"Menàa el turòon" fa bene a Cremona. Città piena, affari d'oro con il dolce natalizio cremonese e le altre leccornie. Una vetrina per i nostri monumenti
Mai tanta gente per la Festa del Torrone. Anche l'ultimo week end si è aperto con il botto e domani, giornata finale con lo spettacolo di chiusura in piazza, sarà presa d'assalto. "Menàa el turòon" è un modo di dire cremonese che prende spunto dal grande lavoro di mescolamento, girare in continuazione l'impasto, richiedeva la preparazione artigianale del nostro dolce tipico. Per carità "'l è 'n mèena turòon" non è esattamente un complimento, lo si dice per un attaccabottoni che insiste e spesso infastidisce. Ma questa volta "menàa el turòon" è davvero una bella sensazione. Tanti accenti diversi (lombardi, piemontesi, veneti, emiliani ma anche toscani e meridionali) in fila per assaggiare i torroni (nostrani, calabresi, sardi o siciliani) e le altre delizie dolci (mandarle tostate, croccanti, tortelli di torrone, cioccolati di tutti i prezzi e le dimensioni, lecca lecca al torrone, mostarda e tanto altro). Migliaia di persone in giro per la città. Piazza Duomo strapiena, fila per salire sul Torrazzo, guide turistiche full time a portare in tour i vari gruppi provenienti da ogni parte d'Italia con pullman organizzati. Insomma il bel tempo aiuta questa bella festa a fare un altro grande salto.
Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (FotostudioB12)
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