Sessant'anni fa la mostra "Impietriti" di Antonio Leoni sui mascheroni della Cattedrale. Dal 1964 ha girato il mondo ma nessuno se ne è ricordato
“I volti della Cattedrale” è la mostra dei calchi delle protomi, cioè i volti umani , ma anche musi animali, scolpiti nelle loggette della parte alta dell’edificio sacro, che per la prima volta potranno essere visibili ed apprezzabili a distanza ravvicinata all’interno del Battistero (leggi qui l’articolo). I calchi in gesso e le copie in argilla bianca degli originali sono stati realizzati dal Laboratorio del Cotto, durante i restauri della facciata della Cattedrale negli anni Novanta. L’allestimento, nell’ambito del progetto “Il cotto a Cremona” CrArT – Cremona Arte e turismo APS e Laboratorio del cotto APS, è curato dall’architetto Maurizio Ferrari del Laboratorio del Cotto e da operatori dell’Associazione Donatori del tempo libero. Sono sculture dall’alto valore simbolico e religioso che stimolano la riflessione sul profondo legame tra l’uomo e la natura, tra l’immagine e la materia, tra l’anima e la rappresentazione del corpo.
Una suggestione che, già sessant’anni fa, ed il prossimo anno ne ricorre l’anniversario, aveva stimolato la ricerca di Antonio Leoni in una mostra rimasta una pietra miliare nella storia dell’immagine. Un titolo che da solo, nella sua efficacia, costituiva l’estrema sintesi del rapporto che, nel Medioevo, esisteva tra la rappresentazione realistica della figura ed il proprio ambiente, in cui la pietra acquistava un significato escatologico che andava aldilà della semplice materia, fino ad acquistare un valore universale: “Impietriti”. La pietra che diventa uomo, una ricerca sui mascheroni romanici delle loggette del Duomo che dal 1964 ha fatto il giro del mondo. Leoni era affascinato da questo rapporto fra la vicenda umana e la materialità della pietra, tra questo microcosmo e l’universo che lo circonda armoniosamente uniti in una tensione verso l’infinito. Il forte valore simbolico di questi ritratti in pietra era già stato sottolineato da monsignor Franco Voltini quando, nel 1971, la mostra venne riproposta: “Gli ‘Impietriti’ sono campioni d’una umanità anonima, come anonimi saranno per sempre gli umili ‘picapreda’, forse prealpini, che li crearono: volti talora sbozzati in forma rudimentale di assoluta semplificazione, a larghe masse; altre volte invece solcati da incisivi tratti lineari di arcaica violenza espressionistica”. Stupisce e rammarica il fatto che in questa occasione nessuno se ne sia ricordato, nonostante che la mostra, aggiornata con il titolo “Metafore e Metamorfosi” sia stata riproposta proprio in Battistero nel settembre del 2008 in occasione dei novecento anni della Cattedrale.
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commenti
Mauro Tironi
5 novembre 2023 10:05
Caro Loffi, credo che lei più di tantissimi altri conosca il valore del "Direttore", come l'ho sempre chiamato. E son certo ricordi molto bene quanto il Direttore sia stato persona autentica e personaggio scomodo, divisivo. Personalmente non mi stupisco affatto di queste ricorrenze "dimenticate" da chi avrebbe titolo per celebrarlo. È solo la prosecuzione dei comportamenti che hanno avuto mentre lui era in vita.
michele de crecchio
5 novembre 2023 22:54
In verità il sottoscritto, avendo a suo tempo, con alcuni amici, aiutato Antonio ad allestire la mostra "Gli impietriti" se ne ricorda bene, come ebbi già occasione di scrivervi tempo addietro.