Premio Bertoletti, le poesie finaliste della scuola Anna Frank
Ritorna anche quest'anno il Premio Bertoletti in ricordo di Claudio, premio di poesia dedicato alla memoria di Claudio Bertoletti, rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado della città di Cremona e giunto quest'anno alla sua 18esima edizione. I temi di ogni anno vengono scelti dagli istitutori del Premio e sono legati ai valori che hanno ispirato la vita del loro amato Claudio; per l'edizione 2025 il tema scelto è “Ci sono varie forme di disabilità. La più pericolosa è essere senza cuore”. Anche quest’anno la partecipazione è stata davvero importante, con quasi 500 componimenti presentati.
La cerimonia di premiazione, si terrà Sabato 15 Marzo alle ore 10:30 presso il Teatro Monteverdi.
Come è ormai tradizione, CremonaSera pubblicherà le poesie finaliste di ciascuna scuola il lunedì e il giovedì; ecco quelle della Scuola Secondaria di Primo Grado Anna Frank:
- VEDO ORIZZONTI DOVE TU DISEGNI CONFINI
Andiamo alle giostre, ci divertiamo
Va bene amore ma dammi la mano
Certo Mamma cammina piano
Quando ti stanchi ci riposiamo
Torniamo indietro, c’è fila alle casse
Non puoi stare in piedi in mezzo alle masse
Vieni qui, c’è un ingresso per te
Entriamo insieme lì fila non c’è.
Venite Signori ci dice un addetto
Ma dalla folla vien su un siparietto
Una signora sgarbata e scortese
Occhi negli occhi mia Madre offese
Non gridi le dissi, mia madre ha un problema
Passiamo per primi perché ha un male alla schiena
Non vedo nulla, fa finta lo so
Per saltare la fila, Vergogna! Esclamò …
Io piangevo dal nervoso
Dalla rabbia sarei esploso
La mia mamma rallentò
E negli occhi la guardò
Ha ragione non si è irritabile
Forse è lei quella disabile!
Orgoglioso di mia madre, mi voltai e chiese a mio padre
Il dolore della mamma con le cure potrà migliorare,
Ma la gente senza cuore la sua anima potrà mai curare?
ANTONIO MARIA FESTA - SCUOLA ANNA FRANK – CLASSE I A
- OMBRE E LUCE
In un mondo di voci, diverse e uniche
Camminano insieme, con passi fragili,
occhi che brillano, sogni incerti,
ognuno una storia, ognuno un peso.
C’è chi non vede il sole sorgere,
eppure dipinge arcobaleni nel cuore,
c’è chi non sente il canto del vento,
ma danza con le stelle in silenzio.
Le mani tremanti, che cercano il calore,
costruiscono ponti tra anime lontane,
ma la forma più pericolosa di tutte,
è quella che vive priva di amore.
Essere senza cuore, un deserto interiore,
un’ombra che cammina, senza compressione,
non si ferma a vedere, non sa ascoltare,
dimentica la bellezza di un abbraccio sincero.
In questo mosaico di vite fragili,
la vera forza sta nella connessione,
ogni disabilità porta una lezione,
ma senza cuore, tutto e desolazione.
Impariamo a vedere oltre il visibile,
a dare valore a ciò che ci unisce,
perché la vera forza non è l’assenza,
ma la capacità di amare, senza resistenza.
DARIAN ANDREI ALEXEI – SCUOLA ANNA FRANK – CLASSE I E
- GHIACCIO NEL CUORE
Ho visto, nel prato, un leone
che, indifferente, malediceva le stelle,
affogato dal suo cuore freddo e duro,
ed un esile bianco coniglio,
che lodava i verdi fili dell’erba,
nuotando nelle onde di quel calmo vento.
Allora pensai che l’immenso predatore
avrebbe fatto di lui il suo pasto.
Ma giunse un uomo in quella distesa.
La sua specie si era evoluta e aveva colonizzato
le terre degli alberi e delle specie inferiori.
L’uomo ingabbiò il leone e mangiò il coniglio.
Nella sua città, esistono gli alti e i puri.
Gli alti governano, conoscono;
uccidendo, uccidono se stessi:
uccidevano, uccideranno.
E ci sono i puri: non sanno del bene e del male;
non hanno bisogno di conquistare, di sottomettere.
Lo sguardo esclude il sentimento,
ma c’è un mondo nel loro cuore.
Gli alti non li capiscono, non comprendono
quella assurda semplicità.
Né possono I puri comprendere
il grigiore negli altrui occhi gelidi.
Cosa c’è da conquistare?
O da colonizzare? si chiedono.
Cos’hanno ottenuto evolvendosi?
Gli alti hanno imparato a volare
come gli uccelli
a nuotare come i pesci,
ma non ad amarsi come fratelli.
Non c’è fuoco che possa sciogliere
il ghiaccio che risiede nel loro cuore.
DIEGO BISSOLATI – SCUOLA ANNA FRANK – III G
- L’INDIFFERENZA CHE VIVE NEL CUORE
Ci sono occhi che non vedono,
orecchie che non ascoltano il mondo,
e mani che non afferrano.
Ci sono menti che non sognano,
e gambe che non funzionano.
Ogni disabilità ha il suo peso,
ogni lacrima ha il suo perché,
ma tra tutte le ferite,
ce n’è una che brucia di più:
l’indifferenza che vi vive nel cuore,
non saper più amare.
Ci sono voci che non cantano,
sorrisi che non brillano più,
il vero vuoto non è nei corpi che soffrono,
è nel cuore che non batte più,
Il buio che non si può illuminare.
La disabilità più grande,
è l’assenza di compassione,
L’assenza di luce che nasce dal cuore.
La disabilità più pericolosa,
è la disabilità nell’anima.
GEMMA AMADEI – SCUOLA ANNA FRANK – CLASSE I D
- L’INGEGNERE DAL CUORE ALATO
Se una mano non può salutare,
Un passo non riesce a camminare,
C’è sempre un modo per andare lontano,
Se il cuore è aperto e porge la mano.
Un corpo che non corre può inventare e sperare,
un corpo anche se fermo può imparare a volare
un corpo che soffre può ancora donare,
un cuore ferito rimane imprigionato
nella mente di chi lo dà per spacciato.
Me lo ha insegnato Osvaldo,
un uomo dal corpo bloccato, ma dal cuore alato.
Gli amici che amava portano avanti la storia
di un uomo grande che con il cuore conquistò la vittoria.
Osvaldo parlava con gli occhi,
gridava con l’anima.
Osvaldo era un ingegnere che costruiva i ponti tra la gente
anche quando il corpo non lo aiutava per niente.
Tre lettere lo avevano divorato
La SMA l’aveva incatenato
anche se il suo cuore ballava sempre scatenato.
Non è una carrozzina a fermare un bambino,
ma il cuore spento di chi lo etichetta come “poverino”.
PIETRO SANTINI – SCUOLA ANNA FRANK – III G
- IO CI SONO
Ti hanno dato un duro verdetto, amico speciale.
Uno squarcio nell’anima per la tua famiglia.
Spesso ti senti fragile e io ti incoraggio e ti sostengo;
ti faccio ridere se sei in crisi;
trovo il modo per calmarti se non riesci a governare la rabbia;
quando ti scherniscono perché non corri o giochi come loro,
io mi avvicino e ti do conforto;
se avverti indifferenza attorno a te, guardami e io saprò
metterti al centro dell’attenzione.
Hai davvero tante cicatrici, ti sei quasi assuefatto al dolore,
ma la mia amicizia sarà sempre per te una specie di medicina
che ti somministrerò ogni volta che vorrai.
RICCARDO FONTANA - SCUOLA ANNA FRANK – CLASSE I B
- TITOLO: TEMA DEL CONCORSO
C’è chi non cammina, ma sfiora le stelle,
chi non parla, ma scrive lezioni di vita,
chi non vede, ma scopre le cose più belle,
chi non sente, ma racconta una storia infinita.
E poi c’è chi corre, ma inciampa nel niente,
chi vede il mondo, dal suo piedistallo,
chi chiude il cuore, lo serra alla gente,
e lascia che l’anima giaccia in un vallo.
La vera prigione non ha sbarre o catene,
è un deserto arido, che uccide il candore.
È assenza di slanci, è ombra di pene,
è vivere il giorno ignorando l’ardore.
Un cuore che tace e la colpa più amara,
più grave di chi, pur ferito, non dona.
Chi vive di sé lascia una memoria innocua,
senza mai essere fiaccola buona.
Un cuore che ascolta può spaccare le rocce,
può far germogliare un deserto di sabbia.
È il vento che canta, la pioggia che scalfisce,
è l’alba che accende una nuova speranza.
VINCENZO ARDOLINO – SCUOLA ANNA FRANK – III G
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