16 ottobre 2024

450esimo di fondazione della Confraternita del Santissimo Sacramento di Soragna con il cardinale Bagnasco. I legami con il territorio cremonese

SORAGNA- Sono innumerevoli, per ovvi motivi di vicinanza, gli “intrecci” tra Emilia e Lombardia, Parmense e Cremonese, anche lungo il solco della storia. Uno di questi è quello che è “riaffiorato” domenica, a Soragna (Parma) dove tutto il paese si  è radunato attorno alla Confraternita del Santissimo Sacramento per festeggiare il 450esimo della sua fondazione. Era il 1574 quando  fu fondata, in seno alla parrocchia di San Giacomo Apostolo, la Confraternita del Santissimo Sacramento, il cui scopo principale è quello di incentivare l’importanza del culto alla Santissima Eucarestia.

Confraternita che, in passato, aveva diverse proprietà in terra cremonese lasciate dalla principessa Giuseppina Gonzaga di Vescovato, figlia del principe Luigi Gonzaga di Vescovato e Giovanna Melzi d'Eril, coniugata nel 1907 con Negrone Meli Lupi di Soragna e dama volontaria della Croce Rossa durante la prima guerra mondiale nonché nonna dell’attuale principe di Soragna Diofebo Meli Lupi. Per diversi secoli, come ricorda la storia stessa, i membri della Confraternita hanno gestito innumerevoli proprietà utilizzando gli introiti per gesti di carità verso le persone più  bisognose e povere e per realizzare opere che ancora oggi abbelliscono la chiesa parrocchiale del paese della Bassa Parmense, basti pensare al monumentale organo Serassi del 1814 sulla cui cima campeggia lo stemma della Confraternita, il mobile della sagrestia e meravigliosi paramenti sacri. Da più di 60 anni il compito dei confratelli è cambiato; non ci sono più immobili e terreni da gestire, perchè passati ad altro Ente, ma rimane principale il culto e l’amore per l’Eucarestia, l’opera di generosità ed aiuto verso le necessità della chiesa. I confratelli sono presenti sull’altare per tutte le grandi celebrazioni dell’anno liturgico e partecipano in tutte le chiese delle frazioni in occasione della festa patronale o devozionale importante. Da quest’anno la Confraternita è stata annoverata ufficialmente tra le Confraternite d’Italia.

Per festeggiare il 450esimo di fondazione è stato invitato nientemeno che il cardinale Angelo Bagnasco, nativo di Pontevico (classe 1943) che trascorse diversi periodi della sua infanzia in terra cremonese, a Robecco d’Oglio, paese di cui era originaria la madre.  Arcivescovo emerito di Genova, il porporato lombardo, doveroso ricordarlo, ha ricoperto negli anni numerosi incarichi: presidente della Cei, Ordinario Militare per l’Italia e presidente della Conferenza episcopale Ligure. La sua presenza è stata un dono di grazia e, nell’occasione, ha rivolto meravigliose parole nell’omelia: ai fedeli perché siano nel mondo ma non del mondo e perché sappiano riscoprire sempre il valore grande della fede e perché cerchino nelle celebrazioni il mistero e la presenza di Dio. Ha poi rivolto un pensiero ed un augurio ai confratelli perché rimangano  sempre operosi e fedeli nel loro servizio abbandonati alla provvidenza divina che certamente non farà mancare grazie o ingressi di nuovi membri. Alla celebrazione era presente anche il vescovo di Parma monsignor Enrico Solmi che ha concelebrato insieme al cardinale e al parroco don Abdou Rahal. Presenti anche il vicario parrocchiale don Carlo Silva, l’ex parroco don Sincero Mantelli e don Daniele Benecchi, cappellano militare della guardia di finanza. La celebrazione è stata servita dal gruppo ministranti della parrocchia ai quali il cardinale ha rivolto un pensiero dicendo che i bambini ed i ragazzi sono il cuore della Chiesa, che sono amati e ricordati perché sono, oltre al futuro, una grazia. Ha animato la liturgia il coro parrocchiale San Pio X, diretto dal maestro Massimo Reggiani, accompagnato, per l’occasione, dal violinista Francesco Demaldè.

Al termine della celebrazione alla quale hanno partecipato una decina di confraternite dell’Emilia Romagna si è tenuto il pranzo in oratorio e, nel pomeriggio, la processione con la sacra immagine della Madonna del Rosario ed i vespri solenni.

Eremita del Po

Paolo Panni


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