La riforma sanitaria richiama strategie territoriali ampie
La Comunità socialista cremasca, nei mesi scorsi, in vista della revisione della LR 23/2015, aveva suggerito ai sindaci, di compiere una articolata valutazione dei risultati conseguiti dalla citata normativa, sull sistema organizzativo, sulle sperequazioni irrisolte rispetto al contesto precedente delle Aziende Sanitarie Locali (ASL), sostituite dalle ASST e dalle Agenzie di Tutela della Salute, (ATS ), affinchè se ne tenesse debitamente conto nella fase in corso, tesa a delineare le prospettive future.
Il presupposto sopra indicato, pubblicamente si è manifestato con l’approvazione di un documento, datato gennaio 2021, riportante l’unanime richiesta della attivazione di un PreSST a Crema, nonché il sostegno esplicito all’ampliamento dell’Ospedale Maggiore di Crema.
Meno note, ai cittadini, sulla evoluzione dell’assetto socio-sanitario lombardo, sono ancora oggi le valutazioni generali delle ASST e della ATS, sostanzialmente intervenute solo sulle esigenze strutturali, connesse alla politica ospedalocentrica, perseguita in questi anni.
Agli appuntamenti fissati dalla Regione per un confronto sulle nuove linee di sviluppo del settore, la nostra provincia ed il Cremasco, pare proprio non abbiano ancora maturate delle posizioni ferme ed unitarie, nè sul piano generale né su quello locale.
Alla Regione Lombardia, per esempio, nessuno ha chiesto delle spiegazioni sul mancato accoglimento delle “indicazioni obbligatorie” formulate dalla Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, né tanto meno perchè del tutto ignorate siano state proposte “migliorative” , ancorchè non obbligatorie.
Tra la proposta della Giunta e le direttive di AGENAS, non ci sono delle divergenze banali ma sostanziali sul principio della libera scelta delle prestazioni tra servizio pubblico e privato, sulla creazione di una unica ATS regionale con funzioni di vigilanza e controllo sui contratti dei privati, che superi la frammentazione attuale, sulla competenza e l’autonomia finanziaria delle ASST nel coordinamento della rete dei servizi pubblici e privati territoriali, sui presidi della medicina di base ipotizzati : Distretti, Case della Comunità, Ospedali comunità intermedi, Aziende ospedaliere.
A quest’ultimo proposito prima di accettare acriticamente lo schema previsto dalla Regione che conferma le attuali ATS e prevede nelle ASST, 1 Distretto ogni 100.000 abitanti con relativa Centrale Operativa Territoriale, 1 Casa di Comunità Hub ogni 50.000 abitanti, 1 Ospedale di Comunità di 20 posti letto ogni 50.000 abitanti, occorre porsi qualche interrogativo sull’impatto conseguente a tale impostazione.
Limitatamente alla ASST di Crema, pari a circa 160.000 abitanti, la previsione di individuare un Distretto in città ed il secondo a Rivolta D’adda; quella relativamente alle 3 Case della Comunità ipotizzate la prima, nella sede di via Gramsci a Crema, la seconda a Rivolta d’Adda, mentre la terza ancora non è stata fissata, quella, infine dell’Ospedale intermedio presso il presidio ospedaliero di Rivolta d’Adda, meritano approfondimenti adeguati.
Il quadro apparentemente semplice, in realtà riserva diverse incognite e opportunità, tra cui la mancata considerazione dell’immobile dell’ex Tribunale di Crema, oggi apprezzato centro vaccinale, già candidato per l’attivazione del PreSST, la realistica disarticolazione degli ambiti comunali nel settore dei servizi sociali in gestione alla azienda speciale Comunità sociale cremasca, la riscoperta dei piani d’area di Crema e dell’alto cremasco, previsti nel Piano Territoriale della Provincia.
Se le ATS esistenti, rivelatesi degli uffici decentrati tutt’altro che indispensabili, non verranno abolite, per il Cremasco irrinunciabili dovrebbero essere gli obiettivi dello spostamento della sede, oggi a Mantova, in luoghi più baricentrici della nostra Agenzia di Tutela della Salute, nonché quello della ridefinizione dei confini della nostra ASST.
Rinviare la discussione sui temi riassunti, all’indomani della entrata in vigore della nuova normativa, potrebbe essere irreparabilmente tardi e costituire l’ennesima occasione strategica mancata.
Per la Comunità socialista cremasca:
Virginio Venturelli – Alberto Gigliotti
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