11 settembre 2025

Rifiuti in Lombardia: primato negativo per inceneritori (ben 12), il 43% degli impianti accoglie rifiuti esterni. Cinque associazioni chiedono confronto urgente con la Regione

La Lombardia detiene il triste primato nazionale per numero di inceneritori per rifiuti urbani, ben 12 impianti con 24 linee operative, più cinque cementifici che praticano coincenerimento. Circa il 43% dei rifiuti trattati proviene da altre regioni, facendo lievitare la pressione ambientale su territorio e cittadini. In una regione già ai vertici italiani per inquinamento atmosferico, questi numeri poco confortanti hanno ancora più peso.

Le pesanti criticità dell’incenerimento dei rifiuti in Lombardia e la richiesta urgente dell'apertura di un tavolo di confronto con la Regione: sono questi i temi al centro della Conferenza Stampa, convocata  per  lunedì 15 settembre, ore 11.00, da 5 Associazioni: Rete Ambiente Lombardia (RAL), ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), Zero Waste Europe, Medicina Democratica e Cittadini per l’Aria  Saranno presenti  Raffaella Mattioni, Rete Ambiente Lombardia, Celestino Panizza, ISDE, Enzo Favoino, Zero Waste Europe e  Marco Caldiroli, Medicina Democratica, che illustreranno  i contenuti di una nota articolata inviata al Presidente della Regione Attilio Fontana e al Consiglio Regionale della Lombardia.  

La Lombardia con 12 inceneritori per rifiuti urbani (24 linee), più uno per il quale è stato avviato l’iter autorizzativo in provincia di Bergamo, nonché 5 cementifici, che coinceneriscono rifiuti, con una capacità autorizzata di quasi tre volte la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti dai lombardi, non solo è al primo posto in Italia per numero di impianti, ma è anche al primo posto per la percentuale di rifiuti inceneriti provenienti da fuori regione, pari a circa  il 43%. “Primati” ben poco invidiabili e  ancor più allarmanti considerato che la Lombardia è la regione con i peggiori dati sull’inquinamento atmosferico e in totale assenza di un monitoraggio tossicologico ed epidemiologico (presente invece in Piemonte e Emilia), che aiuti a comprendere le conseguenze sul piano sanitario e ambientale e che rappresentano un ostacolo alla attuazione dell’economia circolare.

 


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