23 dicembre 2022

Tagliati a raso due ettari di bosco della Riserva MaB Unesco, create anche due piste abusive per l'esbosco. Intervengono i Carabinieri Forestali: denunciato il responsabile

I militari della Stazione Carabinieri forestale Cremona, coadiuvati da personale della Polizia Provinciale, hanno accertato, in area boschiva del Casalasco, l ’ esecuzione di un taglio raso in bosco realizzato in assenza di autorizzazione paesaggistica. L’ area interessata dal taglio, di proprietà demaniale, prossima al fiume PO, inserita all’interno della Riserva della biosfera MaB Unesco “Po Grande” , possedeva tutte le caratteristiche e parametri  atti a classificarla come bosco sia sotto il profilo ecologico che normativo. I rilievi, realizzati mediante l’ ausilio di un drone, hanno consentito di determinare l’ estensione del taglio a 16.300 mq, taglio al  quale si sono aggiunte due (sempre abusive) piste forestali realizzate nel bosco adiacente.  Il responsabile del taglio  verrà denunciato alla locale Procura della Repubblica per taglio raso in bosco  in assenza di autorizzazione paesaggistica e deturpamento di bellezze naturali .

Il celere accertamento dei Carabinieri per la Tutela forestale è conseguente ad una puntuale segnalazione della cittadinanza sempre più attenta e sensibile a reati ed illeciti a danno dell’ambiente naturale e paesaggio. 

L’area  oggetto di taglio è, per il territorio, di particolare interesse in quanto inserita nella R.E.R. (Rete Ecologica Regionale) oltre ad esser parte del corridoio ecologico primario  “Fiume Po”  in quanto  elemento di primo livello compreso nelle aree prioritarie per la biodiversità  ospitando numerosi “elementi focali”, fra cui 22 specie o sottospecie endemiche, 13 specie inserite nella Lista Rossa IUCN, 33 specie inserite nell’Allegato I della Direttiva Uccelli, 40 specie inserite negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat e 2 habitat prioritari secondo la Direttiva Habitat.

Riguardo le caratteristiche vegetazionali della superficie oggetto di taglio raso (pratica di taglio comunque non ammessa, fatte salve deroghe per interventi fitosanitari o di pubblica utilità),  fa parte di una più estesa area precedentemente orientata alla coltivazione di pioppo, abbandonata da più di dieci anni e ora  in corso di spontanea rinaturalizzazione; questa è classificabile come saliceto ripariale (Salix Alba) con esemplari d’alto fusto di pioppo , ricacci dello stesso e un piano arbustivo composto da varie specie pioniere.

L’intervento della Stazione coordinata dal Gruppo Carabinieri Forestale Mantova si inserisce nella più generale attività di controllo e difesa dei residuali nuclei di biodiversità Cremonesi; giova sottolineare che, dalle ultime statistiche forestali, la provincia Cremonese, con un due per cento di superfice forestale sul totale del territorio, è penultima in Regione. 

 


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commenti


Pasquino

23 dicembre 2022 18:45

A questo criminale succederà qualcosa o si troverà il mezzo per salvarlo ? Magari con qualche sanatoria ?

Daniro

24 dicembre 2022 07:50

Come è possibile che su un'area demaniale un privato faccia piazza pulita del patrimonio naturalistico e ci accorge solo a danno fatto? È evidente che qualcosa non funziona.

Manuel

25 dicembre 2022 04:45

Senza offesa o presunzione, ma tu (come molti altri) non immagini cosa sia successo al patrimonio pubblico ed alle poche emergenze naturalistiche padane durante gli ultimi 100 anni. Quel che è accaduto (misfatto) risulta la norma, l’operazione dei Carabinieri è l’eccezione... e per fortuna ci sono i Carabinieri, che ogni tanto provano ad alzare le misere percentuali di contrasto! Ricordiamoci che siamo in Italia e, oltre l’intromissione dei soliti svariati interessi, nei destini del Paese bisogna aggiungere la diffusa (meno di un tempo) indifferenza popolare.

Daniro

26 dicembre 2022 08:42

Senza offesa o presunzione le mie prime segnalazioni "alle autorità competenti" per interventi di riduzione di zone boschive anche estese, tagli di vegetazione ripariale e riduzione di zone umide risalgono alla metà degli anni 80. Purtroppo nella quasi maggioranza dei casi venivo a sapere che chi era intervenuto aveva ottenuto le autorizzazioni ma, magari perché le cartografie non erano aggiornate (e non erano mai aggiornate), aveva esagerato un pochettino e quindi, a sua insaputa, aveva invaso il bosco spontaneo e spianato una vecchia lanca. In altri casi della segnalazione non se ne sapeva più nulla. Ripeto pertanto: è evidente che qualcosa non ha funzionato prima e, forse, non funziona neppure ora nella tutela del patrimonio pubblico ed aver soppresso il corpo forestale dello stato non è stato un bel segnale.

Manuel

26 dicembre 2022 22:03

Da ciò che intuisco, considerata la datata, nonché coeva, esperienza sul campo, dovremmo avere un’età simile. Quel che hai or ora ribadito continua ad essere facilmente constatabile, nondimeno condivisibile, ma noi crediamo che la legge (che comunque rimane un artificio temporale) sia un punto di riferimento e vediamo il bicchiere mezzo vuoto. Di contro altri vedono il bicchiere mezzo pieno, cosicché le interpretazioni, gli insabbiamenti, le riforme fasulle, hanno funzionato (e funzionano) bene. Ergo rimane la solita contesa tra parti che, nel caso di privati viene indirizzata dalla capacità economica di assoldare un avvocato di grido, nel caso di pubblico vs privato, dipende da accrescitivi e diminutivi: se il secondo soggetto si fregia di un “one” o rappresenta una categoria, il primo si ritira, se invece si fregia di un “ino” il primo potrebbe anche mostrargli l’inflessibilità dell’autorità costituita. Colpa solo della minoranza di beneficiari “birichini” o della stucchevole maggioranza di italiani ciechi e sordi?... la risposta sta già nella domanda, considerando come questo Paese, tra le altre cose, si prenda il lusso di cullare le mafie.