10 agosto 2023

10 agosto, San Lorenzo Mondinari. Chissà che una stella cadente riporti l'attenzione su questa chiesa abbandonata

CELLA DATI- ‘San Lorenzo, io lo so perchè tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade…’. E’ il periodo delle stelle cadenti e dei desideri ad esse legati, che per tradizione si riferiscono alla notte di San Lorenzo, il 10 agosto appunto.

E chissà che proprio una di queste stelle cadenti non si avvicini anche ad una piccola chiesa romita, nella campagna cremonese, il cui campanile si allunga sopra le cime del mais per farsi scorgere dalla Via Giuseppina.

Una chiesa che oggi avrebbe bisogno che qualcuno la ricordasse nei propri desideri affidati alle stelle cadenti o, per i più devoti, in una preghiera affinchè qualcuno possa ridarle presto il decoro e la dignità che merita.

Si tratta del complesso architettonico di chiesa e canonica a San Lorenzo Mondinari, ed oggi versa in uno stato di incuria che non rende giustizia al pregio della chiesa costruita prima del XIV secolo.

Una chiesetta di campagna, di cui la storia ci segnala la presenza nel ‘Liber Synodalium’ già nel 1385 e che rimase parrocchia autonoma fino al 1986 quando Mons. Enrico Assi ne decretò l’unione alla parrocchia di Cella Dati.

Se cerchiamo notizie storiche di questo borgo, scopriamo che San Lorenzo già nel XII secolo era un podere della ricca e potente famiglia cremonese ‘de Multis Denariis’, dalla cui contrazione deriva il toponimo ‘Mondinari’.

A fine ‘800 San Lorenzo era un comune di quasi 300 anime, con anche la scuola elementare.

Oggi l’abitato di San Lorenzo Mondinari, frazione appunto di Cella, è composto da tre nuclei: il complesso architettonico che comprende la chiesa, che forma un tutt’uno con la canonica -racchiusa attorno all’aia con i porticati ed un muro di cinta- ed un piccolo agglomerato di abitazioni e porticati annessi (una volta la casa del sacrestano); poco distante e lungo la stretta via si srotola il borgo vero e proprio, con un pungo di abitazioni private, un bar-ristorante ed una grande cascina con stalle e barchessali; infine, solitario in mezzo ai campi, tra la chiesa e la Via Giuseppina, sorge il camposanto, che da qualche anno è collegato a Cella da una strada pedonale.

Se le mura sono rimaste le stesse dei secoli scorsi, la popolazione della frazione oggi è ridotta a pochi abitanti; la messa ormai non viene più celebrata da tempo ormai, cosa che invece succedeva fino a pochi decenni fa ogni domenica, mentre il 10 agosto era la ‘fiera’: messa solenne a cui accorrevano decine di fedeli, poi la pesca di beneficenza ed infine la serata dedicata alla cena sotto le stelle.

Poi pian piano gli abitanti sono diminuiti, le parrocchie sono diventate unità pastorali che riuniscono numerosi paesi e quindi anche per le messe bisogna fare delle scelte. Non si scordi poi che la cura degli edifici sacri diventa sempre più onerosa per le parrocchie. E così il portone della canonica e della chiesa si sono chiusi, i suoi gioielli messi al sicuro; gli anni hanno iniziato a trascorrere nel silenzio sempre più lontano della campagna, dove anche il canale Delmona, che scorre a due passi dalla chiesa, si riempie d’acqua solo per qualche settimana in estate. 

Così piccoli borghi un tempo vivaci e popolati di famiglie e giovani, diventano vecchi paesi spopolati dove magari si passa solo per caso.

Eppure la chiesa di San Lorenzo Mondinari ha conservato nei secoli opere di grande pregio, come gli affreschi del Misani e di Bernardino Gatti, insieme ad una suggestiva tela attribuita alla scuola di Giulio Campi.

Oggi, nonostante un’importante opera di restauro poco più di 10 anni fa, non è più aperta al pubblico e soffre visibilmente di una certa incuria, soprattutto nelle parti abitative del complesso architettonico, dove il verde cresce liberamente soffocando quasi la composta e dignitosa bellezza della chiesa.

Chissà che nella notte di San Lorenzo una delle tante stelle che ‘ardono e cadono’ nel concavo cielo cantato da Pascoli non sia passata anche da San Lorenzo per portare presto un po’ di sollievo a questo tesoro abbandonato.

Michela Garatti


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commenti


Patrizia Signorini

10 agosto 2023 06:00

Bellissimo pezzo. Grazie

Michele de Crecchio

11 agosto 2023 00:03

Quando, nella mia lunga attività di amministratore comunale, il sindaco Zaffanella mi impose un pausa di cinque anni nel mio lungo impegno di assessore comunale, la gentile fanciulla alla quale da tempo mi accompagnavo, mi convinse che non avevo più scuse per rinviare ulteriormente quel matrimonio che avrebbe regolarizzata la nostra relazione. Fatta una breve indagine tra alcune belle chiesette dei dintorni cremonesi, la nostra scelta cadde su S.Lorenzo Mondinari, una chiesetta deliziosa, la cui parrocchia era stata da poco aggregata a quella di Cella Dati, nella quale ebbi la piacevole sorpresa di trovare il futuro monsignor Cibolini, un buon prete con il quale avevo già avuto modo, da assessore, di trattare alcune questioni concernenti l'oratorio di sant' Agostino che, a suo tempo rientrava nelle sue competenze.
L'incontro più piacevole che la mia promessa sposa ed il sottoscritto avemmo però il piacere di fare fu, sicuramente,quello con la gentilissima suora di clausura che, provenendo dal convento di Soresina, era stata, tempo prima, autorizzata ad assistere, negli ultimi anni di vita, il precedente parroco, don Pannini, suo fratello. Tale suora seppe sistemare e allestire la piccola chiesa, come forse non lo era più stata da tantissimi anni. Era presente anche un bel quadro, opera di uno dei Campi, opera che oggi presumo sarà stata da tempo, in questo caso opportunamente, "ricoverata" nel museo diocesano.
Mia moglie ed io rimanemmo per molti anni fedeli amici della carissima suorina, ammirando la tenacia con la quale si dedicava alla cura della chiesetta e sostenendone le belle tradizioni. Il nostro amichevole rapporto si interruppe purtroppo tragicamente quando la nostra amica morì improvvisamente, a causa di una sciagurata violenza atrocemente perpetrata ai suoi danni da un maniaco sessuale, non nuovo, pare, a tali turpi imprese.

Daniele

11 agosto 2023 17:22

Il parroco era don Erminio pattini..
La ‘suorina’ Suor Maria Giovanna,
Sorella del parroco e giunta a San Lorenzo credo a metà degli anni 70 dal monastero di clausura di soresina..
All epoca residente della piccola frazione e chierichetto della chiesa
Ricordo la dedizione dei due religiosi per la piccola comunità .
La ricorrenza del 10 agosto rappresentava una rimpatriata di tutte le persone nate e cresciute a S.Lorenzo in una giornata che alla funzione religiosa univa una pesca di beneficenza..
La piccola chiesetta scandiva i ritmi di un mondo rurale ormai scomparso..
La benedizione delle stalle a gennaio , ricorrenza di S.Antonio abate..
Maggio il mese Mariano con i rosari quotidiani..
È davvero un peccato che versi in uno stato di abbandono..