1 gennaio 2024

Quando si voleva fare il mercato coperto in piazza Stradivari, allora piazza Cavour. Un progetto mai realizzato che avrebbe trasformato in stile liberty il centro storico di Cremona

Piazza Stradivari, già piazza Cavour, ha sempre rappresentato una questione aperta per l’amministrazione comunale che, pur individuandone la principale destinazione mercatale,  non ha mai accettato l’idea di uno spazio così ampio ed inesorabilmente vuoto per più giorni della settimana. Dalle carte dell'Archivio storico comunale, depositato presso l'Archivio di Stato, spunta il progetto per coprire con una pensilina piazza Cavour ben cent'anni prima della giunta Bodini, finito nel nulla, ma sicuramente dalle linee architettoniche molto più eleganti, sensibili al gusto liberty del tempo. 

Il progetto fu realizzato dall'Ufficio tecnico del Comune su incarico della giunta guidata da Giuliano Sacchi, sollecitata dalla Camera di Commercio di Cremona. Era da tempo che si dibatteva sulla necessità di dotare il centro storico della città di un mercato coperto, destinato soprattutto ad ospitare il mercato dei bozzoli, ma anche altre necessità mercantili. Si era pensato anche di coprire con una tettoia in vetro il cortiletto Federico II del palazzo municipale, ma l'idea venne scartata a favore di piazza Cavour, trovando unanimi consensi. A provocarne il definitivo abbandono fu con ogni probabilità il continuo valzer di sindaci che caratterizzò quello scorcio di secolo con l'alternarsi di Giuliano Sacchi, Giuseppe Puerari, Luciano Ferragni, Andrea Armanni, Osvaldo Archinti, Giuseppe Lava, Pietro Rizzi, Ferdinando Bolza ed ancora Luciano Ferragni nel giro di dieci anni tra il 1888 ed il 1898. Di certo se ne parlava ancora, come vedremo, nel 1908, anche se, abbastanza caustico, nel 1918 Giuseppe Garibotti, che aveva presentato un progetto di riordino generale dei mercati in un unico edificio coperto, osservava: “I mercati coperti da crearsi in piazza Cavour, a porta Po, od a Porta Romana, entravano nei programmi elettorali, oppure venivano soltanto esaltati in qualche adunanza di nuovi eletti, senza raggiungere mai un qualsiasi concretamento”. E ribadiva il severo giudizio sulle precedenti amministrazioni: “Se non fossero stati illuminati e lodevolissimi interventi della Banca popolare e del Comizio Agrario, il Mercato bestiami in Cremona sarebbe ancora – con tutta probabilità – una vasta area con poche tettoie. Avessero almeno i nostri predecessori dimostrato di voler, prima o dopo curare la creazione di moderni mercati pel grano, verdure frutta, polleria, pesce, dove ogni giorno devono raggrupparsi numerosi venditori ed acquirenti! Ma pur troppo, mai venne concretato ed attuato ciò che ripetutamente era invocato dagli interessati” (Il nuovo ordinamento dei Mercati per generi di alimentazione. Relazione al Consiglio comunale dell'assessore G. Garibotti, Cremona, Interessi Cremonesi, 1918). Parole profetiche quelle di Garibotti, talmente profetiche che anche il suo ambizioso progetto di demolire palazzo Galizioli per realizzare sull'area il mercato coperto in un nuovo edificio, rimase lettera morta.

Ma vediamo invece la storia della nostra pensilina di fine Ottocento. A proporla fu il sindaco Giuliano Sacchi nella riunione di giunta del 31 agosto 1888, che diede incarico all'Ufficio tecnico di progettare “una tettoia stabile per coprire l'intera piazza Cavour lasciando libere le strade che la fiancheggiano e che l'attraversano tenendo tale tettoja distante non meno di 4 metri dalle linee dei colonnati dei portici e metri 5 dalla fronte della casa Rossi”. La necessità nasceva dal fatto di dover trovare una nuova sistemazione del mercato dei bozzoli, che allora si teneva in piazza del Duomo sotto un tendone: “Il padiglione – informava il sindaco - che per la sua estensione è insufficiente di spazio, di rilevante spesa per le sua conservazione, non presenta quella sicurezza dal riparo delle acque di pioggia che un tale edificio deve nel modo il più assoluto accertare. Questo padiglione che venne attivato ora sono sei anni si è già ridotto allo stato da richiedere una radicale riforma. Essendosi ripetuto anche quest'anno il fatto in misura molto maggiore di quanto sia sucesso nei passati anni 1886 e 1887, che durante un acquazzone, sotto il padiglione pioveva come se non vi fosse stata la copertura in loco. Fortunatamente il mercato in quel giorno era poco popolato e i mercanti colla loro merce ripararono sotto i portici del municipio, ma se la pioggia fosse caduta in una giornata di popolato mercato, la merce si sarebbe sciupata d'acqua”. Dai dati statistici che lo stesso sindaco aveva portato in giunta, si ricavava che nel 1888 si erano prodotti 81.920 chilogrammi di bozzoli, non molto in verità, rispetto a quanto prodotto nel 1882, ad esempio, quando i chili furono 113.848, ma comunque una discreta quantità tale da far dire al sindaco: “Avete l'esempio del mercato dei bestiami. Prima che in forze quel bellissimo piazzale fuori di porte Venezia sul quale vien tenuto, avrà una mostra di mercato. Ora per la comodità del luogo ha centuplicato di frequenza, ed ha acquistato la fama di uno dei migliori mercati della Lombardia, Veneto, Emilia, Piemonte e da qualche anno è frequentato da negozianti napoletani. Se l'amministrazione comunale, per lesineria di denaro, non avesse avuto il coraggio di apprestare le comodità che presenta il luogo destinato al mercato, Cremona non avrebbe acquistato quel grado di movimento commerciale che la fa continuamente prosperare e notare anche che il solo ponteggio della piazza rende l'interesse del capitale occorso per la sua costruzione.

Egual sorte avrà il mercato dei bozzoli se sapremo predisporre un piazzale sufficientemente ampio e con copertura sicura della piazza. Non è a discutersi se convenga al Comune abbandonare o tenere con cura il mercato bozzoli. E' un cespite di somma pertiene al commercio cittadino e tornerà di non lieve ristoro alle finanze del Comune. Nessuna amministrazione cittadina potrebbe ideare la sopresione del mercato bozzoli, anzi il suo obbiettivo sarà sempre quello di sostenere, protegge, fare fiorire nel miglior modo questo mercato”. 

Ragion per cui diventava indispensabile recuperare nuovi spazi attrezzati. “Dall'esperienza è risultato che la superficie necessaria al mercato non deve essere minore di metri 1261. La piazza del Comune devesi a priori escludere perchè è una piazza da tenersi sgombra per non deturpare la sua bellezza monumentale. La piazza Pescheria e del Lino è troppo piccola perchè non ha di spazio utile che metri quadrati 800. Scegliendo, o non si può altrimenti, la piazza Cavour, bisogna provvedere per il trasporto in altra località della statua di Vittorio Emanuele, e la nuova località la troverei opportuna nel luogo dove ora trovasi la colonna della Pace, destinandosi questa a altro spazio. Il monumento di Vittorio Emanuele si troverebbe meglio collocato in questo muovo posto perchè acquisterebbe un punto prospettico di molto effetto, ciò che le manca del tutto dove ora trovasi. Il trasporto dei due monumenti importerà la spesa di L. 3500. L'edificio proprio a coprire il piazzale del mercato non può essere che una tettoia stabile a colonne di ghisa con davanti una copertura in ferro a perfetta tenuta d'acqua con pavimentazione di granito, di stile ed altezza e non di lusso soddisfacente al decoro cittadino. Il costo di quest'opera ammonterà a L. 65.000 alle quali aggiunte le L. 3500 per il trasporto dei monumenti si ha un totale di L.68.500”.

Lo stesso sindaco Sacchi non si nascondeva le difficoltà che il progetto avrebbe potuto incontrare e concludeva la sua presentazione dicendo: “Questo progetto potrà incontrare degli ostacoli, specialmente per la occupazione della piazza e forse anche nelle spese per chi non volesse riflettere alle spese che abbiamo attualmente col padiglione mobile. Forse potrà essere respinto per la prima volta dal Consiglio comunale, ma non per ciò dobbiamo arrenderci dallo studio e presentare le nostre proposte. Avremo scaricato il peso delle responsabilità, avremo fatto il debito nostro chiamando l'attenzione pubblica sopra tanto grave oggetto, e non dubitate che il tempo e non a lungo ci darà ragione. Ciò che sarà stato a noi negato verrà imposto ad altra amministrazione comunale”. 

Passò qualche settimana e fu la stessa Camera di Commercio con una lettera del 5 novembre a sollecitare la Giunta a prendere in considerazione l'idea di realizzare il mercato coperto in piazza Cavour, destinandolo non solo ai bozzoli, ma anche alla frutta ed al pollame, tanto che la giunta, guidata da Giuseppe Puerari, facente funzioni di sindaco, il 4 gennaio 1889 discusse ed approvò la .proposta camerale. Ma passarono altri due anni e solo il 26 aprile 1891, quando era sindaco ancora per pochi giorni Luciano Ferragni, il progetto predisposto dall'Ufficio Tecnico venne esaminato ed approvato prima di una nuova crisi con la successiva nomina del regio commissario straordinario Andrea Armanni. Il verbale della giunta recita: “La giunta avuta contezza del progetto di mercato coperto allestito dall'Ufficio Tecnico secondo le dategli istruzioni, e trovatolo soddisfacente così del riguardo della scelta della località, come per quanto alla ideata struttura ed al disegno della tettoia, ne prende atto, augurandosi che la giunta che sarà chiamata a succederle nell'amministrazione del Comune lo prenda nella dovuta considerazione e ne spinga la esecuzione avuto riguardo in particolar modo al bisogno urgente di provvedere al mercato pei bozzoli, essendo divenuto inservibile il padiglione mobile destinato a quello scopo”. A questo punto, però, del progetto si perdono le tracce ed è ancora la Camera di Commercio a rispolverare la questione molti anni dopo, nel 1905, confidando nel nuovo sindaco Francesco Piazza, a cui il presidente Meneghini scrive il 29 settembre: “Nell'adunanza 25 u.m. Il signor consigliere Robbiani proponeva (ed il consiglio camerale ammetteva) di rinnovare pratiche col Comune di Cremona per una migliore sistemazione del mercato civico locale usufruendo all'uopo del cortile del palazzo municipale opportunamente coperto. Ora, ricordando da nota municipale 8 gennaio 1889 n. 11100, questa camera confida che codest'onorevole Amministrazione possa raggiungere lo scopo desiderato dal commercio – o con l'accenata copertura del cortile del Municipio o con altri più pratici e migliori progetti. Gradirà il sottoscritto di avere un cenno di riscontro in argomento, e di conoscere le vedute di codest'onorevole Giunta in proposito per darne analoga comunicazione a questo consiglio camerale”. 

Ma, ahimè, anche Piazza non ebbe migliore fortuna dei suoi predecessori e si dimise il 2 luglio 1906. Probabilmente la questione del mercato coperto venne finalmente ripresa dal nuovo sindaco Dario Ferrari, dal momento che tra le carte della pratica si trova, unica traccia della fantomatica copertura, la proposta della ditta Pasqualin e Vienna per installare una tettoia a Cremona al prezzo di 31.100 lire. Alla lettera, datata 16 aprile 1908, sono allegati due disegni dell'installazione, che riprendono il progetto presentato a suo tempo dall'Ufficio tecnico comunale, di cui esistono, allegati alla prima pratica del 1891, i disegni delle centine metalliche di un piacevole gusto liberty.

Dieci anni dopo concludeva, dunque, amaramente Garibotti: “Le amministrazioni passate del nostro Comune, per quanto sollecitate ripetutamente, non si sono mai curate seriamente di riorganizzare con criteri moderni, i pubblici Mercati, dotandolo di speciali edifici. Trascurando di rilevare le vicissitudini del Mercato coperto dei bozzoli, possiamo notare che prima ancora di provvedere al mercato coperto dove si concretano operazioni immense di riprodotti del suolo e di generi di alimentazione, si cercò dimettere al coperto e ben riparati i bovini e gli equini”. Purtroppo, però a rendere testimonianza del grandioso progetto di Garibotti sono rimasti solo i disegni dei prospetti delle facciate di quello che sarebbe dovuto diventare il grande mercato coperto di Cremona, mai realizzato: vent'anni dopo, sulle macerie di palazzo Galizioli sorse invece la grandiosa sede della Ras.

 

Fabrizio Loffi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Luciano sassi

1 gennaio 2024 16:00

Che fine hanno fatto le coperture moderne rimosse da piazza strad ?

Wanna Zambelli

1 gennaio 2024 18:48

Leggo sempre con molto interesse questi squarci di vita cremonese, ben documentati e ben scritti. Perché non raccoglierli in un ebook da mettere a disposizione dei lettori di Cremona Sera (gratuitamente o a pagamento)?
Wanna Zambelli

Daniro

2 gennaio 2024 20:00

Ho qualche dubbio che questa struttura potesse occupare in modo definitivo (e per il mercato dei bozzoli) la Piazza pubblica che ai tempi era corredata di porticati e di notevoli edifici storici.