9 gennaio 2025

Ucciso perchè tifava per la Cremo. Fa ancora male la tragedia assurda di Marco Fonghessi. Il ricordo via social e il commento dell’allora premier Craxi

“Domenica 30 SETTEMBRE 1984: San Siro! 
Dal Meazza strapieno di cremonesi, all'eurogol di Marco Nicoletti. Dalla Curva Sud rossonera del secondo anello, con qualcuno che pisciava sulle tante famiglie cremonesi che avevano esultato sotto nei distinti. Dall'orgoglio, al gol di Hatley, all'assassinio di Marco Fonghessi. Una giornata che abbiamo tatuata sul cuore, emozioni senza tempo che non dimenticheremo mai”.

Così postarono sulla pagina social Cremonese Amarcord. E così, in quei tristi giorni maledetti, la stampa italiana, scriveva della tragedia assurda che insanguinò l’Italia: “Marco Fonghessi, il tifoso ventunenne della Cremonese accoltellato domenica pomeriggio in via Capecelatro a Milano dopo una lite con alcuni tifosi milanisti, è morto ieri mattina alle quattro nell’ospedale San Carlo dove era stato ricoverato. A nulla è servito il lungo intervento chirurgico al quale era stato sottoposto domenica sera. Le condizioni del giovane, del resto, erano apparse gravissime fin dal primo momento. Il referto parlava di choc emorragico acuto da ferita da arma bianca all’addome, lesione dell’aorta, della cava e del piano rachideo, perforazione duodenale e lesione del pancreas. Fonghessi, operaio tornitore a Castelleone in provincia di Cremona, si era attardato domenica pomeriggio con alcuni amici in via Capecelatro commentando la partita da poco terminata. Improvvisamente si sono avvicinati alcuni tifosi rossoneri che gli hanno strappato di mano lo stendardo grigiorosso della sua squadra. Durante la discussione è spuntato un coltello e il giovane si è accasciato al suolo. ‘E' una cosa spaventosa che getta Un’ombra su tutta quella festa sportiva che è la domenica di calcio. È frutto di pura bestialità dell’irrazionalità, solo che si pensi ad un possibile movente. Naturalmente cerchiamo di fare tutto il possibile ma non si possono perquisire 50 mila persone all’ingresso di uno stadio. Metteremo a fuoco il problema, ma la cosa più importante è l’esecrazione morale della collettività - ha detto il presidente del Consiglio Bettino Craxi".

 


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