21 dicembre 2022

Studio epidemiologico cremonese. Da Ats i primi risultati. Degli Angeli: “Dopo 6 anni ancora in una fase arretrata. Quante sono le morti attribuibili alle varie fonti emissive e quelle evitabili?”

 
ATS Valpadana ha concluso la prima parte dell’indagine epidemiologica cremonese, attestando il calcolo dei decessi attribuibili alle polveri sottili nel decennio 2010-2019. Considerando che Cremona è la prima città più inquinata di Italia e la seconda in Europa, Ats Valpadana ha confermato quello che già sapevamo, ovvero che la situazione sanitaria è compromessa, ma dopo 6 anni siamo ancora in attesa di tutti i filoni dello studio epidemiologico. Va ricordato però che i numeri di centinaia di decessi attribuibili all'inquinamento non è una statistica, ma sono persone”. A spiegarlo è Marco Degli Angeli, consigliere del M5s Lombardia, sulla base dei dati forniti dall’ATS Valpadana.
 
Aggiunge Degli Angeli: “Ats Valpadana non non arriva a fornirci i dettagli attesi, soprattutto considerando che gli obiettivi dello studio epidemiologico aperto con il professor Paolo Ricci, ex direttore dell’Osservatorio epidemiologico, erano molto più sfidanti. Infatti, come avevo già spiegato nell’ultima interrogazione (ITR 21629 - Maggiori chiarimenti in merito allo studio epidemiologico di Cremona e all’attuazione dell’ordine del giorno n. 1901 ndr) quello che ancora manca è l’attribuzione delle fonti e non è certo sufficiente il calcolo dei decessi attribuibili alle polveri sottili, quello che realmente serve è comporre ed illustrare il modello di ricaduta delle emissioni prodotte dalle fonti industriali, così come previsto nel protocollo originario dello studio epidemiologico”.
 
In parole semplici, in assenza di un modello costruito in modo più completo, ai soggetti in studio viene attribuita solo l'esposizione cumulativa e non specifica delle fonti inquinanti e industriali. “In questo modo - chiosa Degli Angeli - è impossibile valutare il differenziale di mortalità e quindi i casi prevenibili. La consapevolezza che una ricerca avviata nel 2016, si trovi dopo 6 anni ancora un una fase tanto arretrata, stride con lo stato di salute ambientale e sanitario compromesso e quindi con le necessità dei cittadini”.
 
Numeri di Ats alla mano, per la valutazione dei decessi attribuibili alle polveri sottili sono stati usati due metri di paragone. Il Primo è quello che impone i valori limite a 25 μg/m3. Il secondo riguarda invece il valore obiettivo raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, pari a 5 μg/m3.
 
Nel primo caso - sottolinea Degli Angeli - il distretto di Cremona, nel periodo preso in esame, ha registrato come il 4% dei decessi per cause naturali sia attribuibile a livelli di PM2,5 superiori a 25 μg/m3. Sono stati quindi 724 i decessi attribuibili alle polveri sottili, di cui 319 nel comune di Cremona”.
L’esposizione a concentrazioni superiori il valore di 5 μg/m3 raccomandato dall’OMS, mostra invece come il 16% dei decessi per cause naturali sia attribuibile all’inquinamento atmosferico.
 
L’iniziale fase dello studio epidemiologico, già nel 2018 aveva chiarito come tra Cremona e i comuni limitrofi ci sia stato un incremento delle ospedalizzazioni a causa di patologie respiratorie. Parliamo di un +14 % su Cremona e di un +33 % per i comuni limitrofi. Altresì era stata evidenziata un’ incidenza maggiore del +17% per quanto riguarda la mortalità da tumore dei polmoni e un incremento di leucemie pari al +23% a Cremona e ad un +81% nei comuni limitrofi. Oggi - chiosa Degli Angeli - le nuove analisi di Ats Valpadana attestano come l’eccesso di PM2,5 sia il responsabile di almeno il 5% sul totale dei decessi per cause cardiovascolari, per cause respiratorie e per tumore al polmone”.
 
Considerando il limite di 25 μg/m3 sono 368 i decessi complessivi per cause cardiovascolari, 56 quelli per cause respiratorie, e 59 i decessi per tumore al polmone. Se invece consideriamo il valore obiettivo dell’OMS, i decessi salgono a 1.434 per cause cardiovascolari, 206 decessi per cause respiratorie e 198 per tumore al polmone.
 
Conclude Degli Angeli: “È incredibile ascoltare dichiarazioni che cercano di generalizzare e sminuire il dato di mortalità, riducendolo ad una media in linea al resto della pianura padana. Quali iniziative vorrà intraprendere il comune di Cremona? Di fronte a queste evidenze scientifiche quando Regione si deciderà ad intervenire in modo concreto finanziando solidi studi epidemiologici? Innanzi a questi dati mi sorprende il fatto che proprio Regione abbia invece bocciato un mio emendamento durante l’ultimo bilancio regionale chiuso ieri, martedì 20 dicembre, dove chiedevo fondi ad hoc per finanziare questi studi. A questo punto la Giunta Fontana chiarisca quali strumenti lascerà alla prossima giunta per fare della programmazione sanitaria e ambientale, necessaria anche per valutare gli effetti cumulativi per le autorizzazioni di nuove aziende a forte rischio inquinamento”.

 


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