29 ottobre 2023

Tra tante opere d'arte, ricordi e segni dell'impegno civile, la casa-studio di Mario Coppetti diventa "Casa della Memoria" e si apre al pubblico

A 97 anni davanti alla sua casa mentre sta spalando la neve senza aspettare che arrivino i mezzi del Comune. Un simbolo di quello che è stato Mario Coppetti: grande artista, politico, amministratore volto solo al bene comune e un cittadino esemplare. La fotografia venne pubblicata dal Vascellocr di Antonio Leoni. Era proprio Mario, con la sciarpa e il cappello in testa a spalare la neve dal marciapiede davanti a casa, come previsto dai regolamenti comunali, senza aspettare l'intervento pubblico e mentre sulla stampa locale infuriavano le polemiche sui ritardi del Comune. In quanti lo avevano fatto in città? Vedendo quella foto, chiamai Coppetti e lui mi rispose semplicemente dicendomi che l'aveva fatto solo il proprio dovere e citandomi la frase di John Kennedy: “Non chiedetevi cosa il vostro Paese può fare per voi, chiedetevi cosa voi potete fare per il  vostro paese”. Quella foto e le sue parole mi sono tornate alla mente varcando la soglia della casa-studio di Coppetti in via Chiara Novella 17 che da oggi si apre al pubblico grazie alla Fondazione Mario Coppetti presideduta dalla figlia Silvia. Tanti ricordi, un po' di emozione per quello studio che ho frequentato parlando d'arte, di politica, della nostra Cremona che amava ma che spesso lo faceva soffrire. Adesso lo studio è aperto al pubblico e sta facendo il percorso per entrare a pieno titolo nell'Associazione Nazionale Case della Memoria (in provincia c'è soltanto quella del pittore Diotti a Casalmaggiore). All'inaugurazione era presente Adriano Rigoli, Presidente dell'Associazione che ha parlato del nuovo modo di concepire il museo, la cultura e la storia visitando le case dei grandi italiani che le hanno abitate. E' toccato poi a Silvia Coppetti raccontare come l'apertura della casa fosse una volontà del padre. Rodolfo Bona, storico dell'arte e curatore della recente mostra di Coppetti al Museo del Violino, ha tracciato un breve excursus sull'artista illustrando il percorso d'arte all'interno della casa dallo studio alle sale di esposizione. Ha portato il suo saluto il sindaco Gianluca Galimberti che ha ricordato come le opere di Coppetti raccontino drammi (pensiamo alla scultura la morte bianca sugli alpini caduti in Russia) ma anche bellezza e contemplazione. 

Poi la visita alla casa-studio del maestro Coppetti. Esposte opere di terracotta, marmo e gesso tutto materiale che Mario trattava con grande maestrìa. L'esposizione è una cavalcata lunga un secolo tra opere, personaggi, simboli. Dal ritratto della madre realizzato quando era esule in Francia, a quello dei grandi cremonesi, ai nudi, ai cavalli e l'arte sacra con le Pietà, le Madonne. Scultore di grande maestria, Coppetti ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Sue opere si trovano in molte città italiane tante sono esposte qui, nella casa di famiglia. "Speriamo di riuscire a fare un catalogo completo delle sue opere" ha detto Bona raccontando della vasta produzione dell'artista cremonese. Tra l'altro nel cimitero di Cremona ha realizzato il commovente monumento ai Caduti della Resistenza. Negli ultimi anni della sua vita ha realizzato e donato alla città il ritratto di Giuseppe Mazzini e di Claudio Monteverdi ai giardini pubblici, di Boldori al DueMiglia, di Leonida Bissolati in via Palestro. Opere sparse nella sua città. Perchè tutta l'arte di Coppetti è fusa, inscindibile, con la sua storia personale, con la sua passione civile, con le sue battaglie civiche e di libertà ed è legata strettamente a Cremona, alla nostra città che amiamo in maniera profonda. E le opere, anche nella sua casa sono lì a dimostrarlo. Visitare il suo studio è un rendere omaggio a questo patriarca della nostra città, un custode e una memoria dell’arte, della storia e dell’impegno civico cremonese. Speriamo vengano in tanti a visitarla, specialmente i più giovani.  C'è bisogno di riscoprire l'arte accanto a l'impegno civile. 

Chi vuole bene a Cremona deve essere grato a questo artista, non soltanto per le sue belle sculture, per le sue battaglie di libertà, per il suo alto senso di servizio pubblico ma anche perché, nonostante le sue tante primavere, Mario Coppetti non si è mai arreso, nemmeno quando aveva passato il secolo di vita, non ha scelto di ritirarsi in casa e nel suo studio. Lui, con generosità, ha voluto essere ancora di aiuto alla nostra Cremona, aggiungere nuovi paragrafi al romanzo mai concluso della vita di questa città. Per questo il giorno che se n'è andato stava lavorando ad un bassorilievo in cotto che raffigura Leonida Bissolati (da fondere poi in bronzo) e che sognava di mettere in corso Vittorio Emanuele, vicino al teatro Ponchielli, dove un tempo c'era l'osteria della Marcella, luogo di ritrovo di artisti e socialisti e dove nacque l'idea del quotidiano socialista l'Avanti. In attesa della giusta collocazione, anche questo si può vedere nella sua casa della memoria in via Chiara Novella.

 

Mario Silla


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commenti


Sandra Piccioni

30 ottobre 2023 09:22

Buongiorno. Sabato sono venuta anch’io all’inaugurazione di Coppetti. Ho parcheggiato l’auto in via Chiara Novella. Alla macchinetta per pagare il balzello del parcheggio mi sono accorta d’avere solo un euro equivalente a poco più di mezz’ora. Mi stavo lamentando quando un signore mi hai allungato una moneta da 50 centesimi, senza che io glielo chiedessi. Fui grata e sorpresa.
Poi durante la cerimonia, il nostro sindaco ha tenuto un discorso così accorato, ben articolato e profondo da rivelare il suo “interno affanno” , che mi ha commosso.
Con questo spirito di comunione, ho pensato che se i parlamentari rinunciassero, a loro discrezione, a una parte, seppur minima, delle loro retribuzioni, lancerebbero all’Italia e agli Italiani un grande messaggio
di solidarietà. Cambierebbe, forse poco, ma ci sentiremmo tutti sulla medesima barca per remare con più vigore verso una meta univoca.
Lei che ha visibilità scriva questo ai politici. Li smuova. Gli italiani hanno bisogno di essere “visti”.
Un grazie per l’attenzione e un saluto
Sandra Puccioni