4 maggio 2025

"Va pensiero sull'ali dorate". Intrecci cremonesi di uomini e donne protagonisti in passato delle opere nel cartellone al Ponchielli

Intrecci sottili. Quasi invisibili. Storie di uomini e di donne che si rincorrono per i teatri dell’Ottocento non solo lombardi, ma delle maggiori capitali europee. Si incrociano destini.  In questo caso si direbbe voci. Timbri. Capacità recitative. Estrosità interpretative. Amori. Passioni. Follie che smettono i costumi di scena per impossessarsi delle vite reali di coloro che le fanno vivere con le loro voci. Cantanti che si trasformano in impresari. Sorelle che insieme cantano per un divino compositore e ammagliano il pubblico di mezzo mondo. Direttori di orchestra pronti ad esibirsi con un prezioso violino di Stradivari tra le mani. Una banda militare che sale sul palcoscenico e sostituisce il coro previsto in partitura. 

E così, anche quest’ anno, tante sono le curiosità che legano le opere in cartellone all’antica attività del teatro cremonese. A partire dal Nabucco verdiano sicuramente nel cuore dei cremonesi di ieri e di oggi. La terza opera del compositore delle Roncole debuttò al Teatro alla Scala il 9 marzo 1842 e praticamente immediata fu la prima rappresentazione cremonese; l’anno dopo: nella stagione di Carnevale del 1843/1844. E per un incredibile scherzo di date e di destino sempre tra il 1843/1844 (stagione di primavera) andò in scena, sotto il Torrazzo, L’Elisir d’amore di Donizetti rappresentato per la prima volta il 12 maggio del 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano e a Cremona nella stagione del 1835/1836. Quasi una riproposizione del cartellone odierno.  

Intrecci storici cremonesi anche tra Verdi e Bellini. Il famosissimo baritono Giorgio Ronconi, per cui Verdi scrisse il ruolo di Nabucodonosor, debuttò nel nostro teatro proprio con un’opera belliniana La straniera (libretto di Felice Romani) nella stagione 1831/1832. Esattamente dieci anni dopo Ronconi portò al trionfale successo il Nabucco nel teatro scaligero. Ed un altro protagonista del successo verdiano il tenore Corrado Miraglia (Ismaele) ebbe intrecci fortissimi con la città. Fu infatti lo zio di Teresina Brambilla: moglie, niente di meno, del cremonese Amilcare Ponchielli. Negli ultimi anni della sua vita,  Miraglia dismise i costumi di scena e divenne fu l’agente sia della Brambilla che di Ponchielli; facendo conoscere il compositore di Paderno in tutta l’Europa.   

Sfumature cremonesi anche per quanto riguarda I Puritani, ultima opera di Bellini. Nella prima rappresentazione andata in scena al Théâtre de la comédie italienne di Parigi il 24 gennaio del 1835 il ruolo di Elvira fu interpretato dal soprano Giulia Grisi. La cantante, pur di origine milanese, fu spesso ospite della sorella Giuditta Grisi  nella bellissima residenza del marito di quest’ultima il conte Barni a Robecco d’Oglio. Due sorelle che sono state sempre al centro dell’attenzione di Vincenzo Bellini: per Giuditta il compositore siciliano scrisse la parte di Romeo e per Giulia quella di Giulietta nei suoi Capuleti e Montecchi, andati in scena proprio nella scorsa stagione sul palcoscenico del teatro cremonese. 

Per l’opera di Donizetti c’è un altro chiaro riferimento alla cremonesità. Torna, come lo fu per Mozart e il suo Così Fan tutte, il nome di Alessandro Rolla. Primo direttore in assoluto dell’Elisir come lo era stato per il lavoro mozartiano. Rolla è stato un virtuosissimo violinista pavese che, per anni quanto meno fino al 1830, si esibì, guarda caso, con uno Stradivari: il ‘violino Rolla’ costruito a Cremona nel 1722.  

Ma c’è un ulteriore  dettaglio assolutamente curioso per quanto riguarda il melodramma giocoso dell’autore bergamasco dato per la prima volta a Cremona. Lo riporta Elia Santoro nel suo Il teatro di Cremona (1801 -1850) . Insieme a tutti gli interpreti vocali di quella rappresentazione, appunta, non senza sagacia, che il coro, per altro di grande importanza all’interno della narrazione, fu interpretato da una Banda Militare. Purtroppo, Santoro non aggiunge altri dettagli sul tipo di complesso vocale era stato reclutato per accompagnare i solisti. Di certo un guizzo di colore che rese, probabilmente, quella serata indimenticabile. 

Nelle foto Alessandro Rolla, Coorado Miraglia, Giulia Grisi nei Puritani e Guiditta e Giulia Grisi

Musicologo

Roberto Fiorentini


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