28 febbraio 2023

Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare: il bilancio di un anno di attività del Dipartimento Veterinario di ATS Valpadana

Imponente è il volume delle attività effettuate dal Dipartimento Veterinario e Sicurezza Alimenti di Origine Animale di ATS della Val Padana nel 2022: oltre 25.000 controlli su attività (14.344 dei quali in allevamenti) e oltre 800.000 accertamenti (campionamenti) per la presenza di patologie animali, dalla West Nile all’aviaria, dalla peste suina alla salmonellosi; più di 500 verifiche nelle attività riconosciute (macelli, sezionamenti carni) ed un numero di capi macellati che si avvicina ai 17 milioni; 717 criticità riscontrate e 545 sanzioni irrogate, per un totale di circa 725.000 euro. 

Quest’attività è stata possibile grazie al lavoro di 167 tra veterinari e tecnici della prevenzione nelle province di Cremona e Mantova dove sono presenti quasi 8.000 allevamenti (bovini, suini, avicoli, ovicaprini, equini) per un totale di 14 milioni di capi. Tra azioni programmate e interventi su segnalazione, i veterinari di ATS sono vere e proprie sentinelle che contribuiscono a garantire la salute pubblica e la sicurezza alimentare e lo sviluppo del territorio.

Il 2022 è stato sicuramente un anno di intensa attività che ha visto sovrapporsi, alla normale routine degli uffici, interventi di emergenza (aviaria) e di mantenimento del controllo di alcune situazioni ereditate dalla pandemia, come le verifiche sull’allevamento di visoni - afferma Maurilio Giorgi, Direttore del Dipartimento Veterinario e Sicurezza Alimenti di Origine Animale di ATS della Val Padana -. Ci siamo concentrati sullo stato sanitario territoriale con una forte attenzione alla produzione e trasformazione degli alimenti; in particolare sul versante dell’export abbiamo condotto approfondite verifiche per il possesso da parte delle imprese, di requisiti fondamentali, a partire dalla materia prima negli allevamenti sino al mantenimento sia della sicurezza che della qualità dei prodotti. In questo modo il Dipartimento Veterinario di ATS contribuisce alla tutela della concorrenza leale, al controllo di una filiera di qualità e quindi al rafforzamento del tessuto economico territoriale. Altra attività di rilievo che ha caratterizzato l’anno appena trascorso – continua Giorgi - è stato l’impegno per la riduzione dell’utilizzo di antimicrobici negli allevamenti al fine di limitare e controllare il fenomeno della farmaco-resistenza con risultati ottimi sia nel segmento avicolo sia in quello dei bovini da latte.”. 

Negli ultimi 20 anni, in Lombardia, si è assistito ad un aumento esponenziale di animali selvatici - in particolare ungulati (es. cinghiali, cervi, caprioli) e volatili - raggiungendo livelli tali da rappresentare un’entità non più trascurabile, essendo questi potenziali elementi di rischio sanitario per l’uomo e per gli animali domestici. 

Al riguardo, nella nuova organizzazione aziendale di ATS è stato istituito il Dipartimento Funzionale One Health che ha il compito di integrare le diverse strutture della prevenzione sanitaria con l’obiettivo di un approccio sistemico, intersettoriale e multidisciplinare rispetto ai rischi derivanti dall’interazione uomo – animale – ambiente. Anche nel Piano Pandemico 2021 – 2023 di ATS è inserita l’attività del Dipartimento One Health per l’apporto di informazioni su monitoraggi e controlli effettuati nelle popolazioni di animali selvatici.

Regione Lombardia, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna e l’Università Statale di Milano, sta portando avanti il progetto Spillover, che ha l’obiettivo di indagare il ruolo epidemiologico della fauna selvatica.” - spiega Vincenzo Traldi, Direttore del Dipartimento One Health di ATS - “In particolare – continua il dott. Traldi - sono le zecche a destare maggiore preoccupazione, anche perché negli ultimi due decenni si è osservata la costante crescita del rischio di trasmissione di patologie da parte di questi vettori. Non solo, nell’ambiente sarebbe utile monitorare l’eventuale presenza di patogeni virali emergenti - come ad esempio l’indagine virologica nelle popolazioni di chirotteri (pipistrelli) e ricci rivolta principalmente all’individuazione delle infezioni sostenute da Coronavirus. Il progetto coinvolgerà anche liberi professionisti, Medici di Assistenza Primaria e Medici Ospedalieri, che dovranno segnalare tempestivamente i casi sospetti al fine di mirare gli interventi e gli accertamenti per un’altrettanta tempestiva diagnosi e cura di casi di infezione”. 


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