17 giugno 2024

2025, in arrivo la grande mostra su Boccaccio Boccaccino. Il Museo Diocesano ha acquistato la preziosa tavola "Due santi, un vescovo e il ritratto del committente" che verrà esposta per la prima volta

A Ferrara si stanno ultimando i lavori per la realizzazione del Museo diocesano all’interno del Palazzo arcivescovile. Dalla curia ferrarese però è filtrata la notizia che il 2025 tra Cremona e Ferrara si realizzerà un'importante mostra dedicata a Boccaccio Boccaccino. Fitti sono i contatti con Cremona, diocesi di origine di monsignor Gian Carlo Perego, per portare a Ferrara una mostra sul grande pittore rinascimentale Boccaccio Boccaccino, nato a Ferrara nel 1467 e morto a Cremona nel 1525. Il prossimo anno, per celebrare i 500 anni dalla morte del pittore rinascimentale, il museo diocesano di Cremona ospiterà un’importante mostra dedicata a Boccaccino e, una volta ultimata, questa verrà trasferita in prestito al nascente Museo diocesano di Ferrara. Ad occuparsi del progetto il giornale La Nuova Ferrara che ha peraltro svelato la notizia dell'acquisto da parte della Diocesi di Cremona di un'importante opera dell'artista: "Due santi, un vescovo e il ritratto del committente", per una cifra che si avvicina a 50mila euro e che farà bella mostra alla rassegna del cinquecentenario del pittore.

L'opera Due santi, un vescovo e il ritratto del committente, è stata messa in relazione dalla critica (Mina Gregori, Marco Tanzi) con un documento dell’aprile 1523 (Archivio Notarile di Cremona), in cui il Boccaccino s’impegnava con gli eredi di Benedetto Fodri a dipingere una pala d’altare di notevoli dimensioni per l’altar maggiore della chiesa cremonese di San Pietro al Po. Poi nel 1555 la pala di Boccaccino fu sostituita con una Natività di Bernardino Gatti, e partir da quella data se ne sono perse le tracce, fino alla pubblicazione della Gregori (1959) del frammento qui presentato. Secondo il documento del 1523, la pala rappresentava la Vergine col Bambino circondata da numerosi santi e dal ritratto di Benedetto Fodri. Per questa pala il pittore fu saldato dell’ultimo pagamento nel dicembre 1524, anno che rappresenterebbe dunque la data ante quem essa fu eseguita. Salvata probabilmente perché contenente il presunto ritratto di Benedetto Fodri, la tavola appartiene dunque al periodo finale dell’attività di Boccaccino, che resta tra le meno conosciute e studiate del pittore ferrarese. Ai modelli del primo Rinascimento sembrano sostituirsi in questa fase i modi umorali delle opere del Romanino, del Bembo e del Melone e la densità materica delle loro pennellate. Ricorda a tal proposito la Gregori i “contrasti chiaroscurali” le “accentuazioni grottesche” e “il mirabile grumo umoresco del profilo del san Pietro, con la mitria troppo greve e lì lì per cadere”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


mario dadda

18 giugno 2024 17:33

Senza dubbio il "giovane" Museo Diocesano si sta caratterizzando come la più dinamica e vivace nell'ambito delle istituzioni museali cremonesi . A tal proposito, sarebbe interessante conoscere cosa i due candidati sindaco intendano fare circa lo sfacelo di Palazzo Affaitati e l'agonizzante Museo civico/Pinacoteca.