Quel presepio nel campo all'ombra della chiesa parrocchiale di Solarolo Monasterolo
Con la solennità dell’Epifania è stato del tutto completato, in ogni suo dettaglio ed in ogni suo particolare, il grande presepio artistico che sorge nel campo all’ombra della chiesa parrocchiale di Solarolo Monasterolo. Un’opera d’arte spettacolare per la cura e la raffinatezza di ogni suo componente, straordinaria per l’amore (e la fede) che le persone che lo hanno realizzato sono riuscite ancora una volta, con chiara ed autentica semplicità, a dimostrare per la loro terra. Ultime, conclusive aggiunte sono state quelle della preghiera e dell’ultimo personaggio, sistemati la vigilia dell’Epifania, un giorno tutt’altro che casuale. Infatti il 5 gennaio era il compleanno di Vittorio Massari, uno degli storici realizzatori di questo presepio, “andato avanti” (come direbbero gli Alpini), purtroppo, lo scorso anno a causa di una grave malattia. Vittorio non c’è più fisicamente, ma c’è da star certi che dal Cielo ci ha messo del suo. Lo sa bene Rosella Cernuzzi che è sempre stata, insieme a lui, l’ “anima” di questo grande presepio e che per lui si è ostinata, nel vero senso del termine a portare avanti la tradizione avviata dall’ex parroco don Davide Ferretti. “Dopo gli anni bui del Covid – spiega e conferma Rosella Cernuzzi – mi sono ostinata perché tutto quello che Vittorio aveva fatto in passato non andasse perso. Sono convinta che oggi ci sorrida da lassù”.
Lei, Rosella, instancabile anima ed ideatrice di questa opera d’arte (e di fede) ha provato a fare una lista dei volontari che hanno fatto qualcosa per questo presepio. In tutto ha elencato almeno trenta persone: decisamente non male per una frazione tanto piccola. Una villaggio unito e coeso, con gente buona e semplice che si è tirata su le maniche e poco importa se, vista anche la carenza di sacerdoti, quest’anno a Solarolo non ci sono state messe né per Natale né per l’Epifania perché, grazie all’opera di tutti, il significato più autentico del Natale si è riusciti a farlo arrivare comunque, in modo spontaneo e vero.
“Quando abbiamo iniziato il presepe – racconta ancora Rosella Cernuzzi – eravamo una decina di appassionati. Vittorio era il braccio, io la mente artistica. Poi c’era un gruppo di signore, tra cui la moglie, testimoni delle tradizioni contadine. Dopo cena capitava spesso di trovarsi al presepe senza essersi dati appuntamento, ci si confrontava e si programmavano i lavori per il nuovo anno. Vittorio era scrupolosissimo nello smontare il presepe, su ogni pezzo di legno, su ogni pietra segnava con il pennarello a cosa fossero destinati. Gli anni del Covid sono stati durissimi perché, oltre alle persone, hanno ucciso tutte le iniziative collettive. La sua morte è stata come un cazzotto nello stomaco per l’intero paese. Quando lo scorso anno mi sono ostinata a recuperare tutto e ho fatto rinascere il presepe tanti mi hanno chiesto come avessi fatto, ma per me è stato facile perché è stato come ricostruire un grosso puzzle, seguendo passo dopo passo le istruzioni che lui ci aveva lasciato. Vittorio non sapeva che ci sarebbe stato il Covid e nemmeno sospettava che si sarebbe ammalato così gravemente. Aver raccolto il suo testimone è per noi motivo di orgoglio e di vicinanza. Ogni volta che mettiamo giù il presepe Vittorio è lì con noi; quando ho qualche dubbio penso a cosa avrebbe fatto lui e le incertezze si dissolvono”. Sono quelle storie piene di bellezza, di sentimento e di autentica amicizia che solo in queste terre ovattate dalla nebbia e sferzate dall’afa estiva, a due passi dal Grande fiume, si fanno realtà e, attorno ad un presepe, non solo vedono unita una comunità ma rendono presente anche chi non c’è più. Lo straordinario presepio di Solarolo Monasterolo resterà allestito almeno fino a domenica 12 gennaio (festa del Battesimo di Gesù): ai lettori si può solo consigliare di visitare questo presepe, ammirandolo vivendolo e diventandone, con l’animo, parte integrante. Ci si immergerà in una atmosfera speciale che renderà viva, in terra di fiume, una piccola Betlemme.
Eremita del Po
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commenti
Luigi Albertoni
6 gennaio 2025 13:53
Bellissimo!!! I miei nonni avevano la casa a Solarolo quindi ci sono stato tantissime volte abitando a Cremona.
Sono bei ricordi. Nel cimitero di Solarolo ci sono tutti i miei antenati.
Oriana
6 gennaio 2025 17:57
Sono orgogliosa di essere stata la nipote di Vittorio,persona buona e sempre presente per i suoi compaesani Leggete questo articolo,mi ha commossa di quanto lui sia ricordato con affetto .