27 aprile 2021

Rubate e riciclate centinaia di auto e componenti in Italia e all'estero. Gruppo criminale dotato di strumenti sofisticati. Ecco come agiva

Una banda che agiva nell'individuare auto di grido in province di tutto il nord Italia, vetture con un palmares sportivo o d'epoca, rubarle, smontarle e rivenderle successivamente sia nell'ecommerce all'estero e in tutta Italia. Una banda di grandi professionisti del settore dotati di strumentazioni elettroniche che riuscivano così ad appropriarsi di centinaia di auto di grossa cilindrati. Così oggi a Cremona e nelle province di Piacenza, Pavia e Monza e Brianza i carabinieri del Comando provinciale di Cremona hanno data esecuzionemisura cautelare (10 in carcere, 2 arresti domiciliari) per i reati di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio, tutti in concorso. Attività volta al riciclaggio, ricettazione e appropriazione indebita e furto auto grossa cilindrata. Spesso su commissione di carrozzieri e collezionisti del settore. Individuata l'auto veniva approntato un piano per sottrarla, anche monitorando le abitudini dei proprietari. Furti di auto famose per palmares, risultati sportivi e rarità. Caso emblematico quello del furto di una Lancia Delta Integrale Martini, rubata in un capannone in provincia di Brescia nel 2019 e di proprietà di un imprenditore. L'auto era impreziosita dall'avere la carta di circolazione intestata al pilota italiano due volte campione del mondi di Rally "Miki" Biasion.

Il gruppo criminale era dotato di strumenti sofisticatissimi tra cui alcuni apparati per alterazione dei codici delle centraline elettroniche e “jammer” in grado di inibire gli allarmi elettronici nelle abitazioni e disturbare le comunicazioni telefoniche dei centri dove volevano colpire, così da ritardare l'arrivo delle Forze dell'Ordine.

Il vertice del gruppo criminale era quello della famosa famiglia Taino di Robecco d'Oglio, vecchia conoscenza nel campo dei furti e del ricilaggio di auto rubate, ma con capacità criminali anche a connotazione transnazionale. Le parti venivano poi commercializzate in Slovenia, Croazia, Bulgaria, Turchia e in Africa, come dimostrano le centinaia di pezzi automotive già imballati e pronti per il Ghana per un valore di oltre 300mila euro.

Il volto legale del Gruppo aveva anche consentito ad alcuni degli arrestati di apparire come autorevoli esperti nel crescente mercato dei rari e costosi ricambi di auto d'epoca, come anche confermato da un'intervista con una blasonata rivista specailizzata del settore, con un articolo dedicato alla sua collezione e alla vendita di pezzi di ricambio presso una delle società a lui riconducibili, l'Epocastore di Pontevico (BS)

L'operazione prende il nome “Donkey” poiché nel giugno del 2020 nel corso di una perquisizione nei confronti di Aldo Taino, ispezionando il maneggio attiguo alla sua abitazione (dove era presente un importante allevamento di cavalli e asini) è stata rilevata una discordanza tra gli animali presenti e quelli censiti. E' stato infatti appurato come gli arrestati siano da oltre 40 anni attivi nel settore della macellazione clandestina, per alimentare le richieste di ristoranti e trattorie del bresciano, piacentino e lodigiano, province famose per utilizzare le carni equine per la preparazione di piatti tradizionali.

Nel corso dell'operazione sono stati tratti in arresto in flagranza di reato 7 soggetti e deferiti in stato di libertà altri 27 per i reati di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio, estorsione in concorso, violazioni delle leggi ambientali (tutti in concorso), falsa fatturazione per operazioni inesistenti. Sono stati accertati furto e riciclaggio di 131 vetture. Sono stati sequestrati 111 motori di autovetture e componentistica automotive per furti commesi tra il 2018-2020 per un valore di 4 milioni di euro.

Guarda l'intervista al comandante provinciale dei carabinieri


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