27 dicembre 2024

Quando si faceva il presepe al Bar Commercio di Rocco Leucci in via Solferino. In visita persino il Vescovo Danio Bolognini. Storia natalizia di una vecchia Cremona che non c'è più

A visitare il presepe di Rocco Leucci venne pure il Vescovo Danio Bolognini, che guidò la nostra diocesi dal 1952 al 1972. A ricordarlo, con un misto di orgoglio e di nostalgia, è una delle figlie, Rosamaria, ora settantottenne, che ci mostra le foto in bianco e nero, che la ritraggono piccola, insieme alla sorellina Bianca Stella (Adelaide, la maggiore, era già grande): le due bimbe tengono le manine giunte in preghiera, davanti all'opera del papà, che a loro doveva apparire immensa. Siamo nella Cremona del Secondo dopoguerra. Rocco era nato a Maglie, in provincia di Lecce, nel 1917, in una famiglia numerosa. Nella città del Torrazzo, si era sposato con Gina Gualteri e gestiva con lei il Bar Commercio, che si trovava in via Solferino, ad un tiro di schioppo dalla Curia vescovile,  sulla strada basolata romana: all’epoca, infatti, non erano ancora stati effettuati gli scavi e, lì, i Leucci avevano addirittura la cantina! Il locale si sviluppava verso l’interno ed inanellava vari ambienti; in uno di essi, venivano ospitate le riunioni delle associazioni degli arbitri, dei bersaglieri, dei cacciatori e dei panettieri. L’esercizio era frequentato da artisti e da pittori promettenti o già affermati: un giovane Giorgio Mori e Iginio Sartori. Quest’ultimo, bevendo velocemente un caffè, ritrasse Rocco, con tratti essenziali, rapidi, sicuri, caricaturali, cogliendone in pieno la consueta espressione burbera e spesso accigliata da brontolone; donò poi lo schizzo al barista pugliese, che, lusingato, si sciolse in un sorriso riconoscente e pieno di sorpresa, che non finiva più e che gli rasserenò il volto per le successive ventiquattro ore.

Nel Bar Commercio, dopo la Messa domenicale, alcuni porporati erano soliti prendere l’aperitivo. Rosamaria li rievoca con affetto, sottolineandone la bontà e l’affabilità: “Monsignor Cesare Rosa era legatissimo a noi, tanto da regalarci una copia con dedica del suo libro “Aperture sul Vangelo”. C’erano inoltre un certo Galbiati, di cui mi sfugge il nome di battesimo ed un terzo, molto simpatico, di cui, purtroppo, ho dimenticato tutto”.

Il lavoro lasciava poca libertà: “Si apriva presto e si chiudeva tardi – spiega Rosamaria – non mangiavamo mai insieme; le uniche eccezioni erano rappresentate dalla cena della vigilia e dal pranzo di Natale, in cui mio padre abbassava la saracinesca, anche se qualcuno, che bussava, c’era sempre…”. Rocco coltivava una vera e propria passione per il presepio e, ogni anno, ne realizzava uno, che lo impegnava all’incirca per un mese e che occupava una stanza intera. A fine Novembre, l’uomo iniziava a preparare pazientemente sfondi e scenografie; a Santa Lucia, partiva il periodo clou: "Stracciava la carta da pacchi stropicciata con vernice di differenti tonalità di verde, marrone e giallo, per realizzare le montagne, con il supporto di scatole da scarpe. Usava sughero e cartone per creare casette, fontanelle e grotte. Le statuine di gesso, invece, erano acquistate: erano estremamente delicate e di dimensioni diverse, per conferire profondità e prospettiva al quadro complessivo. Io conservo il Bambin Gesù e qualche pastorello. Bianca Stella ha il resto". L’allestimento poggiava su un rialzo, nell’ultimo salone, che si affacciava su un cortiletto. Con il passare del tempo, la voce si sparse: la gente chiedeva di ammirare il capolavoro di Rocco e lasciava delle offerte, che venivano portate in Cattedrale, con il sopraggiungere dell’Epifania, al termine delle festività. Ecco, una volta, fece visita persino Sua Eccellenza Danio Bolognini e, adesso che non è più qui per descriverla, possiamo solo provare ad immaginare l’intensa e pervasiva soddisfazione, che inondò il cuore di Rocco Leucci.

Nelle foto: Rocco Leucci, la sua caricatura opera di Iginio Sartori, Gina Gualteri, le piccole Rosamaria e Bianca Stella, il presepe, alcuni suoi pezzi, le dediche di Monsignor Cesare Rosa, il punto di via Solferino in cui sorgeva il Bar Commercio.

Barbara Bozzi


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commenti


Renzo

27 dicembre 2024 09:09

Complimenti per il caro ricordo ❤️🫶👍

Emiliano

27 dicembre 2024 10:28

Bellissimo articolo ❤️

Lorenzo Leucci

27 dicembre 2024 12:08

Bellissimo ricordo di mio zio...brava Barbara !🧡

Lorenzo

27 dicembre 2024 16:47

Che bello! Una figura che ricordo tutti i giorni…e una tradizione che è continuata anche dopo il bar!