6 agosto 2021

La riforma sanitaria richiama strategie territoriali ampie

La Comunità socialista cremasca, nei mesi scorsi, in vista della revisione della LR 23/2015, aveva suggerito ai sindaci, di compiere una  articolata  valutazione dei  risultati conseguiti dalla citata normativa, sull sistema organizzativo, sulle sperequazioni  irrisolte rispetto al contesto precedente delle  Aziende Sanitarie Locali (ASL), sostituite dalle ASST e dalle Agenzie di Tutela della  Salute,  (ATS ), affinchè se ne tenesse debitamente conto nella fase in corso, tesa a delineare le prospettive  future.

Il presupposto  sopra indicato, pubblicamente si è manifestato con l’approvazione di un documento, datato gennaio 2021, riportante  l’unanime richiesta della attivazione di un PreSST a Crema, nonché il sostegno esplicito all’ampliamento dell’Ospedale Maggiore di Crema.

Meno note, ai cittadini, sulla evoluzione dell’assetto socio-sanitario lombardo, sono ancora oggi le valutazioni generali delle ASST e della ATS, sostanzialmente intervenute solo sulle esigenze strutturali, connesse alla politica ospedalocentrica, perseguita in questi anni.

Agli appuntamenti fissati  dalla Regione per un confronto sulle nuove linee di sviluppo del settore, la nostra provincia ed il Cremasco,  pare proprio non   abbiano  ancora maturate delle posizioni ferme ed  unitarie,  nè sul piano generale né su quello locale.

Alla Regione Lombardia, per esempio, nessuno ha chiesto delle  spiegazioni sul mancato accoglimento  delle “indicazioni obbligatorie”  formulate dalla Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali,  né tanto meno perchè del tutto ignorate siano state proposte  “migliorative” , ancorchè non obbligatorie.

Tra la proposta della Giunta e le direttive di AGENAS, non ci sono delle divergenze banali  ma  sostanziali sul principio della libera scelta delle prestazioni tra servizio pubblico e privato,  sulla creazione di una unica ATS regionale con funzioni di vigilanza e controllo sui contratti dei privati, che superi la frammentazione attuale, sulla competenza e l’autonomia finanziaria delle ASST nel coordinamento della rete dei servizi pubblici e privati territoriali, sui presidi  della medicina di base  ipotizzati  : Distretti, Case della Comunità, Ospedali comunità intermedi, Aziende ospedaliere.

A quest’ultimo proposito prima di accettare acriticamente lo schema previsto dalla Regione che conferma le attuali ATS e prevede  nelle ASST, 1 Distretto ogni 100.000 abitanti con relativa Centrale Operativa Territoriale, 1 Casa di Comunità Hub ogni 50.000 abitanti, 1 Ospedale di Comunità di 20 posti letto ogni 50.000 abitanti, occorre porsi qualche interrogativo sull’impatto conseguente a tale impostazione.

Limitatamente alla ASST di Crema, pari a circa 160.000 abitanti, la previsione  di individuare un Distretto in città ed il secondo a Rivolta D’adda;  quella relativamente alle 3 Case della Comunità  ipotizzate la prima, nella sede di via Gramsci a  Crema, la seconda  a  Rivolta d’Adda, mentre la  terza ancora non è stata fissata,  quella, infine dell’Ospedale intermedio presso il presidio ospedaliero di Rivolta d’Adda, meritano approfondimenti adeguati. 

Il quadro apparentemente  semplice, in realtà  riserva diverse incognite e opportunità,  tra cui  la mancata considerazione dell’immobile dell’ex Tribunale di Crema, oggi apprezzato centro vaccinale, già candidato per l’attivazione del PreSST, la realistica disarticolazione degli ambiti comunali nel settore dei servizi sociali in gestione alla azienda speciale  Comunità sociale cremasca,  la riscoperta dei piani d’area di Crema e dell’alto cremasco, previsti nel Piano Territoriale della Provincia.  

Se le ATS esistenti, rivelatesi degli uffici decentrati tutt’altro che indispensabili, non verranno abolite, per il Cremasco irrinunciabili dovrebbero essere gli obiettivi  dello spostamento della  sede, oggi a Mantova, in luoghi più baricentrici  della  nostra  Agenzia  di Tutela  della  Salute, nonché quello della ridefinizione dei confini della nostra ASST.

Rinviare la discussione sui temi riassunti, all’indomani della entrata in vigore della nuova normativa, potrebbe essere irreparabilmente tardi e costituire  l’ennesima occasione strategica mancata.

Per la Comunità socialista cremasca:

Virginio Venturelli –  Alberto Gigliotti 

 


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