25 aprile, appassionato intervento di Galimberti: il fascismo fu un'epoca buia di violenza, mercimonio di interessi sul cadavere della democrazia. Diamo futuro a tutti i bambini travolti dalle guerre
E' sulle note e sulle parole di “Bella Ciao” che si apre e si chiude il momento culmine delle celebrazioni del 25 aprile. Alle undici precise il corteo, partito da San Luca, raggiunge piazza del Comune preannunciato per l'appunto dal canto partigiano. Buona la partecipazione dei cremonesi, forse un poco inferiore rispetto agli anni passati, ma il colpo d'occhio sulla piazza è comunque notevole e colorato da bandiere dei sindacati, del Pd, dell'Arci, dell'Anpi e dallo striscione del comitato BiometaNo.
Risuona l'inno d'Italia, poi il via agli interventi con l'apertura affidata a Giulia Praticò e Alice Masserdotti, studentesse del Liceo Anguissola. A Flavia Tozzi, presidente dell'Unione ciechi e ipovedenti il compito di leggere il tanto discusso e ormai celebre testo di Scurati, “censurato dalla Rai”. A seguire il lungo intervento, di fatto una ricostruzione storica, di Giovanni Gagliardi, vicepresidente della Provincia, e quello di Franco Verdi, Presidente dell'Associazione Partigiani Cristiani. “La democrazia muore – ha ammonito – se non viene rigenerata costantemente. E' necessario costruire la pace, oggi drammaticamente più di ieri. Tacciano le armi, ovunque esse siano”.
Molto appassionato (e applaudito) l'intervento conclusivo, affidato al sindaco Gianluca Galimberti, che, andando a braccio, ha voluto puntare sull'attualità, sui conflitti in atto e, soprattutto, sulle ripercussioni delle guerre sui bambini. “Spesso ricostruiamo la storia – ha esordito – dalla parte dei capi e dei grandi. Io oggi voglio ricostruirla dalla parte dei più piccoli”. Il sindaco ha quindi ricordato le tante, troppe stragi che hanno coinvolto i bambini in questi ultimi anni, citando “la strage del 7 ottobre 2023, con decine di bambini rapiti da Hamas”e ricordando che “dal 2022 tre milioni e 300 mila bambini ucraini sono stati sfollati”.
“Non c'è differenza nel dolore di questi bambini – ha commentato Galimberti –. La storia è guidata da uomini violenti che devono affermare se stessi”. Una breve citazione del testo di Bella Ciao per poi ricordare che “siamo disposti a dare la vita per il futuro dei nostri figli”. Perché, ha sottolineato il sindaco, “Antifascismo è coltivare il coraggio del futuro”.
Evidenziando “i diritti che diamo per scontati” e il “buonismo, il pietismo ipocrita”, Galimberti ha ricordato che “il futuro è la resistenza a ogni forma di violenza. Il fascismo fu violenza, fu un'epoca buia di violenza, un mercimonio di interessi sul cadavere della democrazia”.
E, ha aggiunto tornando al nucleo centrale del suo intervento, “non c'è differenza tra bambini palestinesi, israeliani, ucraini e italiani”. “La democrazia – ha detto ancora – è l'antidoto alla violenza, ma dobbiamo renderci conto che se vogliamo la democrazia ognuno di noi deve farsene carico, dobbiamo avere la responsabilità del presente per costruire il nostro futuro, un futuro non di individui ma di comunità”, perché “la democrazia muore nell'individualismo becero ed essere antifascisti è coltivare il desiderio del futuro”.
La democrazia, ha sottolineato, “è un miracolo laico di moltiplicazione del bene”. Per questo, ha invitato il sindaco dal palco allestito sotto Palazzo Comunale, “Dobbiamo creare una nuova forma di felicità, una felicità che sa godere del bene altrui”. “Non ci sono bambini italiani e bambini stranieri – ha proseguito richiamando il concetto di integrazione a partire dall'ambito scolastico – ma bambini nelle nostre scuole”.
“Noi abbiamo un sogno – ha concluso – nutriamo il coraggio di aspirare ad essere una comunità. Promettiamo di essere pronti a dare la vita per la speranza di tutti”.
Sul palco, anche il consigliere regionale Marcello Ventura (Fratelli d'Italia), che non ha preso parola. Fra la gente, pochi esponenti del centrodestra (tra questi Carlo Malvezzi).
A conclusione delle celebrazioni, la deposizione delle corone in cortile Federico II e la consegna delle borse di studio per la resistenza in sala Quadri. Il tutto preceduto dal canto di Bella Ciao che ha riempito la piazza fino all'ultimo momento.
Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (Foto Studio B12)
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commenti
Gianfranco
25 aprile 2024 12:29
Bellissimo e appassionato l'intervento del Nostro Sindaco. Da ricordare e divulgare per lo spessore politico e umano.
Applauditi da tutti (tranne che da Ventura) gli interventi di Flavia Tozzi e Franco Verdi che ci hanno fatto riflettere sull'importanza di questa nostra democrazia fondata sull'antifascismo. Bellissimo 25 Aprile 2024 (tranne Ventura?? A volte i messaggi del corpo dicono più di mille parole)
Bellissima piazza pacifica, democratica
Giovanni
25 aprile 2024 17:51
Il Sindaco “la democrazia muore nell’individualismo”…. Quando si dice praedicant bonum et malum scalpendi
Marco
26 aprile 2024 13:59
mi può spiegare ,il perche' del Suo pensiero ?
Un Sindaco guida un Comune, una coalizione e deve fare delle scelte che mai sono considerate positive dall'opposizione.
Ma ci mette la faccia.
Pensa che Galimberti non sia abbastanza democratico ma sia in realtà un piccolo podestà?
Grazie
Manuel
27 aprile 2024 09:30
Se la democraticità di una persona, di un amministratore, dev’essere valutata sulla pedissequa osservazione (o quasi) di percorsi e scappatoie legali, sicuramente Galimba è democratico. Io aggiungerei, però, la necessità di interloquire con i cittadini, col popolo di riferimento, nonostante la delega, almeno per questioni rilevanti. In tal senso Galimba non ha fatto gran figura, ha indossato la feluca del podestà ed ha sicuramente accontentato una minoranza, forse esigua.
Certamente la legge del 1993 ha aiutato a sbilanciare i poteri locali e, come sempre, pro e contro.
ANTONIO SIVALLI
26 aprile 2024 06:00
FESTA 25 APRILE PER FINI ELETTORALI
Desidero esprimere le mie riflessioni riguardo alla celebrazione della Festa della Liberazione a Cremona e alla necessità di renderla un evento veramente inclusivo per tutta la comunità.
È indiscutibile che il 25 Aprile rappresenti un momento fondamentale per commemorare la resistenza al nazifascismo e celebrare i valori di libertà e democrazia che sono alla base della nostra società. Tuttavia, concordo pienamente con l'idea che la festa non può essere veramente inclusiva se viene strumentalizzata da partiti politici o sindacati per fini elettorali.
Le bandiere dei partiti politici e dei sindacati possono creare divisioni anziché favorire l'unità e la solidarietà tra i cittadini. In un momento in cui è fondamentale promuovere il dialogo e il rispetto reciproco, è importante che la celebrazione della Liberazione sia un'occasione per riunire le persone, indipendentemente dalle loro convinzioni politiche o sindacali.
Per rendere davvero inclusiva la festa della Liberazione, è necessario che tutti coloro che partecipano all'evento mettano da parte le proprie appartenenze politiche e lavorino insieme per onorare la memoria dei caduti e ribadire il nostro impegno per i valori di libertà, democrazia e solidarietà. Le bandiere dei partiti e dei sindacati possono essere sostituite da simboli che rappresentano l'unità nazionale e l'impegno per un futuro migliore per tutti i cittadini.
In conclusione, invito tutti i partecipanti alla celebrazione della Festa della Liberazione a lasciare le bandiere dei partiti e dei sindacati nei cassetti e a unirsi per celebrare insieme i valori di libertà e democrazia che ci uniscono come nazione. per la campagna elettorale pro PD ogni Mercoledì e Sabato dietro il Duomo caro Gianfranco
Manuel
27 aprile 2024 10:13
Poche chiacchiere al vento!
Siccome la festa del 25 aprile è “momento fondamentale per commemorare la resistenza al nazifascismo...”, chi voglia celebrarla, vada alle manifestazioni organizzate e finita lì.
Un tempo ricordo molta più policromia durante i raduni in tale giornata, ma non è colpa di chi continua ad esporre i propri simboli.
Si può del resto anche capire come partiti ed organizzazioni esibiscano orgogliosamente i loro vessilli, considerando come da minoritari, esclusi e repressi, abbiano osteggiato il regime ben prima dell’entrata in guerra.
A me personalmente, piacerebbe vedere anche rappresentanze dei corpi militari in parata (le associazioni già ci sono), poiché dopo l’8 settembre hanno molto contributo alla liberazione, sia come reparti schierati, sia all’interno delle formazioni partigiane.
Ti do per sicuro, fidati, che alle cerimonie del 25 aprile convergono persone di sinistra, di centro e di destra e non da quest’anno. Ho notizie, anche dell’altro giorno, che cittadini di destra destra si siano uniti a compagni (ed ex) di sinistra sinistra, così come con tanta altra gente non schierata e, silenziosamente, hanno omaggiato i caduti ed i padri della patria e della repubblica, pur conoscendosi sin da bambini... e, magari, si sono stretti anche la mano.
Ventura non è l’unico esempio e, se anche qualcuno ha storto il naso, era presente... poi lo giudicheremo nei fatti.
In ultimo un passaggio sul Galimba. A me sta sui cabbasisi, ma è da dieci anni che presenzia, come sindaco, al 25 aprile (come ad altre feste): secondo te, da dieci anni sta programmando le elezioni comunali del 2024? Senza neppure essere candidato? Aveva bisogno di quest’occasione per stimolare il voto al PD?
Il sindaco è quello che è, ha tante colpe, ma non tutte quelle del mondo: qualche volta lasciamolo stare.
Gianfranco
29 aprile 2024 11:50
Manca oltre a libertà e democrazia solo una parolina...Antifascismo come la nostra Costituzione insegna