagliardi – non riguardano solo alcuni individui, ma sono fondamentali per tutta la collettività". "La Provincia proseguirà – aggiunge Gagliardi – l'importante collaborazione con IRS e l'Università Cattolica per continuare ad analizzare i complessi fenomeni del mercato del lavoro: anche in una realtà di piccole dimensioni come la provincia di Cremona, riteniamo che l'aspetto scientifico sia fondamentale per comprendere la realtà ed assumere decisioni attente". Presenti in sala e collegati da remoto, hanno partecipato numerosi rappresentanti di istituzioni pubbliche e private, aziende, associazioni di categoria, operatori dei servizi territoriali e Terzo Settore. Il Rapporto completo sarà on line nei prossimi giorni, reperibile sul sito istituzionale della Provincia di Cremona, alla pagina dedicata all'Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro.
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