12 aprile di 40 anni, nasceva la Lega. I primi volantini portati da Franco Manfredini a Cremona in treno. Bossi e Leoni sulla panchina a Torre rifocillati da Alberto Morandi. Conca, Robusti e Dossena
Quarant'anni fa nasceva la Lega di Umberto Bossi. Infatti la mattina del 12 aprile 1984 Umberto Bossi, Manuela Marrone (poi diventata sua moglie), Giuseppe Leoni, Marino Moroni, Pierangelo Brivio ed Emilio Benito Rodolfo Soglieghi firmavano l’atto di fondazione della Lega Autonomista Lombarda di fronte al notaio di Varese Franca Bellorini. Un anno dopo alle amministrative riusciano già a far eleggere i primi suoi rappresentanti alle comunali di Varese e Gallarate. Poi la sorpresa delle politiche del 1987 Bossi veniva eletto senatore, da allora per tutti fu "il Senatur". Poi il 20 maggio 1990 il primo raduno di Pontida e l'exploit politico alle elezioni del 1992 con 55 deputati e 25 senatori. Un anno dopo il trionfo a Milano con il primo sindaco leghista, Marco Formentini. Nel frattempo la Lega si era unita alla Liga Veneta e ai movimenti autonomisti del nord dando vita alla Lega Nord. I fondatori del nuovo movimento sono Umberto Bossi, Franco Castellazzi e Francesco Speroni per la Lega Lombarda, Franco Rocchetta e Marilena Marin per la Liga Veneta, Gipo Farassino per Piemänt Autonomista, Bruno Ravera per Union Ligure, ilò cremonese Giorgio Conca e Carla Uccelli per la Lega Emiliano-Romagnola (che comprendeva all'epoca alcuni militanti cremonesi), Riccardo Fragassi per Alleanza Toscana. Il resto con exploit, litigi e cambi di nome è storia recente. Ma, al di là di Giorgio Conca (eletto poi in Parlamento, alla Camera) nel 1992 e sicuramente uno dei primi leghisti cremonesi, come è arrivato il verbo di Bossi e Leoni nel nostro territorio?
Uno dei primi ad aderire agli ideali della Lega è stato senza dubbio Franco Manfredini, "Franchino" per gli amici, ferroviere e poeta dialettale scomparso tre anni fa e che Bossi ha sempre riconosciuto come il fondatore della Lega Lombarda a Cremona, tant'è che i vicini di Franco ricordano la visita del Senatur a casa sua con auto di polizia e lampeggianti blu perchè Bossi non ha mai dimenticato l'amico cremonese. Era l'inverno del 1983 e le idee autonomiste di Bossi e Leoni hanno creato interesse anche nel cremonese prima dell'atto costitutivo dal notaio. "Alla fine del 1983 - raccontò tempo fa Manfredini - presi contatto con Bossi e lo andai a trovarlo a casa, a Varese. Ci andai con mio figlio allora tredicenne. Tornai con un centinaio di manifesti. Erano quelli con i primi slogan: 'Scuola coloniale basta', 'Lumbard paga e tas', 'Benzina a 325 lire al litro'. Raccolsi un po' di fondi con parenti ed amici e diedi il via alla prima campagna di affissioni". Franco seguiva alla lettera quello che amava dire Bossi: "i muri sono i manifesti della storia" e la storia della Lega l'hanno fatta quei primi manifesti, gli adesivi con Alberto da Giussano piazzati un po' ovunque e i volantini che Manfredini, ferroviere macchinista sulla tratta per Milano che alla sera, al rientro, portava a Cremona. Poi la crescita della Lega (con quell'inatteso pienone alla prima festa del Nord alle Colonie Padane con Bossi) e l'approdo in Consiglio comunale (con Mario Pedrini, Italico Maffini e altri), una presenza generosa e schietta qualità non sempre apprezzata nella politica, come si sa bene. Franchino conservava con affetto i cimeli della Lega dei primi momenti, "quella vera" diceva. E quando andavi a casa sua mostrava orgoglioso la sedia in salotto su cui si è seduto Bossi già "Senatùur".
Una delle primissime adesioni alla Lega Nord fu quella di Alberto Morandi di Torre de' Picenardi. Non un leghista qualsiasi ma successivamente un vero e proprio plenipotenziario della Lega. L'incontro fu del tutto fortuito. Morandi, dirigente Coldiretti, incontrò una sera su una panchina a Torre Umberto Bossi e Giuseppe Leoni, reduci da un lungo tour per affissione e volantinaggio nella bassa e stremati dalla fatica. Morandi li rifocillò e cominciò poi un rapporto stretto che portarono Morandi a diventare uno dei riferimenti nazionali della Lega: segretario e coordinatore dei gruppi parlamentari e perfino nel Cda della Rai come uomo di fiducia della Lega.
Come non ricordare poi il gruppo dei consiglieri comunali come Mario Pedrini, Italico Maffini (poi senatore), lo stesso Franco Manfredini, Vladimiro Cadoria, Claudio Demicheli (che fondò e diresse il sindacato padano SAP con uffici in via Ghinaglia, le Ronde Padane e poi fu assessore nella Giunta Perri). E ancora il casalasco Giovanni Robusti, leader dei Cobas Latte (e senatore nel 1994), Silvana Comaroli consigliere comunale nel 1996 a Soncino e poi dal 2008 in Parlamento.
Ancora da ricordare un nome storico della Lega a Crema: Luigi Dossena, ancora sulla breccia ma come storico e ricercatore che possiede comunque la più vasta collezione di tessere, ricordi, manifesti e volantini della primissima Lega. Riuscì perfino a diventare proprietario del camper con il quale Bossi attraversava tutta la Lombardia per far conoscere il suo movimento autonomista.
Ovviamente l'elenco è incompleto e tanti sono stati i primi militanti sul territorio che si sono battuti per le idee di Bossi magari solo diffondendo manifesti e volantini.
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