Male la provincia di Cremona: export -5,5%, occupati -4,5%, credito alle piccole imprese -6,6%. CNA Lombardia: “Rischiamo una fase prolungata di bassa crescita"
L’economia della Lombardia rallenta nuovamente, tanto che secondo i dati raccolti a ottobre 2023 la crescita del PIL dovrebbe assestarsi esclusivamente attorno all’1%, in peggioramento rispetto alle stime di luglio (+1,5%). L’aspetto positivo riguarda il confronto con il 2019, ovvero i livelli pre-pandemia: nel 2023 infatti il PIL della Lombardia dovrebbe risultare ampiamente superiore al 2019, con un +5,2% fatto registrare in quattro anni.
Le previsioni relative al 2024 restano comunque positive, pur senza una crescita netta e convincente. Dagli indicatori più significativi si registrano segni più per PIL (+1,3%), consumi (+1,6%) e investimenti (+2,9%), ma a pesare sull’economia è la stretta al credito delle piccole imprese (-9,2%). Questi sono alcuni dei dati forniti da CNA Lombardia nel Quarto Focus sull'andamento dell'economia regionale, realizzato dal Centro Studi Sintesi.
Dalla ricerca si nota come si confermi la crescita dei consumi delle famiglie nel 2023 (+1,6%), collocandosi ad un livello superiore a quello pre-pandemico (+1% rispetto al 2019). Anche per il 2024 si profila un’ulteriore crescita dei consumi in Lombardia (+1,6%), di fatto allineata al dato del 2023.
Sul fronte investimenti si registrano dei segnali di rallentamento, anche a seguito dell’aumento dei tassi di interesse e delle turbolenze sulla scena internazionale, pur collocandosi ad un livello ampiamente superiore a quello del 2019 (+23%). Nel 2023 la crescita degli stessi investimenti è dunque destinata ad attestarsi all’1,1%, ovvero -2% rispetto alle precedenti previsioni. Tuttavia, tale dinamica si rafforzerà sensibilmente nel 2024, quando dovrebbe far segnare un +2,9%.
“Siamo incamminati per un sentiero di bassa crescita - afferma Giovanni Bozzini, Presidente CNA Lombardia -. L’incremento del Pil regionale nel 2024 dovrebbe restare su valori in linea con le previsioni nazionali. I consumi dovrebbero far registrare un’ulteriore crescita. Alti tassi e debolezza del commercio internazionale pesano.”
“Guardiamo anche con preoccupazione al sommarsi della guerra russo-ucraina e del conflitto israelo-palestinese - osservano in CNA Lombardia -. Ci si interroga infatti, oltre che sui tragici costi umani, su eventuali rialzi dei prezzi del petrolio e di altre commodity. In questo contesto, gradualmente la crescita cinese sta rallentando e l’ufficio federale di statistica registra per il terzo trimestre della Germania un PIL al -0,4%, dopo la crescita zero del trimestre precedente.”
La vera nota dolente però resta la stretta al credito delle piccole imprese che fa segnare -9,2% nell’ultimo anno. Anche per le imprese medio-grandi il dato resta negativo, ovvero -3,5%, per un totale relativo alla Lombardia che si attesta a -4,2%. La flessione dei prestiti si riscontra in tutti i settori economici: costruzioni (-8,4%), industria (-6,4%), servizi (-2,1%). Relativamente ai tassi di interesse, ad agosto 2023 il tasso medio applicato ai nuovi prestiti fino ad 1 milione di euro ha raggiunto il 5,62% (+3,4% in un anno); con riguardo ai prestiti di importo superiore a 1 milione di euro, il tasso medio ammonta al 4,5% (+3,39% in dodici mesi). Dal punto di vista territoriale, Brescia (-11,6%), Varese (-11%), Lecco (-10,4%), Como (-9,7%) e Pavia (-9,7%) si confermano le province più penalizzate. Seguono Bergamo (-9,1%), Sondrio (-8,3%), Cremona (-6,6%), Monza e Brianza (-4,7%), Mantova (-1,8%), Lodi (-1%), Milano (-0,1%).
A pesare su questa situazione ci ha pensato l’inflazione che recentemente si è stabilizzata, ma che tuttavia, a settembre 2023, in Lombardia fa comunque registrare un +5,3%rispetto allo stesso mese del 2022. Considerando invece i primi nove mesi del 2023, i prezzi in Lombardia sono aumentati in media del 7,1%, in particolare nei settori abitazione, acqua, energia (+14,3%), alimentari e bevande (+10,4%), servizi e ristorazione (+8%).
“La dinamica dei prezzi si sta stabilizzando, ma naturalmente arriviamo a questo punto con il fiato corto - sottolinea Giovanni Bozzini -. Il dato tendenziale (anno su anno) a settembre 2023 è infatti un +5,3% rispetto al settembre del 2022”.
“Oltre ad incamerare i margini legati al rialzo dei tassi, le banche fanno naturalmente selezione all’ingresso - spiega Stefano Binda, Segretario di CNA Lombardia -. In dodici mesi il valore dei prestiti alle imprese della Lombardia è diminuito del 4,2%, con una contrazione del 9,2% per le imprese di piccola dimensione. E’ una flessione brusca e trasversale a tutti settori dell’economia.”
Due indicatori sicuramente positivi sono, invece, senza dubbio l’occupazione e l’export. Per l’occupazione in Lombardia nel secondo trimestre 2023 si conferma la tendenza positiva in atto, tanto che nei primi sei mesi dell’anno si osserva un incremento dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, con +67.000 occupati. L’aumento del numero di occupati si concentra però unicamente nei servizi (+1%) e nel settore commercio-alberghi-ristoranti (+6,3%); diversamente, si rileva la flessione dell’agricoltura (-1,6%) e delle costruzioni (-0,6%). Nei territori, invece, sempre Lodi si conferma in prima linea (+3%), seguita da Bergamo (+2%), Monza e Brianza (+1,9%), Mantova (+1,1%). Calano invece, Cremona (-4,5%), Sondrio (-4,1%), Lecco (-3,9%), Como (-2,2%), Brescia (-1,8%), Varese (-1,5%), Pavia (-1,4%), Milano (-0,5%).
Per l’export, invece, nella prima metà del 2023 si osserva una moderata crescita in Lombardia (+3,5% rispetto al medesimo periodo del 2022 e +30,5% rispetto al 2019), in particolare emergono le performance positive di agroalimentare (+10,3%), sistema moda (+10,3%) e meccanica (+7,5%), mentre si riscontrano tendenze negative per la metallurgia (-5,2%). Sul fronte territoriale la provincia di Lodi si conferma la migliore (+11,7%), seguita da Monza Brianza (+10,8%), Sondrio (+9,9%), Milano (+8,5%), Bergamo (+7,3%), Pavia (+6,8%), Lecco (+5%), Como (+2%). Male, invece, Mantova (-13,3%), Brescia (-5,8%), Cremona (-5,5%), Varese (-1,4%).
Leggermente in crescita anche la demografia d’impresa in Lombardia nel 2023 con un saldo positivo (+0,7%) e un aumento di 5.700 unità. Tale progresso riguarda soprattutto servizi (+10,8%), servizi alla persona (+3,6%) ed edilizia (+1,8%), mentre si osserva una contrazione significativa per commercio-turismo (-4,8%), manifatturiero (-7,4%) eagricoltura (-5%). Nella regione, le migliori province risultano essere Milano (+3,4%), Brescia (+1,9%), Varese (+1%) e Monza e Brianza (+0,7%), mentre le peggiori sono Mantova (-6,7%), Sondrio (-4%), Cremona (-3,4%) e Pavia (-3,4%), Lodi (-3%), Lecco (-2,1%), Bergamo (-1,6%) e Como (-0,3%).
Sul fronte dell’artigianato, dopo i timidi segnali di ripresa riscontrati lo scorso giugno, in Lombardia il numero di imprese artigiane continua a crescere lievemente anche a settembre 2023, attestandosi a 234.412 unità (pari al 28,6% del totale). Tuttavia, rispetto a fine 2019, il numero di imprese artigiane in Lombardia risulta in calo del 3%. In particolare, emerge la diminuzione delle imprese artigiane nel manifatturiero (-4.655), nella logistica (-1.175) e nell’edilizia (-1.790). Sempre in riferimento al 2019, l’unica provincia che fa segnalare un segno positivo è Varese (+2,8%), mentre calano in maniera importante Mantova (-10%), Pavia (-6,3%), Cremona (-6,2%), Lodi (-5,2%). Seguono Sondrio (-4,6%), Bergamo (-4,2%), Lecco (-4,2%), Como (-3,8%), Monza e Brianza (-3,3%), Milano (-2,3%) e Brescia (-0,5%).
“Il calo delle imprese artigiane rispetto al 2019 è purtroppo rilevante: 7.145 imprese in meno - dice il Presidente di CNA Lombardia -. Non a caso aumentano gli occupati nei servizi e nel turismo-commercio: nel periodo gennaio -luglio 2023 abbiamo avuto un 25% in più di presenze turistiche rispetto allo stesso periodo del 2022.”
“Siamo di fronte ad indicazioni statistiche da interpretare con attenzione - commenta il Segretario di CNA Lombardia -. Guardiamo al numero di imprese, ad esempio: rispetto al 2019 il saldo è positivo, con 5.700 imprese in più in Lombardia. Tuttavia, se crescono servizi ed edilizia, calano soprattutto commercio, manifattura ed agricoltura.”
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