11 settembre 2024

"...Andom Nazza, gli angeli ti hanno messo le ali." Se n'è andato Nazzareno Condina, giornalista di razza e cantore della nostra terra. Uomo coraggioso e generoso anche nella malattia

“Andom Nazza…Andom….”: non può che iniziare così il ricordo, più che doveroso, di un amico prima ancora che collega che oggi, a metà pomeriggio, in punta di piedi, secondo il suo stile, ci ha lasciato. Quell’amico, collega, cantore e narratore della nostre terre padane è Nazzareno Condina. Questo è uno di quei pezzi che non si vorrebbero mai scrivere, che si mettono insieme con la certezza di tralasciare qualcosa, con un nodo in gola che ti ferma in continuazione, con le dita che tremano sulla tastiera per la consapevolezza di non essere all’altezza di parlare di una grande persona e la paura di cadere in quel retorico che è sempre dietro l’angolo: e lui, Nazza, come lo chiamavano da sempre amici, colleghi, familiari, conoscenti, è stato un maestro, e continua ad esserlo, anche nell’insegnare ad evitare sempre il retorico, cercando sempre il vero, il buono e l’essenza di ogni cosa, di ogni fatto, di ogni incontro. Per raccontare la sua storia ci vorrebbe sicuramente un libro (che sarà da fare); qui si ha l’obbligo della sintesi (per quanto possibile) e, allora, è giusto innanzitutto ripercorrere i tratti salienti della sua esperienza terrena. Classe 1970, nativo di Casalmaggiore, laureato in scienze politiche all’Università di Bologna, è stato fotografo cronista per La Voce di Cremona, l’Inviato Quotidiano, giornalista de La Cronaca di Cremona ed attualmente lo era di Oglioponews. Per sei anni ha ricoperto anche l’incarico di direttore per il periodico Pagaiando della Federazione Italiana Canoa Turistica; si è occupato del coordinamento del quindicinale Sportfoglio edito da InfoMedia ed ha collaborato nella redazione di varie pubblicazioni. Aveva anche dato alle stampe, insieme a Giovanni Gardani e a Cristian Calestani il libro “637 La vita al tempo del ponte. Settanta storie di ordinario disagio” raccontando le vicende relative alla chiusura del ponte tra Casalmaggiore e Colorno che si sono succedute tra il 7 dicembre 2017 ed il 5 giugno 2019. Appassionato di foto e di storie da raccontare viveva da tempo a Martignana di Po con la moglie Cristina ed i suoi inseparabili animali. Nazzareno ha saputo rendere sempre speciale il suo cammino di vita, mettendo il cuore sempre, e comunque, davanti a tutto. Ha “cantato” la sua e la nostra terra con lo stile di chi prova passione per quello che fa ed ha sempre saputo vivere le relazioni con gli altri col garbo, la gentilezza, la sensibilità e l’attenzione di chi ha uno spirito realmente nobile. Tutti noi siamo di passaggio e di noi resta ciò che realizziamo. Di Nazza gli straordinari esempi di altruismo e generosità di cui si è fatto promotore, sempre con i fatti. Lo abbiamo visto correre ad Amatrice, fra le popolazioni terremotate, per portare loro aiuti, conforto, un sorriso, una pacca sulle spalle; lo abbiamo visto fare altrettanto nei confronti delle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dall’alluvione del 2023, presente in prima linea anche quando le forze lo stavano limitando. Tutto lo ha realizzato con amore, col sorriso, senza mai chiedere nulla in cambio, mettendo in pratica coi fatti quel meraviglioso motto del Vangelo che dice “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” mettendo in pratica quei valori di carità e solidarietà autentica che hanno animato, in ogni istante, il suo agire. 

Circa un anno e mezzo fa, per lui, è arrivata la notizia della grave malattia che lo aveva colpito. Malattia che lui non ha mai nascosto, che ha affrontato con una forza ed una dignità esemplari e che ha deciso di rendere pubblica, non certo per uno sfogo personale (che non avrebbe mai fatto parte del suo stile) ma come occasione per infondere coraggio e forza a chi si trovava e si trova a lottare per la vita. Anche la malattia, per lui, è stata l’occasione per tirare fuori, ancora una volta, il meglio della sua straordinaria persona, di quel gigante di bontà che era e che continuerà ad essere (proprio perché si vive in ciò che lasciamo). Ha realizzato raccolte di fumetti per il Day Hospital Oncologico dell’ospedale Oglio Po e per l’ospedale di Cremona. Ha portato il sorriso, il coraggio, la forza a chi era accanto a lui in un letto di ospedale e, proprio nell’ultima parentesi della sua speciale esistenza, ha avviato il suo capolavoro, la campagna “Andom” (termine dialettale che significa “Andiamo”) e qui è giusto che sia lui stesso, ancora una voltta, a raccontare di cosa si tratta:  

Nel febbraio del 2023 – scrive lo stesso Nazza - iniziava un cammino complesso. Non sapevo ancora con cosa avessi a che fare, ma sapevo che non sarebbe stato semplice. A giugno poi, dopo tanti esami, ho scoperto di avere un compagno di viaggio. Spesso pesante, a volte più leggero. Da allora ho cominciato a raccontare, senza un termine fisso ma ogni volta che qualcosa da raccontare mi si fermava nei pensieri, di un cammino, di un percorso che affrontano e stanno affrontando in tanti. Ho scoperto reparti e servizi - l'oncologia di Cremona, il Day Hospital di Oglio Po, lo splendido servizio domiciliare con tutte le persone che vi ruotano attorno - che mi hanno aiutato ad affrontare una strada sempre, e tutt'ora, in salita. Ho scoperto l'amore per le piccole cose, l'adattamento, i sorrisi. Mi sono ritrovato a fermarmi e poi a ripartire dopo istanti veloci. Ho incrociato sorrisi di chi non c'é più ed altre mani, e abbracci, e pesnieri di tanti che stanno lottando. Di tanti che guardano avanti. Perché guardiamo avanti. Non ci arrendiamo, Non attendiamo qualcosa, ma cerchiamo e sempre di vivere la nostra vita per quel che facciamo e possiamo. Non è semplice affrontare un viaggio di questo tipo ed ognuno lo affronta - con pari dignità - come ritiene più opportuno. Non c'è un modo migliore o peggiore, non c'è un'alba certa dietro le persiane, non c'é una strada che penalizzi o favorisca. Qualcuno mi ha definito e ci definisce eroi. Non lo siamo. Ci aggrappiamo con le unghie e coi denti alla vita e più ancora di questo, siamo tutti consapevoli di esserci, di esistere, di resistere. Nel febbraio iniziava un'altra parte della mia vita, una parte che mi ha fatto giocoforza rimodulare tante cose. Ma di una cosa sono certo. Non possiamo che guardare a quel che é, anelando a quel che sarà. Non possiamo che credere, ognuno con il suo bagaglio, la sua credenza e il suo coraggio, che qualcosa per la quale dire grazie c'è sempre. Siamo tutti qui...

ANDOM - è un saluto, è un incitamento, una esortazione. E' un modo per farmi, e farsi coraggio perché chiunque ha un compagno di viaggio più o meno greve che lo accompagna. ANDOM é una semplice parola, che raccoglie una forza immensa, che vorrei arrivasse, e a tutti, al cuore. Che fosse, per ognuno, una piccola e laica (o piena di fede, ognuno ha la sua storia e il suo vissuto, e tanti hanno un dio) preghiera. Un piccolo e semplice segnale di fumo e di forza. Una piccola invocazione a crederci. Un sentiero, con qualche lacrima a volte, con qualche stop, con tante ripartenze. 

ANDOM - una decina di giorni fa, chiacchierando con il personale e con Barbara a Oglio Po, mi (e ci è venuta) in mente questa follia. Stampare su una maglia la parola, Poterla dare a tutti, previa donazione, per aiutare chi mi e ci aiuta ogni giorno, con silenzio e coraggio, correndo e facendo di tutto per assisterci. L'intero utile delle donazioni (tolte le spese di acquisto e stampa) andrà totalmente all'aquisto di quel che manca. Sto attendendo un elenco (per questo si parla di progetto) ma nei prossimi giorni e soprattutto al termine di questo cammino (ci siamo dati un mese) sapremo cosa comprare. So solo che serve un ECO VENOSA per il Day Hospital Oncologico. E che serve altro. Tutte le donaziioni, con la consegna delle maglie, saranno registrate su ricevuta, e al termine di questo percorso rendiconteremo pubblicamente il tutto. Le maglie sono quelle che vedete, per i dettagli pubblicheremo qui le schede. Ci saranno punti di distribuzione, e un banchetto in piazza tra qualche settimana. Hanno fatto tanto per me. Hanno fatto tanto per tutti. Ora facciamo noi qualcosa per loro. Grazie a chi si é offerto di dare una mano. Grazie al cuore della mia famiglia, alla spinta degli amici, ai sorrisi dei tanti compagni di viaggio, a quell'ANDOM che ogni tanto risuona sulla strada e per le piazze. Grazie a chi vorrà contribuire. Di settimana in settimana saprete quante maglie sono state consegnate. E saprete a che punto siamo. E' una follia? Si, forse lo é. Ma ho vicino, e sento vicino, tante persone più folli e più forti di me. 

ANDOM - un giorno, - tra un ora o tra 50 anni - quando avremo voltato l'angolo, resterà la bellezza. Resteranno e resisteranno altri uomini, e altre donne, con diversi o uguali compagni di viaggio a camminare. Resterà la quiete, resisteranno i giorni, resteranno piccole luci accese in riva al mare. Resterà e risuonerà un ANDOM, su una maglia, all'interno dell'ospedale, nel cuore di ognuno. 

ANDOM”.

Proprio grazie alla campagna Andom, solo poche settimane fa è stata acquistata e presentata la macchina ecovenosa acquistata con le donazioni delle magliette Andom. L’ecovenosa, nel nome di Nazza, sarà a disposizione del reparto della pediatria, del DH Oncologico e di tutti i reparti che ne avranno necessità. Si può combattere in un letto d’ospedale come ci ha insegnato Nazza e si può anche osservare un orizzonte diverso, per se stessi e per il prossimo, affinché l’esperienza della malattia possa essere formativa. E regalare speranza nel futuro. Se il progetto Andom è una grande onda, oggi quell’onda ha raggiunto la prima spiaggia. La prima di tante, perché “Andom” è un invito a andare, appunto, sempre avanti; il  primo traguardo è stato raggiunto e altri dovranno essere portati avanti, perché Nazza è vivo e presente anche così.  

In uno dei suoi ultimi pensieri ha scritto “... Andom, ragazzi Andom. Con le ossa che abbiamo e la sensazione di finimento, con l'anima in cammino e lo spirito libero. Mercoledì abbiamo finalizzato l'acquisto della prima macchina importante per Oglio Po. E sono felice. Immensamente felice. Andom, perché c'è sempre un passo in avanti, c'è sempre un cielo nel cielo. In queste settimane ho conosciuto una persona che ha fatto questa scelta, con forza, professionalità ed energia... Con tenacia e coraggio e con un sorriso bellissimo. Magari poi cambierà idea, ma al momento l'idea è quella di poter restare qui. Ha solo 20 anni, una infermiera dal cuore gigante. Piango qualche volta, lo sapete, ma questa non è una novità. In questo percorso ci abbiamo messo tutti del nostro. Ogni volta che alzerete un bicchiere al cielo, che sia di latte o di vino, da 0 a 100 anni ci sarà anche io….Andom, ragass Andom”…..E allora Andom Nazza….Andom con gli Angeli che oggi ti hanno messo le ali e ti hanno insegnato a volare….E Grazie di tutto, Grazie per il dono della tua stessa vita e della tua stessa Presenza. 

La redazione di Cremonasera ed il direttore Mario Silla si uniscono, nel cordoglio, al dolore della moglie Cristina, dei genitori Iride e Ferdinando, del fratello Stefano, della cognata Anastasia e del nipote Lorenzo (Lollo) 

Eremita del Po

Paolo Panni


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commenti


Jim Graziano Maglia

11 settembre 2024 19:25

È una notizia talmente frastornante e triste che non mi va di aggiungere nient'altro se non di associarmi al forte dolore che si può provare per la scomparsa del caro e bravo Nazzareno Condina. Grazie anche all'intenso ed emozionante ricordo-ritratto di Paolo Panni. A tutta la Redazione di Cremonasera e a tutti i suoi cari le mie più sentite condoglianze. Andom Nazza e grazie per il tuo esemplare stile di Vita che ci hai lasciato e comunicato a cui tendere e riflettere in questi nostri tempi assai travagliati.

Pierluigi Avanzi

12 settembre 2024 10:37

Ricordo ancora la prima volta che misi piede in una redazione, quella allora di Sportfoglio: qualche minuto di chiacchiere e, “annusata” la mia entusiastica passione per scrittura e calcio (colorato di nerazzurro in particolare..), mi donasti subito fiducia a scatola chiusa. Era il 2006, l’inizio di una mia “vita parallela” bellissima e di soddisfazioni difficilmente immaginabili. Grazie ancora Nazzareno.